Recensione
Ni no Kuni
5.0/10
Recensione di Nemo Mcdowell
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"Ni no Kuni" è un film che accende la curiosità, perché tratto da un videogioco che si avvale della collaborazione di uno degli studi d'animazione più amati: lo studio Ghibli.
Tra l'altro il regista del film in oggetto, Yoshiuki Momose, era un ex animatore dello studio Ghibli, per cui aspettarsi un buon prodotto era quasi scontato. A questa aspettativa si aggiunge che, a curarne la colonna sonora, è Joe Hisashi, che molti conoscono proprio perché dietro alle musiche dei vari film Ghibli ("Nausicaa", "Mononoke Hime", "Kiki - Consegne a domicilio"...).
Purtroppo, nonostante tutto questo, il film è tutt'altro che un capolavoro. Già il fatto che in Giappone sia stato un flop non prometteva bene, così come il mancato coinvolgimento dello studio di Hayao Miyazaki.
Partiamo dalla trama: protagonisti sono Yu e Haru, entrambi innamorati di una ragazza, Kotone, che finiranno per trovarsi protagonisti in un mondo magico, una volta che la ragazza oggetto del loro amore finirà per trovarsi in pericolo. Qui ne perderanno le tracce e partirà tutta una loro odissea per ritrovarla e poi per salvarle la vita.
Già da queste premesse è chiaro quanto una simile trama non abbia nulla di particolarmente innovativo; se però il problema fosse solo questo, la "delusione" non sarebbe spiegata. La sceneggiatura non pecca solo di scarsa originalità, ma anche nel narrare efficacemente i diversi personaggi che compaiono sullo schermo.
Arrivati al termine, perlopiù si può dire di conoscere i protagonisti, ma ogni personaggi secondario e la stessa Kotone (importantissima perché l'intero film le ruota intorno) sono confinanti solo ai loro ruoli, così come il re della città del mondo parallelo in cui Yu e Haru finiscono rimane solo un re, come anche la principessa e così via. Di sicuro il fatto che si tratti di un film e non di una serie imponeva questa mancata caratterizzazione, purtroppo però è solo il secondo dei contro sulla sceneggiatura.
Il terzo contro: l'intera storia del film, quando si è giunti alla conclusione, non ha alcun senso. Non svelo il perché per motivi di spoiler, tuttavia credo che chiunque possa avere la mia stessa impressione, se si seguono con attenzione lo svolgersi degli eventi.
Ultimo contro, i colpi di scena mal gestiti, perché facilmente intuibili, come ad esempio l'identità dell'antagonista che anche Watson indovinerebbe nel lasso di tempo di due minuti.
Il lato tecnico invece è piacevole, per quanto nulla di eclatante, ma restituisce appieno sia il quotidiano che l'onirico e il fiabesco per quanto riguarda il mondo parallelo. Pessimo invece per quanto riguarda le scene di battaglia, vagamente accennate, una scelta non molto sensata, perché lo spunto è un gioco di ruolo, e realizzare con sufficienza le scene d'azione non può che deludere.
Nulla invece da dire per il comparto musicale, che si rivela all'altezza delle aspettative, e forse è l'unico fattore che ripaga la visione.
Da segnalare sulla sceneggiatura l'idea del legame delle varie vite, un'idea fantastica ma sfruttata molto male.
Purtroppo, nonostante i temi trattati come la malattia, il destino, la guerra, rimane un prodotto mediocre, perché usa un ritmo troppo veloce e non affronta in maniera approfondita nessuna delle tematiche che emergono.
Motivo per cui sono costretto a dare un 5, proprio perché gli ambienti, character design, colonna sonora, rispondo alle aspettative, ma non la sceneggiatura; tuttavia non è del tutto sconsigliato.
Da vedere se si cerca un prodotto dagli spunti interessanti e da un buon accompagnamento sonoro, altrimenti da evitare.
Tra l'altro il regista del film in oggetto, Yoshiuki Momose, era un ex animatore dello studio Ghibli, per cui aspettarsi un buon prodotto era quasi scontato. A questa aspettativa si aggiunge che, a curarne la colonna sonora, è Joe Hisashi, che molti conoscono proprio perché dietro alle musiche dei vari film Ghibli ("Nausicaa", "Mononoke Hime", "Kiki - Consegne a domicilio"...).
Purtroppo, nonostante tutto questo, il film è tutt'altro che un capolavoro. Già il fatto che in Giappone sia stato un flop non prometteva bene, così come il mancato coinvolgimento dello studio di Hayao Miyazaki.
Partiamo dalla trama: protagonisti sono Yu e Haru, entrambi innamorati di una ragazza, Kotone, che finiranno per trovarsi protagonisti in un mondo magico, una volta che la ragazza oggetto del loro amore finirà per trovarsi in pericolo. Qui ne perderanno le tracce e partirà tutta una loro odissea per ritrovarla e poi per salvarle la vita.
Già da queste premesse è chiaro quanto una simile trama non abbia nulla di particolarmente innovativo; se però il problema fosse solo questo, la "delusione" non sarebbe spiegata. La sceneggiatura non pecca solo di scarsa originalità, ma anche nel narrare efficacemente i diversi personaggi che compaiono sullo schermo.
Arrivati al termine, perlopiù si può dire di conoscere i protagonisti, ma ogni personaggi secondario e la stessa Kotone (importantissima perché l'intero film le ruota intorno) sono confinanti solo ai loro ruoli, così come il re della città del mondo parallelo in cui Yu e Haru finiscono rimane solo un re, come anche la principessa e così via. Di sicuro il fatto che si tratti di un film e non di una serie imponeva questa mancata caratterizzazione, purtroppo però è solo il secondo dei contro sulla sceneggiatura.
Il terzo contro: l'intera storia del film, quando si è giunti alla conclusione, non ha alcun senso. Non svelo il perché per motivi di spoiler, tuttavia credo che chiunque possa avere la mia stessa impressione, se si seguono con attenzione lo svolgersi degli eventi.
Ultimo contro, i colpi di scena mal gestiti, perché facilmente intuibili, come ad esempio l'identità dell'antagonista che anche Watson indovinerebbe nel lasso di tempo di due minuti.
Il lato tecnico invece è piacevole, per quanto nulla di eclatante, ma restituisce appieno sia il quotidiano che l'onirico e il fiabesco per quanto riguarda il mondo parallelo. Pessimo invece per quanto riguarda le scene di battaglia, vagamente accennate, una scelta non molto sensata, perché lo spunto è un gioco di ruolo, e realizzare con sufficienza le scene d'azione non può che deludere.
Nulla invece da dire per il comparto musicale, che si rivela all'altezza delle aspettative, e forse è l'unico fattore che ripaga la visione.
Da segnalare sulla sceneggiatura l'idea del legame delle varie vite, un'idea fantastica ma sfruttata molto male.
Purtroppo, nonostante i temi trattati come la malattia, il destino, la guerra, rimane un prodotto mediocre, perché usa un ritmo troppo veloce e non affronta in maniera approfondita nessuna delle tematiche che emergono.
Motivo per cui sono costretto a dare un 5, proprio perché gli ambienti, character design, colonna sonora, rispondo alle aspettative, ma non la sceneggiatura; tuttavia non è del tutto sconsigliato.
Da vedere se si cerca un prodotto dagli spunti interessanti e da un buon accompagnamento sonoro, altrimenti da evitare.