Recensione
Lamù
9.5/10
Urusei yatsura (gente fastidiosa della stella Uru) , o semplicemente Lamù, come abbiamo imparato a conoscerla in Italia nei primi anni '80, è l'opera iconica per eccellenza di Rumiko Takahashi, amatissima e prolifica principessa dei manga.
La storia parte con un bizzarro antefatto: La terra e' stata invasa da una razza aliena ONI, tecnologicamente avanzata ma che propone ai terrestri una sorta di ancora di salvezza sotto forma di...... Guardia e ladri!
Gli alieni hanno infatti sorteggiato un individuo al computer e il prescelto è Ataru Moroboshi, il più improbabile degli eroi, autentico concentrato di difetti tipicamente maschili: Donnaiolo, pigro, stupido ed testardo (anche se in fondo di buon cuore), il cui compito consiste nell'afferrare le corna della bellissima Lum entro una settimana. Più facile a dirsi che a farsi, dato che meravigliosa oni (crush mai sopita di più di una generazione) sa anche volare!
Dopo tanti tentativi ed altrettante figure misere, Ataru riesce nell'impresa ma, per un assurdo e ormai celebre fraintendimento, la stessa Lum si innamora follemente di lui!
Da qui partono le avventure della convivenza forzata tra il terrestre e la bellissima oni, una delle coppie più assurdamente comiche di sempre, con lui costantemente impegnato a correre dietro alle (tantissime) belle ragazze, terrestri e aliene, che appariranno nel corso dei 34 tankobon che compongono questa opera, e una Lamù innamorata alla follia e gelosissima del suo "Tesoruccio" (o "Darling" in originale), che punirà con dolorose scariche elettriche la sua infedeltà!
Il quartiere immaginario di Tomobiki, parodia di Nerima, vedrà poco alla volta nuovi personaggi e situazioni completamente folli, in cui la Takahashi prende bonariamente in giro la società e i costumi del Giappone, mescolando fantascienza a mitologia shintoista, in un mix che non annoierà mai.
Credo sia impossibile non affezionarsi ad almeno uno dei comprimari. Il pestifero cuginetto Ten, il grottesco bonzo portatore di cattivi presagi e scroccone Sakurambo, sua nipote Sakura, una dottoressa al contempo esorcista, il tanto ricco e bello quanto ridicolo Shutaro, la ex fidanzata dalla forza demenziale di Ataru Shinobu, la graziosa ma folle Ran, il bellissimo e stupidissimo Rei....... E potremmo continuare con questo elenco molto a lungo!
Le storie sono quasi tutte auto conclusive e raramente durano più di un paio di capitoli, ad eccezione di un mini arco narrativo finale, che copre l'ultimo volume. È una formula molto efficace abbinata all'umorismo dell'autrice, e non a caso sarà riproposto in opere successive, vedasi Ranma o il più recente Kyoukai no Rinne. Il finale, che non aggiungo per non rovinare il piacere della lettura, preclude il voto massimo a questo capolavoro, ma non perchè non sia valido..... E' infatti "aperto", ed va letto come il modo con cui l'autrice da un "arrivederci" e non un "addio" ai due protagonisti,le cui vicende continuano ma che si smette di raccontare. A chi vi scrive personalmente è piaciuto, ma a molti questa soluzione probabilmente non andrà giù. Difetto riscontrato anche in opere successive, come Ranma e Rinne.
Tolta però questa pecca ci troviamo davanti ad un opera che semplicemente va letta e goduta almeno una volta, che si sia fan della Takahashi o meno!
La storia parte con un bizzarro antefatto: La terra e' stata invasa da una razza aliena ONI, tecnologicamente avanzata ma che propone ai terrestri una sorta di ancora di salvezza sotto forma di...... Guardia e ladri!
Gli alieni hanno infatti sorteggiato un individuo al computer e il prescelto è Ataru Moroboshi, il più improbabile degli eroi, autentico concentrato di difetti tipicamente maschili: Donnaiolo, pigro, stupido ed testardo (anche se in fondo di buon cuore), il cui compito consiste nell'afferrare le corna della bellissima Lum entro una settimana. Più facile a dirsi che a farsi, dato che meravigliosa oni (crush mai sopita di più di una generazione) sa anche volare!
Dopo tanti tentativi ed altrettante figure misere, Ataru riesce nell'impresa ma, per un assurdo e ormai celebre fraintendimento, la stessa Lum si innamora follemente di lui!
Da qui partono le avventure della convivenza forzata tra il terrestre e la bellissima oni, una delle coppie più assurdamente comiche di sempre, con lui costantemente impegnato a correre dietro alle (tantissime) belle ragazze, terrestri e aliene, che appariranno nel corso dei 34 tankobon che compongono questa opera, e una Lamù innamorata alla follia e gelosissima del suo "Tesoruccio" (o "Darling" in originale), che punirà con dolorose scariche elettriche la sua infedeltà!
Il quartiere immaginario di Tomobiki, parodia di Nerima, vedrà poco alla volta nuovi personaggi e situazioni completamente folli, in cui la Takahashi prende bonariamente in giro la società e i costumi del Giappone, mescolando fantascienza a mitologia shintoista, in un mix che non annoierà mai.
Credo sia impossibile non affezionarsi ad almeno uno dei comprimari. Il pestifero cuginetto Ten, il grottesco bonzo portatore di cattivi presagi e scroccone Sakurambo, sua nipote Sakura, una dottoressa al contempo esorcista, il tanto ricco e bello quanto ridicolo Shutaro, la ex fidanzata dalla forza demenziale di Ataru Shinobu, la graziosa ma folle Ran, il bellissimo e stupidissimo Rei....... E potremmo continuare con questo elenco molto a lungo!
Le storie sono quasi tutte auto conclusive e raramente durano più di un paio di capitoli, ad eccezione di un mini arco narrativo finale, che copre l'ultimo volume. È una formula molto efficace abbinata all'umorismo dell'autrice, e non a caso sarà riproposto in opere successive, vedasi Ranma o il più recente Kyoukai no Rinne. Il finale, che non aggiungo per non rovinare il piacere della lettura, preclude il voto massimo a questo capolavoro, ma non perchè non sia valido..... E' infatti "aperto", ed va letto come il modo con cui l'autrice da un "arrivederci" e non un "addio" ai due protagonisti,le cui vicende continuano ma che si smette di raccontare. A chi vi scrive personalmente è piaciuto, ma a molti questa soluzione probabilmente non andrà giù. Difetto riscontrato anche in opere successive, come Ranma e Rinne.
Tolta però questa pecca ci troviamo davanti ad un opera che semplicemente va letta e goduta almeno una volta, che si sia fan della Takahashi o meno!