Recensione
Senjuushi
5.5/10
Recensione di alecavalleri97
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Che dire? Un fiero appartenente alla categoria "premesse abbastanza buone, pessima realizzazione". Come purtroppo gran parte degli anime tratti da videogiochi.
Siamo in un universo dove è possibile, in modi che non vengono mai spiegati chiaramente, "rendere umane" le armi da fuoco facendole diventare "Moschettieri". E per favore ditemi che non sono l'unica ad aver pensato al franchise "Touken Ranbu", che se non sbaglio è precedente a questa serie.
L'idea di base è la seguente: in seguito a una guerra nucleare avvenuta non si sa bene quando, il mondo è caduto sotto il controllo del crudele e dispotico "Impero del Mondo" (fantasia portami via), che governa con il pugno di ferro. Sorge quindi un gruppo di resistenza che come uniche armi ha pistole e fucili risalenti a minimo due secoli fa, e bisogna mettersi l'animo in pace nel vedere certe anticaglie battere alla grande le armi moderne.
Partendo da queste premesse, non mi aspettavo di certo chissà quale capolavoro, ma, avendo visto in precedenza "Katsugeki/Touken Ranbu" (avessi visto anche "Touken Ranbu Hanamaru", mi sarei fatta meno illusioni, ma peggio per me), speravo almeno che i personaggi tenessero su l'opera. La storia infatti, perlomeno all'inizio, si concentra principalmente su un gruppo di quattro reclute (passatemi il termine) da poco risvegliate alla forma umana, e, se si fossero limitati a loro e diciamo al massimo altri quattro o cinque comprimari, secondo me sarebbe potuta venire fuori una cosa anche carina.
Peccato che il gruppo della resistenza sia composto da almeno trenta Moschettieri e tutti, ma proprio tutti, devono avere i loro cinque minuti di gloria, con il risultato più che prevedibile di mandare lo sviluppo dei personaggi nel dimenticatoio, per non dire altrove: salvo il quartetto protagonista e qualcun altro che compare più frequentemente, degli altri si sa poco più dei nomi e, arrivati a metà serie, è un'impresa ricordare chi è chi, se non li indicano chiaramente. Dal punto di vista caratteriale, si possono tutti bene o male raggruppare in tre categorie: quelli seriosi, quelli più rilassati e quelli impulsivi/testardi come muli (o entrambe le cose).
Non che con i nemici vada molto meglio: per tutta la prima metà della serie si vedono solo anonimi soldati, fatti letteralmente con lo stampino, visto che le loro uniformi li coprono da testa a piedi, e anche quando finalmente compaiono i Moschettieri dell'Impero, rigorosamente dotati di maschere antigas, che sia mai i nemici li vedano in faccia, fanno una figura ben misera, nonostante abbiano a disposizione mitragliatori e altre armi automatiche. Il massimo che riescono a fare è ferire uno dei ribelli, e neanche in maniera tanto grave, rischiando di restarci secchi a loro volta. Insomma, una delusione.
Veniamo poi alla modalità "Nobiltà Assoluta", vera piaga della serie secondo me: una specie di power-up che in teoria tutti i Moschettieri hanno la capacità di ottenere e che permette loro di sparare colpi a raffica senza preoccuparsi di ricaricare, il che è anche utile, considerato che sono quasi tutte armi ad avancarica, e all'occorrenza evocarne alcune decine sotto forma di ologrammi luminosi dotati di una potenza di fuoco capace di far saltare in aria un carrarmato; si limitasse a questo, non sarebbe un problema, ma la cosa veramente aberrante, oltre all'aura dorata che li circonda in puro stile Super Saiyan, è che spesso sparano agitando le armi neanche fossero bastoni da majorette, e fanno pure centro! Senza contare poi che l'input per attivare questa modalità varia da persona a persona, quindi alla fine è una cosa random che serve solo a inserire la character song del personaggio di turno, e grazie al cielo solo come sottofondo.
Tolti questi elementi negativi, la storia in sé non è neanche malvagia: lo scopo principale della resistenza è, ovviamente, liberare le città sotto il controllo dell'Impero, sabotare i convogli che trasportano i rifornimenti e occasionalmente recuperare altre armi antiquate per aumentare le proprie fila; gli episodi ruotano quindi attorno a questi temi, unendo tentativi di caratterizzare i personaggi non molto riusciti: non dico restare coinvolti, ma un po' di curiosità per cosa faranno c'è. Poi, arrivati all'ultimo episodio, gli autori o chi per loro hanno deciso di dare una svolta "drammatica" alla situazione, ponendo i protagonisti davanti a una minaccia apparentemente insormontabile che viene risolta in quattro e quattr'otto con l'espediente più banale e prevedibile che potessero inventarsi, e dando il colpo di grazia alla serie, che resta a finale aperto (com'era d'altronde prevedibile).
L'animazione è ottima, non per niente è frutto della TMS Entertainment ("D.Gray-Man", "Detective Conan", "Kamisama Hajimemashita", "Dr. Stone", "Fruits Basket 2019", tanto per dire alcuni titoli), e le scene di combattimento sono chiare e godibili, anche se lasciano raramente con il fiato sospeso: per quanto ci provino, la tensione non sale mai oltre un certo livello e, anche quando sembra tutto perduto, ecco arrivare i rinforzi senza un secondo di ritardo (e spesso senza che nessuno li abbia chiamati, ma dettagli).
Per quanto riguarda le musiche, l'opening è cantata dai doppiatori del quartetto protagonista, e non è nulla di che, mentre l'ending è già più accattivante; delle OST sinceramente non ho memoria, ma non mi sembra fossero nulla di che, l'unica cosa degna di nota sono appunto le character song dei personaggi quando usano per la prima volta la "Nobiltà Assoluta", ma, essendo solo di sottofondo, non risaltano più di tanto.
Tirando le somme, gli elementi per arrivare alla sufficienza piena c'erano tutti, sarebbe bastato anche solo sfoltire il numero dei personaggi per concentrarsi su quella decina che fa effettivamente qualcosa per più dell'episodio in cui viene presentata, ma al netto dei fatti non me la sento di promuoverlo né lo consiglierei a qualcuno che non sia follemente appassionato del genere "anime tratto da videogioco".
Siamo in un universo dove è possibile, in modi che non vengono mai spiegati chiaramente, "rendere umane" le armi da fuoco facendole diventare "Moschettieri". E per favore ditemi che non sono l'unica ad aver pensato al franchise "Touken Ranbu", che se non sbaglio è precedente a questa serie.
L'idea di base è la seguente: in seguito a una guerra nucleare avvenuta non si sa bene quando, il mondo è caduto sotto il controllo del crudele e dispotico "Impero del Mondo" (fantasia portami via), che governa con il pugno di ferro. Sorge quindi un gruppo di resistenza che come uniche armi ha pistole e fucili risalenti a minimo due secoli fa, e bisogna mettersi l'animo in pace nel vedere certe anticaglie battere alla grande le armi moderne.
Partendo da queste premesse, non mi aspettavo di certo chissà quale capolavoro, ma, avendo visto in precedenza "Katsugeki/Touken Ranbu" (avessi visto anche "Touken Ranbu Hanamaru", mi sarei fatta meno illusioni, ma peggio per me), speravo almeno che i personaggi tenessero su l'opera. La storia infatti, perlomeno all'inizio, si concentra principalmente su un gruppo di quattro reclute (passatemi il termine) da poco risvegliate alla forma umana, e, se si fossero limitati a loro e diciamo al massimo altri quattro o cinque comprimari, secondo me sarebbe potuta venire fuori una cosa anche carina.
Peccato che il gruppo della resistenza sia composto da almeno trenta Moschettieri e tutti, ma proprio tutti, devono avere i loro cinque minuti di gloria, con il risultato più che prevedibile di mandare lo sviluppo dei personaggi nel dimenticatoio, per non dire altrove: salvo il quartetto protagonista e qualcun altro che compare più frequentemente, degli altri si sa poco più dei nomi e, arrivati a metà serie, è un'impresa ricordare chi è chi, se non li indicano chiaramente. Dal punto di vista caratteriale, si possono tutti bene o male raggruppare in tre categorie: quelli seriosi, quelli più rilassati e quelli impulsivi/testardi come muli (o entrambe le cose).
Non che con i nemici vada molto meglio: per tutta la prima metà della serie si vedono solo anonimi soldati, fatti letteralmente con lo stampino, visto che le loro uniformi li coprono da testa a piedi, e anche quando finalmente compaiono i Moschettieri dell'Impero, rigorosamente dotati di maschere antigas, che sia mai i nemici li vedano in faccia, fanno una figura ben misera, nonostante abbiano a disposizione mitragliatori e altre armi automatiche. Il massimo che riescono a fare è ferire uno dei ribelli, e neanche in maniera tanto grave, rischiando di restarci secchi a loro volta. Insomma, una delusione.
Veniamo poi alla modalità "Nobiltà Assoluta", vera piaga della serie secondo me: una specie di power-up che in teoria tutti i Moschettieri hanno la capacità di ottenere e che permette loro di sparare colpi a raffica senza preoccuparsi di ricaricare, il che è anche utile, considerato che sono quasi tutte armi ad avancarica, e all'occorrenza evocarne alcune decine sotto forma di ologrammi luminosi dotati di una potenza di fuoco capace di far saltare in aria un carrarmato; si limitasse a questo, non sarebbe un problema, ma la cosa veramente aberrante, oltre all'aura dorata che li circonda in puro stile Super Saiyan, è che spesso sparano agitando le armi neanche fossero bastoni da majorette, e fanno pure centro! Senza contare poi che l'input per attivare questa modalità varia da persona a persona, quindi alla fine è una cosa random che serve solo a inserire la character song del personaggio di turno, e grazie al cielo solo come sottofondo.
Tolti questi elementi negativi, la storia in sé non è neanche malvagia: lo scopo principale della resistenza è, ovviamente, liberare le città sotto il controllo dell'Impero, sabotare i convogli che trasportano i rifornimenti e occasionalmente recuperare altre armi antiquate per aumentare le proprie fila; gli episodi ruotano quindi attorno a questi temi, unendo tentativi di caratterizzare i personaggi non molto riusciti: non dico restare coinvolti, ma un po' di curiosità per cosa faranno c'è. Poi, arrivati all'ultimo episodio, gli autori o chi per loro hanno deciso di dare una svolta "drammatica" alla situazione, ponendo i protagonisti davanti a una minaccia apparentemente insormontabile che viene risolta in quattro e quattr'otto con l'espediente più banale e prevedibile che potessero inventarsi, e dando il colpo di grazia alla serie, che resta a finale aperto (com'era d'altronde prevedibile).
L'animazione è ottima, non per niente è frutto della TMS Entertainment ("D.Gray-Man", "Detective Conan", "Kamisama Hajimemashita", "Dr. Stone", "Fruits Basket 2019", tanto per dire alcuni titoli), e le scene di combattimento sono chiare e godibili, anche se lasciano raramente con il fiato sospeso: per quanto ci provino, la tensione non sale mai oltre un certo livello e, anche quando sembra tutto perduto, ecco arrivare i rinforzi senza un secondo di ritardo (e spesso senza che nessuno li abbia chiamati, ma dettagli).
Per quanto riguarda le musiche, l'opening è cantata dai doppiatori del quartetto protagonista, e non è nulla di che, mentre l'ending è già più accattivante; delle OST sinceramente non ho memoria, ma non mi sembra fossero nulla di che, l'unica cosa degna di nota sono appunto le character song dei personaggi quando usano per la prima volta la "Nobiltà Assoluta", ma, essendo solo di sottofondo, non risaltano più di tanto.
Tirando le somme, gli elementi per arrivare alla sufficienza piena c'erano tutti, sarebbe bastato anche solo sfoltire il numero dei personaggi per concentrarsi su quella decina che fa effettivamente qualcosa per più dell'episodio in cui viene presentata, ma al netto dei fatti non me la sento di promuoverlo né lo consiglierei a qualcuno che non sia follemente appassionato del genere "anime tratto da videogioco".