Recensione
Kanon
4.0/10
“Questa ragazza pizzica il violino invece di gridare con la voce rotta dal pianto.”
"Kanon" è un josei manga ideato, scritto e disegnato dalla celebre Chiho Saitō, autrice di altre famose opere come Marionette e Utena. L’opera è st"ata realizzata in Giappone tra il 1995 e il 1997 e pubblicata dall’editore Shogakukan. Oggi il manga è edito in Italia in sei volumi grazie a Star Comics, che decise di pubblicarlo tra il 1999 e il 2001.
Trama
Tendo, giovane ed intraprendere compositore, dopo un dibattito avuto con Gen Mikami, un famoso musicista e direttore d’orchestra, decide di partire dal Giappone alla volta della Mongolia per motivi lavorativi.
Arrivato appunto in Mongolia, in una terra stupenda e sconfinata, Tendo incontra la bella Kanon, figlia della proprietaria dell’albergo presso cui alloggia il compositore. Kanon, bravissima suonatrice di violino, ha però dei saldi legami con il Giappone, lì infatti dovrebbe abitare suo padre, mai conosciuto dalla ragazza. Per questo motivo, una volta morta la madre quando ancora Tendo si trovava presso il loro albergo, la giovane Kanon deciderà di partire con il compositore alla ricerca di ciò che rimane della sua famiglia.
Una volta arrivata in Giappone, però, inizieranno a sorgere alcuni problemi, Kanon infatti si innamorerà pian piano dell’attraente ed arrogante Gen Mikami.
Partendo dal presupposto che non ho dei buoni rapporti con le opere di Chiho Saitō, prima di Kanon lessi con molta noia "Notturno di lillà" e "Valmont - Le relazioni pericolose", decisi comunque di avvicinarmi a questo titolo, spinto soprattutto, e lo ammetto, dal prezzo dei volumetti trovati usati in un negozzietto tra le vie di Roma.
Partendo dalla trama che dire? Non male, anzi, bellissima l’idea di Chiho Saitō di cercare di trasmettere le emozioni delle melodie attraverso i disegni: la musica è un’arte che, a differenza di quello che molti potrebbero pensare, può anche essere trasmessa attraverso il fumetto, un altro tipo di arte. Idea stupenda, risultato pessimo.
Trama in partenza un po’ banale sotto certi punti di vista, certo, ma nemmeno troppo, infatti non infastidisce esageratamente nemmeno il classico triangolo che si andrà a creare tra Tendo, Kanon e Gen, tipico delle opere della Saitō.
Quello che in Kanon non va è da ricercare per lo più nello sviluppo della trama e, soprattutto, e sottolineo questo punto, il ritmo del racconto: esageratamente veloce, nevrotico e altalenante. Già nel primo volume si nascondono colpi di scena su colpi di scena che non danno la possibilità al lettore di gustarsi e metabolizzare le novità che la Saitō porta nel racconto.
Dal punto di vista degli sviluppi narrativi che dire senza rischiare fastidiosissimi spoiler? Beh, al di là dei temi stile Edipo e Giocasta ma a sesso invertito, non condivido certi sviluppi e soprattutto il modo in cui vengono trattati ed inseriti: troppe informazioni lasciate in sospeso, troppe caricature, troppe banalità che non fanno altro che rendere la lettura noiosa, deprimente ed inconcludente.
Disegno
Metto le mani avanti, il disegno di Chiho Saitō è molto particolare e oggi, nel 2020, a molti potrebbe non piacere. Infatti si tratta comunque di uno stile di disegno che prende spunto dalle grandi autrici degli anni ’80, abbastanza tipico per gli shojo e gli josei di fine anni ’90, uno stile che oggi viene poco utilizzato e proposto.
Personalmente apprezzo non poco i disegni della mangaka edochiana, perfetti per il genere e per il titolo in questione, un disegno caratterizzato da corpi esili e slanciati, volti allungati con grandissimi occhi scintillanti e capelli lunghi e sensuali, spesso gli sfondi sono assenti o si adattano per sottolineare il phatos che l’autrice vuole creare, molte volte sottolineato dall’espressività dei personaggi.
Edizione
Sono un fan della Star Comics, spesso potrei risultare di parte quando commento i lavori dell’editore perugino ma qui, purtroppo, devo ammettere i limiti e le mostruosità che potrebbero saltare all’occhio anche del meno schizzinoso in tema di edizioni.
Tra le opere che ho letto, probabilmente la Star Comics ha dato qui il peggio di sé con ipotetici errori di traduzione, una bruttissima correzione a mano, copertine dei primi volumi con il numero dei volumetti che compongono l’opera sbagliato (sono sei anziché otto), errata corrige nell’ultimo volume, copertine fatte con un materiale scadente, rilegatura penosa, costine scoordinate e molto altro ancora.
Insomma, la ciliegina marcia su una torta scaduta. Chiedo scusa ai fan dell’autrice ed agli appassionati dell’opera.
Ovviamente l’opera la sconsiglio, c’è poco di buono, ma veramente poco. Certo, si salvano i disegni, ma anche in questo caso non a tutti potrebbero piacere.
Purtroppo Kanon risulta essere un manga che parte con una discreta trama e una buona idea di base che purtroppo viene sviluppata male, anzi, malissimo nel corso dei volumi successivi.
Il ritmo troppo alto e i moltissimi eventi, le tante novità, gli innumerevoli sviluppi che vengono compressi all’interno di soli sei volumi non possono non disorientare, almeno in parte, il lettore. Inoltre le numerose banalità che vengono portate nella trama sono forse tra i peggiori elementi del titolo in questione.
Insomma, se cercate un manga sulla musica c’è sicuramente di meglio sul mercato, se avete voglia di leggere un manga sentimentale questo non fa per voi, se siete alla ricerca di un manga con tematiche complesse ben trattate questo sicuramente non fa al caso vostro e, infine, se volete leggere un manga di Chiho Saitō non saprei cosa consigliarvi ma, sicuramente non "Kanon".
"Kanon" è un josei manga ideato, scritto e disegnato dalla celebre Chiho Saitō, autrice di altre famose opere come Marionette e Utena. L’opera è st"ata realizzata in Giappone tra il 1995 e il 1997 e pubblicata dall’editore Shogakukan. Oggi il manga è edito in Italia in sei volumi grazie a Star Comics, che decise di pubblicarlo tra il 1999 e il 2001.
Trama
Tendo, giovane ed intraprendere compositore, dopo un dibattito avuto con Gen Mikami, un famoso musicista e direttore d’orchestra, decide di partire dal Giappone alla volta della Mongolia per motivi lavorativi.
Arrivato appunto in Mongolia, in una terra stupenda e sconfinata, Tendo incontra la bella Kanon, figlia della proprietaria dell’albergo presso cui alloggia il compositore. Kanon, bravissima suonatrice di violino, ha però dei saldi legami con il Giappone, lì infatti dovrebbe abitare suo padre, mai conosciuto dalla ragazza. Per questo motivo, una volta morta la madre quando ancora Tendo si trovava presso il loro albergo, la giovane Kanon deciderà di partire con il compositore alla ricerca di ciò che rimane della sua famiglia.
Una volta arrivata in Giappone, però, inizieranno a sorgere alcuni problemi, Kanon infatti si innamorerà pian piano dell’attraente ed arrogante Gen Mikami.
Partendo dal presupposto che non ho dei buoni rapporti con le opere di Chiho Saitō, prima di Kanon lessi con molta noia "Notturno di lillà" e "Valmont - Le relazioni pericolose", decisi comunque di avvicinarmi a questo titolo, spinto soprattutto, e lo ammetto, dal prezzo dei volumetti trovati usati in un negozzietto tra le vie di Roma.
Partendo dalla trama che dire? Non male, anzi, bellissima l’idea di Chiho Saitō di cercare di trasmettere le emozioni delle melodie attraverso i disegni: la musica è un’arte che, a differenza di quello che molti potrebbero pensare, può anche essere trasmessa attraverso il fumetto, un altro tipo di arte. Idea stupenda, risultato pessimo.
Trama in partenza un po’ banale sotto certi punti di vista, certo, ma nemmeno troppo, infatti non infastidisce esageratamente nemmeno il classico triangolo che si andrà a creare tra Tendo, Kanon e Gen, tipico delle opere della Saitō.
Quello che in Kanon non va è da ricercare per lo più nello sviluppo della trama e, soprattutto, e sottolineo questo punto, il ritmo del racconto: esageratamente veloce, nevrotico e altalenante. Già nel primo volume si nascondono colpi di scena su colpi di scena che non danno la possibilità al lettore di gustarsi e metabolizzare le novità che la Saitō porta nel racconto.
Dal punto di vista degli sviluppi narrativi che dire senza rischiare fastidiosissimi spoiler? Beh, al di là dei temi stile Edipo e Giocasta ma a sesso invertito, non condivido certi sviluppi e soprattutto il modo in cui vengono trattati ed inseriti: troppe informazioni lasciate in sospeso, troppe caricature, troppe banalità che non fanno altro che rendere la lettura noiosa, deprimente ed inconcludente.
Disegno
Metto le mani avanti, il disegno di Chiho Saitō è molto particolare e oggi, nel 2020, a molti potrebbe non piacere. Infatti si tratta comunque di uno stile di disegno che prende spunto dalle grandi autrici degli anni ’80, abbastanza tipico per gli shojo e gli josei di fine anni ’90, uno stile che oggi viene poco utilizzato e proposto.
Personalmente apprezzo non poco i disegni della mangaka edochiana, perfetti per il genere e per il titolo in questione, un disegno caratterizzato da corpi esili e slanciati, volti allungati con grandissimi occhi scintillanti e capelli lunghi e sensuali, spesso gli sfondi sono assenti o si adattano per sottolineare il phatos che l’autrice vuole creare, molte volte sottolineato dall’espressività dei personaggi.
Edizione
Sono un fan della Star Comics, spesso potrei risultare di parte quando commento i lavori dell’editore perugino ma qui, purtroppo, devo ammettere i limiti e le mostruosità che potrebbero saltare all’occhio anche del meno schizzinoso in tema di edizioni.
Tra le opere che ho letto, probabilmente la Star Comics ha dato qui il peggio di sé con ipotetici errori di traduzione, una bruttissima correzione a mano, copertine dei primi volumi con il numero dei volumetti che compongono l’opera sbagliato (sono sei anziché otto), errata corrige nell’ultimo volume, copertine fatte con un materiale scadente, rilegatura penosa, costine scoordinate e molto altro ancora.
Insomma, la ciliegina marcia su una torta scaduta. Chiedo scusa ai fan dell’autrice ed agli appassionati dell’opera.
Ovviamente l’opera la sconsiglio, c’è poco di buono, ma veramente poco. Certo, si salvano i disegni, ma anche in questo caso non a tutti potrebbero piacere.
Purtroppo Kanon risulta essere un manga che parte con una discreta trama e una buona idea di base che purtroppo viene sviluppata male, anzi, malissimo nel corso dei volumi successivi.
Il ritmo troppo alto e i moltissimi eventi, le tante novità, gli innumerevoli sviluppi che vengono compressi all’interno di soli sei volumi non possono non disorientare, almeno in parte, il lettore. Inoltre le numerose banalità che vengono portate nella trama sono forse tra i peggiori elementi del titolo in questione.
Insomma, se cercate un manga sulla musica c’è sicuramente di meglio sul mercato, se avete voglia di leggere un manga sentimentale questo non fa per voi, se siete alla ricerca di un manga con tematiche complesse ben trattate questo sicuramente non fa al caso vostro e, infine, se volete leggere un manga di Chiho Saitō non saprei cosa consigliarvi ma, sicuramente non "Kanon".