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5.5/10
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Si tratta di una storia in un unico volume, ancora inedito in Italia. Da dove cominciare… Beh, è un manga, quindi dai disegni. Carini, nitidi, precisi, in puro stile Masara Minase. Un nome, una garanzia.
Altrettanto non si può dire della storia, che assomma ad un cumulo di assurdità trite e ritrite.
Julian, sotto il falso nome di Kairi, lavora di giorno come assistente al Centro beni culturali, e di notte diventa il ladro della rosa, perché sul luogo dei suoi colpi lascia, come firma, una rosa Charlotte. Dedicandosi ai furti d'arte, spera di esporre le malefatte di tale Markov, mafioso russo che in passato ha distrutto la vita e la rispettabilità dei suoi genitori.
Un giorno, però, sul luogo di uno dei suoi furti incontra Alexis, un sottoposto di Markov, e iniziano i fuochi d’artificio. Quella stessa notte i due iniziano un rapporto travolgente che, in brevissimo tempo, li porterà a scambiarsi le fatidiche parole, e altre altisonanti. Alexis scoprirà l’identità segreta di Julian/Kairi? La domanda è puramente retorica. Verranno vendicati i genitori di Julian? Markov sarà fermato? I due piccioncini potranno convolare? Altre domande retoriche.
Trattandosi di un volume unico, non c’è tempo per sviluppare alcun approfondimento dei personaggi. Né ci si può affidare ai disegni i quali, pur essendo belli, sono anche molto castigati e non mostrano assolutamente nulla.
La storia procede per direttissima fino alla fine, con situazioni oltre il limite dell’assurdo e dialoghi a tratti francamente imbarazzanti. Il colpo di scena finale è abbondantemente telefonato.
Consigliato: a chi volesse passare una mezzora col cervello rigorosamente in posizione OFF, leggendo una favoletta moderna senza alcuna pretesa.
Sconsigliato: a chi in un manga cerca almeno un briciolo di approfondimento psicologico o una storia che non faccia acqua da tutte le parti.
Non posso assegnare la sufficienza. Sorry.