Recensione
Spider-Man
7.5/10
Recensione di doctor Octopus
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"Spider-Man, The Animated Series", o "Spider-Man, TAS" (per noi, "Spider-Man - L'uomo ragno"), è la prima serie ragnesca animata completamente in continuity, realizzata, fra il 1994 e il 1997, dalla Fox, in collaborazione con la "Tokyo Movie Shinsha" giapponese, che conta sessantacinque episodi, divisi in cinque stagioni da tredici episodi l'una.
Ispirata, per i toni alquanto oscuri e pessimistici, a "Batman, The Animated Series", di Paul Dini & Bruce Timm, del 1992, e alla spettacolare "Gli insuperabili X-Men", sempre del 1992, questa serie è la prima a riunire gran parte dei personaggi principali del fumetto, oltre che ai vecchi e nuovi super-criminali, che qui si organizzano quasi tutti sotto la guida di Kingpin, lo zar del crimine (persino Goblin, che, inizialmente, non doveva apparire, perché rimpiazzato da Hobgoblin).
Le storie, tutte concatenate assieme, ripercorrono oltre trent'anni di fumetti ragneschi Marvel, cambiando, però, il volto di Peter Parker, che diventa simile a quello di chi lo doppiò in America in quegli anni. Grande il cast di comprimari, non solo zia May, J. Jonah Jameson (che non è solo un giornalista, ma un direttore di un network TV), Joe Robertson, Flash Thompson e Norman Osborn, ma anche le new entry Harry Osborn, Debra Whitman, Felicia Hardy (un mix fra Gwen Stacy e la Gatta Nera che diventerà nelle stagioni 4 e 5) e Mary Jane Watson, che avrà un ruolo fondamentale nello show. Jameson, che fino ad allora rappresentava il lato comico di tutte le ragno-serie, qui è meno divertente del solito, anzi è un vero giornalista, anche se il suo odio per Spider-Man resta intatto. Hanno importanza sia le battaglie col cattivo di turno, che i triangoli amorosi che hanno reso il fumetto di Spider-Man unico.
Una buona serie dal taglio moderno, imperfetta (vedi i ruoli ridimensionati di Lizard, del dottor Octopus e di Venom, ad esempio), ma sorprendente, che è stata giustamente uno dei grandi successi TV dell'America anni '90 e dell'Italia d'inizio 2000. Il fatto che questa serie piaccia anche a chi non ha letto i fumetti di Spider-Man è una buona cosa, peccato che le scazzottate siano ridotte al minino e che i poliziotti, al massimo, girino con pistole stordenti. La prima serie del 1967-70 si amava per le ingenuità delle storie, questa, invece, perché è più complessa e intrigante, con storie ricche di colpi di scena e, come ho già detto, più oscura del solito. L'ambientazione universitaria si rivela, come nelle serie ragnesche degli anni '80, vincente, dando spazio anche a trasposizioni animate di storie a fumetti commoventi e leggendarie.
Una serie da 7,5, perché non tutto si è potuto narrare nei sessantacinque episodi prodotti.
Ispirata, per i toni alquanto oscuri e pessimistici, a "Batman, The Animated Series", di Paul Dini & Bruce Timm, del 1992, e alla spettacolare "Gli insuperabili X-Men", sempre del 1992, questa serie è la prima a riunire gran parte dei personaggi principali del fumetto, oltre che ai vecchi e nuovi super-criminali, che qui si organizzano quasi tutti sotto la guida di Kingpin, lo zar del crimine (persino Goblin, che, inizialmente, non doveva apparire, perché rimpiazzato da Hobgoblin).
Le storie, tutte concatenate assieme, ripercorrono oltre trent'anni di fumetti ragneschi Marvel, cambiando, però, il volto di Peter Parker, che diventa simile a quello di chi lo doppiò in America in quegli anni. Grande il cast di comprimari, non solo zia May, J. Jonah Jameson (che non è solo un giornalista, ma un direttore di un network TV), Joe Robertson, Flash Thompson e Norman Osborn, ma anche le new entry Harry Osborn, Debra Whitman, Felicia Hardy (un mix fra Gwen Stacy e la Gatta Nera che diventerà nelle stagioni 4 e 5) e Mary Jane Watson, che avrà un ruolo fondamentale nello show. Jameson, che fino ad allora rappresentava il lato comico di tutte le ragno-serie, qui è meno divertente del solito, anzi è un vero giornalista, anche se il suo odio per Spider-Man resta intatto. Hanno importanza sia le battaglie col cattivo di turno, che i triangoli amorosi che hanno reso il fumetto di Spider-Man unico.
Una buona serie dal taglio moderno, imperfetta (vedi i ruoli ridimensionati di Lizard, del dottor Octopus e di Venom, ad esempio), ma sorprendente, che è stata giustamente uno dei grandi successi TV dell'America anni '90 e dell'Italia d'inizio 2000. Il fatto che questa serie piaccia anche a chi non ha letto i fumetti di Spider-Man è una buona cosa, peccato che le scazzottate siano ridotte al minino e che i poliziotti, al massimo, girino con pistole stordenti. La prima serie del 1967-70 si amava per le ingenuità delle storie, questa, invece, perché è più complessa e intrigante, con storie ricche di colpi di scena e, come ho già detto, più oscura del solito. L'ambientazione universitaria si rivela, come nelle serie ragnesche degli anni '80, vincente, dando spazio anche a trasposizioni animate di storie a fumetti commoventi e leggendarie.
Una serie da 7,5, perché non tutto si è potuto narrare nei sessantacinque episodi prodotti.