logo GamerClick.it

6.0/10
-

"Blade of the Immortal" è un anime del genere "Fontane di Sangue e Pessime Sceneggiature".
Trasposto da un manga che non è qui in giudizio poiché non letto, l'anime si presenta come un coacervo di stupri e arti mozzati e appunto fontane di sangue che spruzzano a svariate atmosfere, come è tradizione in molti show giapponesi legati al Medioevo. L'anime si può idealmente dividere in due archi, quello dell'Itto-Ryu, il potente dojo realmente esistente contro cui Rin cerca vendetta, e quello del Mugai-Ryu, altro dojo, stile rivale dell'Itto-Ryu anche esso realmente esistente.

Nel primo arco è la noia a farla da padrona, con episodi che si ripetono sempre simili, in cui Manji e Rin incontrano un nemico, possibilmente affiliato allo Itto-Ryu: Rin, pur essendo un kenshi incapace, cercherà inutilmente di uccidere l'obiettivo, ma sarà Manji ad affrontare davvero il nemico, anche se, essendo immortale, non cercherà molto di evitare i colpi nemici, facendosi smembrare con noncuranza; ripresosi e ri-cicatrizzatosi fra la sorpresa del kenshi nemico, darà il colpo di grazia a questi, a meno che questo non sia un personaggio principale della fazione Itto-Ryu, e in quel caso l'incontro finirà in un modo o nell'altro a tarallucci e vino.

Nel secondo arco è la confusione a farla da padrona: decine di kenshi delle due scuole saliranno sul palcoscenico, nonché saliranno i membri della divisione Rokki-Dan, e i combattenti spesso saranno così numerosi, da essere per forza di cose mal presentati, e a volte gli spadaccini si teletrasporteranno non si sa come nel punto caldo della battaglia con transizioni alla "Games Of Thrones 7". È in questo punto che l'anime si sbizzarrirà con gli smembramenti più spettacolari ma sempre in modo molto prevedibile: prima che due kenshi si affrontino sarà facilissimo capire esattamente chi dei due vincerà e chi invece finirà smembrato.

In mezzo a queste due scuole si muoveranno Rin e Manji: più spettatori degli eventi che protagonisti, i due sono in grado di essere contemporaneamente in pessimi e buoni rapporti con entrambi i dojo, a seconda delle simpatie e antipatie personali con i praticanti dei due stili, in modo tale che potrebbero benissimo cenare assieme a uno di loro e poi uccidere un suo collega subito dopo cena, senza che questo crei alcuna tensione. Fra gli improbabili simpatizzanti di Manji è degno di nota Taito Magatsu, il cui hobby sembra sia cavalcare su e giù per il Giappone e trovare cose e persone proprio nel punto e nel momento giusto.

Questo breve riassunto mostra solo una parte delle profonde e numerose lacune di sceneggiatura che presenta questo anime; altri comportamenti totalmente insensati, anche considerando il famigerato codice d'onore giapponese, non saranno analizzati, per evitare pesanti spoiler.
Le lacune non sono però distribuite egualmente in tutte le parti dell'anime. Alcuni mini-archi come quello dedicato alla vera nemesi del protagonista e a quella del "dottore" si svolgono in modo lineare e pulito, e sono in definitiva più che gradevoli. Viene quindi il sospetto che gran parte delle lacune derivino dal condensare grandi parti di manga in piccole porzioni di anime, sospetto che però non posso confermare senza aver prima letto il manga.

Una nota positiva va in finale al chara design davvero bello e curato, che però non basta secondo i miei gusti a riequilibrare le grosse mancanze prima elencate. In definitiva, "L'Immortale" è un anime da consigliare solo a chi è in grado di chiudere tutti e due gli occhi sui difetti di sceneggiatura e concentrarsi invece sugli scontri.