Recensione
Remina l'astro infernale
7.5/10
"Remina l’astro infernale" è un manga pubblicato dalla Star Comics nel tardo 2018, scritto e disegnato da Junji Ito.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Trama: in un futuro prossimo uno scienziato scopre l’esistenza di un nuovo pianeta che battezza con il nome della figlia sedicenne, cioè Remina. Ciò procura ai due, all'inizio, molta fama, vantaggi e rispetto dalle persone. Ma il bello durerà poco perché presto scopriranno che il pianeta Remina è in realtà un enorme creatura aliena che, in rotta di collisione con la Terra, sta pian piano divorando ogni cosa che incontra nel Sistema Solare.
Lo scienziato e Remina passeranno così dalla fama a vivere un vero e proprio orrore perché la folla, impazzita dal terrore, comincerà a considerare i due responsabili di tutto, dando vita a una vera e propria caccia all’uomo.
Questo racconto dalle tinte Lovecraftiane e sci-fi, è incentrato su come le persone possano trasformarsi facilmente da vittime a carnefici in situazioni estreme.
Nonostante non la consideri una delle opere più belle di Junji Ito, mi ha davvero rapita e impressionata perché il comportamento estremo dell’essere umano è una delle cose che più mi spaventa.
L’amore infinito che inizialmente rivolgono a Remina solo perché il suo nome è stato dato a un famoso pianeta appena scoperto è qualcosa di bello ma anche inquietante, già grottesco ed esagerato ma terribilmente reale, proprio come accade per le vere idol del sol levante e non solo.
Un amore ossessionante.
Ma quando il pianeta Remina rivelerà la sua vera natura, tutto ciò si tramuterà in profondo odio ed è qui che inizio davvero a sentirmi male.
In situazioni estreme l’essere umano può trasformarsi in un mostro e alla giovane Remina non risparmieranno niente, dalla morte orrenda dei propri cari davanti ai suoi giovani occhi, alle torture, i pestaggi e gli inseguimenti.
Intorno a lei poi ruoterà un sistema di personaggi più o meno tutti negativi ma umani, dal folle innamorato al persecutore di prima categoria. Nessuno lascerà respiro a Remina, che sarà semplice vittima degli eventi che avverranno. Lei quasi mai dirà una parola e non potremo fare altro che provare un enorme pena per lei, conoscendone dopotutto solo l’ascesa e poi la caduta nella disgrazia.
Una cosa di certo non la metto in dubbio: Junji Ito è sempre stato un maestro nel parlare di persone, delle emozioni pure che esse possono convogliare in azioni, che avranno sempre, prima o poi, una conseguenza.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Trama: in un futuro prossimo uno scienziato scopre l’esistenza di un nuovo pianeta che battezza con il nome della figlia sedicenne, cioè Remina. Ciò procura ai due, all'inizio, molta fama, vantaggi e rispetto dalle persone. Ma il bello durerà poco perché presto scopriranno che il pianeta Remina è in realtà un enorme creatura aliena che, in rotta di collisione con la Terra, sta pian piano divorando ogni cosa che incontra nel Sistema Solare.
Lo scienziato e Remina passeranno così dalla fama a vivere un vero e proprio orrore perché la folla, impazzita dal terrore, comincerà a considerare i due responsabili di tutto, dando vita a una vera e propria caccia all’uomo.
Questo racconto dalle tinte Lovecraftiane e sci-fi, è incentrato su come le persone possano trasformarsi facilmente da vittime a carnefici in situazioni estreme.
Nonostante non la consideri una delle opere più belle di Junji Ito, mi ha davvero rapita e impressionata perché il comportamento estremo dell’essere umano è una delle cose che più mi spaventa.
L’amore infinito che inizialmente rivolgono a Remina solo perché il suo nome è stato dato a un famoso pianeta appena scoperto è qualcosa di bello ma anche inquietante, già grottesco ed esagerato ma terribilmente reale, proprio come accade per le vere idol del sol levante e non solo.
Un amore ossessionante.
Ma quando il pianeta Remina rivelerà la sua vera natura, tutto ciò si tramuterà in profondo odio ed è qui che inizio davvero a sentirmi male.
In situazioni estreme l’essere umano può trasformarsi in un mostro e alla giovane Remina non risparmieranno niente, dalla morte orrenda dei propri cari davanti ai suoi giovani occhi, alle torture, i pestaggi e gli inseguimenti.
Intorno a lei poi ruoterà un sistema di personaggi più o meno tutti negativi ma umani, dal folle innamorato al persecutore di prima categoria. Nessuno lascerà respiro a Remina, che sarà semplice vittima degli eventi che avverranno. Lei quasi mai dirà una parola e non potremo fare altro che provare un enorme pena per lei, conoscendone dopotutto solo l’ascesa e poi la caduta nella disgrazia.
Una cosa di certo non la metto in dubbio: Junji Ito è sempre stato un maestro nel parlare di persone, delle emozioni pure che esse possono convogliare in azioni, che avranno sempre, prima o poi, una conseguenza.