Recensione
Recensione di Mitsuki_92
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Con estremo ritardo, lo ammetto, mi sono finalmente decisa di vedere "Voglio mangiare il tuo pancreas". Meglio tardi che mai, no? Animato dallo studio Voln, regia di Shin'ichirō Ushijima, è uscito nel Sol Levante nell'estate del 2018, arrivato da noi il gennaio dopo al cinema con un evento speciale, che purtroppo però mi sono persa. Come mi son ritrovata a vederlo, allora? Grazie al cofanetto edizione limitata della Dynit, distributore italiano. Un'edizione di pregio, che forse non tutti gradiscono, poiché esiste solo questa e non solo il DVD singolo o Blu-ray singolo. Infatti, io stessa non l'ho acquistato subito, ma ho aspettato un buono regalo. In tutto ciò mi accingo a recensirlo a visione appena conclusa, perché sento di dire qualcosa a riguardo.
La trama è semplice nella sua tragicità: un giorno un ragazzo, dal carattere chiuso e introverso, trova un diario molto particolare per terra, nella sala d'attesa dell'ospedale, e vi legge un segreto grande quanto un macigno. Il diario è di una sua compagna di classe, Sakura, che è malata in via terminale a causa di un tumore al pancreas. La ragazza, gioiosa e solare, decide e designa quel ragazzo come colui che, oltre ai genitori di lei, può sapere della malattia. Nemmeno la migliore amica di Sakura, Kyoko, lo può venire a sapere. Nessuno. Tranne quel ragazzo, dal nome celato per tutto il tempo del film.
Quando si è in fin di vita, ci si chiede il senso della vita, ci si arrovella il cervello per capire come passare gli ultimi mesi o anni della propria esistenza: fare pazzie o vivere la quotidianità? Sakura sa quello che vuole, e trascinerà un inconsapevole "Io" nella giostra dei sentimenti e del cambiare sé stessi. La domanda sorge spontanea però: vale la pena far affezionare qualcuno, quando poi ci si dovrà separare? E' questo il senso di questo film, in grado di stupire, di far riflettere, di immedesimarsi in una situazione tanto assurda, quanto quotidiana; perché nel mondo ci sono tantissime persone consce del fatto che resta loro poco da vivere, ma non per questo si crogiolano nella disperazione, che comunque c'è perché si è umani, ma Sakura è anche allegra e spensierata quando è con il ragazzo. E' colui di cui ha bisogno in quel particolare momento.
Il comparto grafico e musicale è molto ben fatto, con animazioni e colonna sonora che seguono le varie fasi del film di pari passo. Bellissime le tre canzoni dei Sumika, che fanno da mantra delle varie situazioni: quella iniziale dal punto di vista di Sakura, quella nel mezzo e quella finale dal punto di vista del ragazzo. Ci sono scene mozzafiato e cariche di patos, e scene più quotidiane come lo stare a scuola o in biblioteca. Il cambiamento dell'"Io", del ragazzo, si percepisce dal gioco di luci e ombre, dal suo sguardo, prima sempre in basso, poi verso l'alto.
È un film d'animazione molto particolare, fa pensare al senso della vita, alla trasformazione dell'animo, al senso di appartenenza a una esistenza materiale. Lo consiglio veramente a tutti, senza distinzione di sesso o età.
Voto: 7,5, solo perché l'inizio non mi ha convinta del tutto e la parte conclusiva poteva essere resa meglio, senza surrealismo, bastavano i dialoghi a far rendere l'idea del tutto.
La trama è semplice nella sua tragicità: un giorno un ragazzo, dal carattere chiuso e introverso, trova un diario molto particolare per terra, nella sala d'attesa dell'ospedale, e vi legge un segreto grande quanto un macigno. Il diario è di una sua compagna di classe, Sakura, che è malata in via terminale a causa di un tumore al pancreas. La ragazza, gioiosa e solare, decide e designa quel ragazzo come colui che, oltre ai genitori di lei, può sapere della malattia. Nemmeno la migliore amica di Sakura, Kyoko, lo può venire a sapere. Nessuno. Tranne quel ragazzo, dal nome celato per tutto il tempo del film.
Quando si è in fin di vita, ci si chiede il senso della vita, ci si arrovella il cervello per capire come passare gli ultimi mesi o anni della propria esistenza: fare pazzie o vivere la quotidianità? Sakura sa quello che vuole, e trascinerà un inconsapevole "Io" nella giostra dei sentimenti e del cambiare sé stessi. La domanda sorge spontanea però: vale la pena far affezionare qualcuno, quando poi ci si dovrà separare? E' questo il senso di questo film, in grado di stupire, di far riflettere, di immedesimarsi in una situazione tanto assurda, quanto quotidiana; perché nel mondo ci sono tantissime persone consce del fatto che resta loro poco da vivere, ma non per questo si crogiolano nella disperazione, che comunque c'è perché si è umani, ma Sakura è anche allegra e spensierata quando è con il ragazzo. E' colui di cui ha bisogno in quel particolare momento.
Il comparto grafico e musicale è molto ben fatto, con animazioni e colonna sonora che seguono le varie fasi del film di pari passo. Bellissime le tre canzoni dei Sumika, che fanno da mantra delle varie situazioni: quella iniziale dal punto di vista di Sakura, quella nel mezzo e quella finale dal punto di vista del ragazzo. Ci sono scene mozzafiato e cariche di patos, e scene più quotidiane come lo stare a scuola o in biblioteca. Il cambiamento dell'"Io", del ragazzo, si percepisce dal gioco di luci e ombre, dal suo sguardo, prima sempre in basso, poi verso l'alto.
È un film d'animazione molto particolare, fa pensare al senso della vita, alla trasformazione dell'animo, al senso di appartenenza a una esistenza materiale. Lo consiglio veramente a tutti, senza distinzione di sesso o età.
Voto: 7,5, solo perché l'inizio non mi ha convinta del tutto e la parte conclusiva poteva essere resa meglio, senza surrealismo, bastavano i dialoghi a far rendere l'idea del tutto.