Recensione
Psycho-Pass 3
7.5/10
"Psycho-Pass 3" è la terza serie di "Psycho-Pass". Gli eventi sono direttamente successivi alla trilogia di lungometraggi “Sinners of the System”: anche se non è obbligatorio vedere i film, è fortemente consigliato, per capire meglio alcuni aspetti.
Essendo la terza serie, non starò a spiegare il ruolo del Sybil-System, e di alcuni elementi del mondo che abbiamo già visto spesso in questo franchise; passiamo ora parlare della trama.
I nostri due protagonisti sono due ispettori, ovvero Arata Shindō e Kei Michael Ignatov: i due non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro. Il primo è un mentalista, e quindi dotato di particolari "poteri mentali", per così dire, il secondo invece è un ex-soldato russo, ed è quindi un immigrato. Il loro rapporto è abbastanza strano, hanno uno strano legame, e questo cambierà radicalmente nel corso degli episodi; diciamo che avrei preferito che alcune cose tra di loro fossero spiegate, invece rimangono nell'ignoto, nonostante la serie non sia corta, infatti parliamo di otto episodi da quarantacinque minuti l'uno, in poche parole la possiamo considerare una serie da sedici episodi di durata standard.
Questa serie è la prima di "Psycho-Pass" dove ci troviamo di fronte a un elemento "paranormale": ammetto che a me onestamente non è dispiaciuto tanto, dato che non viene usato spesso, o comunque non basta da solo, e ha dei forti effetti collaterali, in modo da bilanciare questa abilità. Posso capire che magari a qualcuno questa cosa faccia storcere il naso.
In questa serie il ruolo del Sybil è molto diverso, da Dio supremo diventa un semi-dio o comunque uno dei tanti poteri forti nella scacchiera, magari il re, ma il re non è un Dio; diciamo che qui si vede la possibilità di scelta delle persone e, parlando di Dio, qui la religione ha un certo peso specifico. Scopriamo che prima il Sybil impediva alle persone di avere una fede, se non in esso, invece vediamo che ora il sistema ha cambiato idea, e permette alle persone di professare una religione; questo è stato accelerato dall'ingresso di immigrati in Giappone, dato che esso non è più un Paese autarchico come nella prima serie (chissà cosa ne penserebbe un certo villain...). Vediamo anche che le persone possono fare delle cose sconsigliate dal Sybil (basti pensare che il sistema era scettico nel mettere come partner i due ispettori protagonisti), e poi abbiamo la politica. Nel Giappone controllato dal Sybil si svolgono ancora le elezioni, e le due forze principali si distinguono per alcuni dettagli: una forza vuole rendere più libera l'immigrazione, il suo leader è di origini straniere, è un atleta, un ex-campione geneticamente migliorato. Dall'altro lato abbiamo una ex-idol, con alcuni segreti, che si batte per un più stretto controllo contro l'immigrazione, che vede come causa del deterioramento delle aure della popolazione autoctona.
E ora passiamo a parlare degli antagonisti: è difficile esprimere un giudizio su di loro, dato che non è ancora ben chiara la loro natura e quali siano loro obiettivi, essi sembrano avere comunque degli obiettivi molto diversi rispetto ai loro predecessori, di certo non vogliono né distruggere il Sybil né giudicarlo; avrei delle congetture, ma non vorrei fare spoiler, e quindi le terrò per me, vedendo la serie ognuno arriverà alle proprie conclusioni.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, diciamo che dal punto di vista grafico non è stato un capolavoro, ma neanche una schifezza, diciamo in generale una buona grafica, mentre le musiche mi sono piaciute molto, onestamente.
Per quanto riguarda invece la caratterizzazione dei personaggi, ritengo che sia stato fatto un buon lavoro, ma si poteva sicuramente fare molto meglio, visto il nome del franchise - siamo lontani dai fasti della prima serie.
Aspetto che ho apprezzato particolarmente sono stati i combattimenti, e le scene d'azione in particolare, e l'ispettore Arata che alcune volte si è comportato come faceva in passato la nostra cara Akane.
In conclusione, una terza serie abbastanza interessante, che intrattiene molto bene; è una bella serie, ma purtroppo non è un capolavoro, e, se paragonata ad altre opere del franchise, non figura molto bene, ma fa ben sperare il fatto che si prospetti una continuazione in un tempo non eccessivamente lungo.
Voto finale: 7,5
Essendo la terza serie, non starò a spiegare il ruolo del Sybil-System, e di alcuni elementi del mondo che abbiamo già visto spesso in questo franchise; passiamo ora parlare della trama.
I nostri due protagonisti sono due ispettori, ovvero Arata Shindō e Kei Michael Ignatov: i due non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro. Il primo è un mentalista, e quindi dotato di particolari "poteri mentali", per così dire, il secondo invece è un ex-soldato russo, ed è quindi un immigrato. Il loro rapporto è abbastanza strano, hanno uno strano legame, e questo cambierà radicalmente nel corso degli episodi; diciamo che avrei preferito che alcune cose tra di loro fossero spiegate, invece rimangono nell'ignoto, nonostante la serie non sia corta, infatti parliamo di otto episodi da quarantacinque minuti l'uno, in poche parole la possiamo considerare una serie da sedici episodi di durata standard.
Questa serie è la prima di "Psycho-Pass" dove ci troviamo di fronte a un elemento "paranormale": ammetto che a me onestamente non è dispiaciuto tanto, dato che non viene usato spesso, o comunque non basta da solo, e ha dei forti effetti collaterali, in modo da bilanciare questa abilità. Posso capire che magari a qualcuno questa cosa faccia storcere il naso.
In questa serie il ruolo del Sybil è molto diverso, da Dio supremo diventa un semi-dio o comunque uno dei tanti poteri forti nella scacchiera, magari il re, ma il re non è un Dio; diciamo che qui si vede la possibilità di scelta delle persone e, parlando di Dio, qui la religione ha un certo peso specifico. Scopriamo che prima il Sybil impediva alle persone di avere una fede, se non in esso, invece vediamo che ora il sistema ha cambiato idea, e permette alle persone di professare una religione; questo è stato accelerato dall'ingresso di immigrati in Giappone, dato che esso non è più un Paese autarchico come nella prima serie (chissà cosa ne penserebbe un certo villain...). Vediamo anche che le persone possono fare delle cose sconsigliate dal Sybil (basti pensare che il sistema era scettico nel mettere come partner i due ispettori protagonisti), e poi abbiamo la politica. Nel Giappone controllato dal Sybil si svolgono ancora le elezioni, e le due forze principali si distinguono per alcuni dettagli: una forza vuole rendere più libera l'immigrazione, il suo leader è di origini straniere, è un atleta, un ex-campione geneticamente migliorato. Dall'altro lato abbiamo una ex-idol, con alcuni segreti, che si batte per un più stretto controllo contro l'immigrazione, che vede come causa del deterioramento delle aure della popolazione autoctona.
E ora passiamo a parlare degli antagonisti: è difficile esprimere un giudizio su di loro, dato che non è ancora ben chiara la loro natura e quali siano loro obiettivi, essi sembrano avere comunque degli obiettivi molto diversi rispetto ai loro predecessori, di certo non vogliono né distruggere il Sybil né giudicarlo; avrei delle congetture, ma non vorrei fare spoiler, e quindi le terrò per me, vedendo la serie ognuno arriverà alle proprie conclusioni.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, diciamo che dal punto di vista grafico non è stato un capolavoro, ma neanche una schifezza, diciamo in generale una buona grafica, mentre le musiche mi sono piaciute molto, onestamente.
Per quanto riguarda invece la caratterizzazione dei personaggi, ritengo che sia stato fatto un buon lavoro, ma si poteva sicuramente fare molto meglio, visto il nome del franchise - siamo lontani dai fasti della prima serie.
Aspetto che ho apprezzato particolarmente sono stati i combattimenti, e le scene d'azione in particolare, e l'ispettore Arata che alcune volte si è comportato come faceva in passato la nostra cara Akane.
In conclusione, una terza serie abbastanza interessante, che intrattiene molto bene; è una bella serie, ma purtroppo non è un capolavoro, e, se paragonata ad altre opere del franchise, non figura molto bene, ma fa ben sperare il fatto che si prospetti una continuazione in un tempo non eccessivamente lungo.
Voto finale: 7,5