Recensione
“Rakudai Kishi no Cavalry - L'epopea del cavaliere ripetente” è un anime composto da dodici episodi, andato per la prima volta in onda in Giappone nell'autunno del 2015.
Beh, che dire di questa opera? O meglio, di questa disgustosa opera?
In un’epoca non ben definita e in un mondo alternativo, Ikki Kurogane frequenta l'accademia Hagun, con il sogno di diventare un cavaliere. Purtroppo però risulta essere abbastanza sprovvisto di potere magico, motivo per cui rientra nel rank F, ottenendo così il dispregiativo soprannome di Worst One e venendo bocciato al primo anno. Con l’arrivo della nuova preside Kurono Shinguuji, per Ikki ci possono essere delle speranze: se riuscirà a vincere nel “Seven Star Sword Festival”, un giorno si potrà diplomare.
La storia si impenna però quando incontrerà il futuro amore della sua vita, la principessa Stella Vermillion.
L'idea di base non è nemmeno troppo brutta, devo ammetterlo. Un mix di “robe scontate” e “robe che vendono” messe insieme in maniera talmente tanto banale che, leggendo solo un paio di righe di trama, potrebbero far sembrare l’opera (ehm, il prodotto in questione) degno di essere provato e gustato per quello che è: una banalità che può far passare il tempo tra un colpo di spada e l’altro. Il problema invece sorge dopo...
Iniziano ad essere buttate nel racconto delle sotto-trame ancor più banali della trama, iniziano ad emergere piccoli archi narrativi quasi totalmente fini a sé stessi e vengono lanciati nel racconto personaggi che non fanno altro che incasinare ancor di più la storia. Scontri, vita scolastica, fan-service, scontri, vita scolastica, fan-service, passato dei protagonisti, scontri, fan-service, fan-service, fan-service, scontri e... ancora fan-service. Diciamo che il racconto si svolge più o meno così.
Altro punto negativo dell’opera sono proprio i personaggi: tanti, troppi per un anime di dodici episodi con una trama così semplice e scontata.
I protagonisti sono sostanzialmente due, Ikki Kurogane e Stella Vermillion.
Ikki è lo stereotipo dello stereotipo del protagonista 'sfigato' ma forte, gentile ma determinato e con un passato triste ma con il volto sempre sorridente.
Stella, l’altra protagonista della storia che si innamora di Ikki, invece è lo stereotipo dello stereotipo della ragazza bellissima, fortissima, ricchissima, nobilissima e con un fisico che nella realtà non potrebbe esistere, se non dopo almeno quattro o cinque interventi di chirurgia plastica eseguiti da un buon dottore.
Poi emergono qua e là altri personaggi un po’ “banalotti” e non riusciti troppo bene, come la sorella incestuosa di Ikki, gelosissima del fratello, ricca e amata dalla famiglia, fortissima e con un carattere e un fisico ovviamente da bambina di quarta elementare. Gli altri personaggi fanno un po’ da contorno: non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, ma le ragazze hanno praticamente quasi tutte il fisico di Stella, altrimenti come lo avrebbero venduto 'sto anime?
Beh, che dire? Non benissimo.
Unica cosa positiva in queste dodici puntate di tempo perso sono i combattimenti, spettacolari, ben fatti, non troppo scontati e con un pizzico di suspense qua e là.
In conclusione, che vi posso dire? Non guardatelo per nessun motivo, tempo buttato, tempo buttato ovunque.
Beh, che dire di questa opera? O meglio, di questa disgustosa opera?
In un’epoca non ben definita e in un mondo alternativo, Ikki Kurogane frequenta l'accademia Hagun, con il sogno di diventare un cavaliere. Purtroppo però risulta essere abbastanza sprovvisto di potere magico, motivo per cui rientra nel rank F, ottenendo così il dispregiativo soprannome di Worst One e venendo bocciato al primo anno. Con l’arrivo della nuova preside Kurono Shinguuji, per Ikki ci possono essere delle speranze: se riuscirà a vincere nel “Seven Star Sword Festival”, un giorno si potrà diplomare.
La storia si impenna però quando incontrerà il futuro amore della sua vita, la principessa Stella Vermillion.
L'idea di base non è nemmeno troppo brutta, devo ammetterlo. Un mix di “robe scontate” e “robe che vendono” messe insieme in maniera talmente tanto banale che, leggendo solo un paio di righe di trama, potrebbero far sembrare l’opera (ehm, il prodotto in questione) degno di essere provato e gustato per quello che è: una banalità che può far passare il tempo tra un colpo di spada e l’altro. Il problema invece sorge dopo...
Iniziano ad essere buttate nel racconto delle sotto-trame ancor più banali della trama, iniziano ad emergere piccoli archi narrativi quasi totalmente fini a sé stessi e vengono lanciati nel racconto personaggi che non fanno altro che incasinare ancor di più la storia. Scontri, vita scolastica, fan-service, scontri, vita scolastica, fan-service, passato dei protagonisti, scontri, fan-service, fan-service, fan-service, scontri e... ancora fan-service. Diciamo che il racconto si svolge più o meno così.
Altro punto negativo dell’opera sono proprio i personaggi: tanti, troppi per un anime di dodici episodi con una trama così semplice e scontata.
I protagonisti sono sostanzialmente due, Ikki Kurogane e Stella Vermillion.
Ikki è lo stereotipo dello stereotipo del protagonista 'sfigato' ma forte, gentile ma determinato e con un passato triste ma con il volto sempre sorridente.
Stella, l’altra protagonista della storia che si innamora di Ikki, invece è lo stereotipo dello stereotipo della ragazza bellissima, fortissima, ricchissima, nobilissima e con un fisico che nella realtà non potrebbe esistere, se non dopo almeno quattro o cinque interventi di chirurgia plastica eseguiti da un buon dottore.
Poi emergono qua e là altri personaggi un po’ “banalotti” e non riusciti troppo bene, come la sorella incestuosa di Ikki, gelosissima del fratello, ricca e amata dalla famiglia, fortissima e con un carattere e un fisico ovviamente da bambina di quarta elementare. Gli altri personaggi fanno un po’ da contorno: non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo, ma le ragazze hanno praticamente quasi tutte il fisico di Stella, altrimenti come lo avrebbero venduto 'sto anime?
Beh, che dire? Non benissimo.
Unica cosa positiva in queste dodici puntate di tempo perso sono i combattimenti, spettacolari, ben fatti, non troppo scontati e con un pizzico di suspense qua e là.
In conclusione, che vi posso dire? Non guardatelo per nessun motivo, tempo buttato, tempo buttato ovunque.