Recensione
Nanbaka
7.5/10
Inizio questa recensione precisando da subito che l’analisi si concentrerà su molti più volumi rispetto a quelli indicati. Nanbaka, infatti, è un web manga pensato per la lettura da cellulare che attualmente conta oltre 190 capitoli, tuttavia, è stato parzialmente riadattato in formato cartaceo ed è per tale motivo che formalmente risulta avere all’attivo solamente 8 volumi.
Il manga è incentrato su quattro compagni di cella che trascorrono le loro giornate tentando di evadere di prigione. Ciò gli riesce sempre in parte, grazie all’abilità di Juugo di sbloccare ogni serratura, la grande memoria di Uno, la forza fisica di Rock e la capacità di Niko di imparare qualsiasi tecnica combattiva potenzialmente interessante. Nonostante i loro sforzi però, ogni tentativo si conclude con la loro cattura da parte di Hajime, la guardia carceraria a capo dell’edificio 13.
La storia è molto interessante, specialmente per il suo lato comico, tuttavia, è importante non porre alcun paletto su ciò che possono o non possono fare i protagonisti, perché in questa storia tutto è possibile. L’esempio più banale riguarda l’aria che si respira all’interno della prigione, in quanto, più che la prigione più inespugnabile del mondo, sembra in realtà un parco dei divertimenti dove i detenuti si prendono molte libertà parlando a cuore aperto letteralmente con chiunque, partecipando a competizioni e tentando di evadere come se fosse un passatempo. Inoltre, con l’avanzare dei capitoli si può comprendere facilmente come non siano presenti limiti nemmeno per la forza fisica, dal momento che, oltre ad esistere persone dotate di poteri speciali, perfino un comune essere umano è in grado di disintegrare una parete con un pugno.
L’ultima precisazione riguarda invece i generi su cui si basa la serie. Sebbene si presenti come una commedia, Nanbaka presenta anche un arco narrativo e una trama di fondo decisamente più seri. La maggior parte dei capitoli, infatti, puntano sul lato comico, ma nel momento in cui iniziano a portare avanti la trama il clima cambia radicalmente. Ciò è sicuramente utile per aumentare l’interesse, tuttavia, non sempre è stato gestito al meglio a causa di due difetti. Il primo riguarda i flashback in quanto, sebbene permettano di conoscere meglio determinati personaggi e risvolti passati, sono stati concentrati quasi tutti in un unico arco narrativo al punto da rallentare esageratamente la storia. Il secondo, invece, riguarda i monologhi di alcuni personaggi. L’autrice, infatti, ha dedicato molto spazio ai monologhi interiori e ai cosiddetti dialoghi “fighi” di molti personaggi secondari, finendo però con l’esagerare e appesantire l’atmosfera. In entrambi i casi, si tratta di difetti che possono essere soggettivi e di conseguenza non è scontato che possano infastidire chiunque, tuttavia, per chi come me non vedeva l’ora di scoprire come si sarebbe evoluta la storia, sono diventati una sorte di piccolo ostacolo. Fortunatamente, però, non è un difetto che riguarda la totalità della serie.
Nanbaka è un’opera molto singolare con uno stile di disegno altrettanto particolare, in cui gran parte dei personaggi ha un aspetto un po' femminile e con abiti stravaganti, il tutto all’interno di vignette spesso ricche di bagliori e luccichii atti a rendere il tutto ancora più elegante. Nei primi capitoli, ovvero quelli che sono stati riadattati nel formato cartaceo, i personaggi hanno dei lineamenti molto più morbidi che li rendono molto più giovani e carini. Nei capitoli seguenti, invece, il tratto è molto più deciso e in apparenza anche frettoloso, al punto che non è raro che alcuni personaggi sembrino cambiare i propri tratti somatici da una tavola all’altra, ma fortunatamente questo difetto è andato diminuendo con l’avanzare dei capitoli.
Tralasciando questi particolari, Nanbaka è uno dei primissimi manga che ho letto in formato web. In passato ho avuto modo di leggere qualche opera coreana pensata per il web, ma all’epoca non sapevo ancora bene in cosa consistesse e, oltre ad essere rimasta un po’ perplessa dall’esagerata lunghezza delle pagine, credevo fosse una prerogativa dei soli fumetti coreani. Superato l’impatto iniziale, però, devo ammettere che i web manga sono molto comodi e rapidi da leggere, in quanto sono pensati proprio per la lettura da cellulare, rendendo molto più facile passare da una vignetta all’altra senza la necessità di ingrandire determinate parti o spostare continuamente lo sguardo da un angolo all’altro della pagina. In fin dei conti, si tratta di un formato che ho apprezzato molto e sono felice che esista dato che consente la continuazione di molte storie poco conosciute che altrimenti verrebbero stroncate. Ciò sarebbe impossibile per una serie in formato cartaceo, dato che solo quelle più popolari hanno la possibilità di continuare la loro pubblicazione nelle riviste giapponesi.
Questo manga ha avuto la fortuna di ricevere un adattamento animato di venticinque episodi che copre all’incirca i primi cento capitoli, tuttavia, visto il genere di storia e il successo che ha avuto tra il pubblico, sono piuttosto scettica che possa ricevere un sequel. In ogni caso, nonostante contenga anche un arco narrativo più drammatico, la serie è soprattutto una commedia e sebbene si tratti di uno shounen, ritengo che la serie possa essere apprezzata più facilmente da un pubblico femminile.
Il manga è incentrato su quattro compagni di cella che trascorrono le loro giornate tentando di evadere di prigione. Ciò gli riesce sempre in parte, grazie all’abilità di Juugo di sbloccare ogni serratura, la grande memoria di Uno, la forza fisica di Rock e la capacità di Niko di imparare qualsiasi tecnica combattiva potenzialmente interessante. Nonostante i loro sforzi però, ogni tentativo si conclude con la loro cattura da parte di Hajime, la guardia carceraria a capo dell’edificio 13.
La storia è molto interessante, specialmente per il suo lato comico, tuttavia, è importante non porre alcun paletto su ciò che possono o non possono fare i protagonisti, perché in questa storia tutto è possibile. L’esempio più banale riguarda l’aria che si respira all’interno della prigione, in quanto, più che la prigione più inespugnabile del mondo, sembra in realtà un parco dei divertimenti dove i detenuti si prendono molte libertà parlando a cuore aperto letteralmente con chiunque, partecipando a competizioni e tentando di evadere come se fosse un passatempo. Inoltre, con l’avanzare dei capitoli si può comprendere facilmente come non siano presenti limiti nemmeno per la forza fisica, dal momento che, oltre ad esistere persone dotate di poteri speciali, perfino un comune essere umano è in grado di disintegrare una parete con un pugno.
L’ultima precisazione riguarda invece i generi su cui si basa la serie. Sebbene si presenti come una commedia, Nanbaka presenta anche un arco narrativo e una trama di fondo decisamente più seri. La maggior parte dei capitoli, infatti, puntano sul lato comico, ma nel momento in cui iniziano a portare avanti la trama il clima cambia radicalmente. Ciò è sicuramente utile per aumentare l’interesse, tuttavia, non sempre è stato gestito al meglio a causa di due difetti. Il primo riguarda i flashback in quanto, sebbene permettano di conoscere meglio determinati personaggi e risvolti passati, sono stati concentrati quasi tutti in un unico arco narrativo al punto da rallentare esageratamente la storia. Il secondo, invece, riguarda i monologhi di alcuni personaggi. L’autrice, infatti, ha dedicato molto spazio ai monologhi interiori e ai cosiddetti dialoghi “fighi” di molti personaggi secondari, finendo però con l’esagerare e appesantire l’atmosfera. In entrambi i casi, si tratta di difetti che possono essere soggettivi e di conseguenza non è scontato che possano infastidire chiunque, tuttavia, per chi come me non vedeva l’ora di scoprire come si sarebbe evoluta la storia, sono diventati una sorte di piccolo ostacolo. Fortunatamente, però, non è un difetto che riguarda la totalità della serie.
Nanbaka è un’opera molto singolare con uno stile di disegno altrettanto particolare, in cui gran parte dei personaggi ha un aspetto un po' femminile e con abiti stravaganti, il tutto all’interno di vignette spesso ricche di bagliori e luccichii atti a rendere il tutto ancora più elegante. Nei primi capitoli, ovvero quelli che sono stati riadattati nel formato cartaceo, i personaggi hanno dei lineamenti molto più morbidi che li rendono molto più giovani e carini. Nei capitoli seguenti, invece, il tratto è molto più deciso e in apparenza anche frettoloso, al punto che non è raro che alcuni personaggi sembrino cambiare i propri tratti somatici da una tavola all’altra, ma fortunatamente questo difetto è andato diminuendo con l’avanzare dei capitoli.
Tralasciando questi particolari, Nanbaka è uno dei primissimi manga che ho letto in formato web. In passato ho avuto modo di leggere qualche opera coreana pensata per il web, ma all’epoca non sapevo ancora bene in cosa consistesse e, oltre ad essere rimasta un po’ perplessa dall’esagerata lunghezza delle pagine, credevo fosse una prerogativa dei soli fumetti coreani. Superato l’impatto iniziale, però, devo ammettere che i web manga sono molto comodi e rapidi da leggere, in quanto sono pensati proprio per la lettura da cellulare, rendendo molto più facile passare da una vignetta all’altra senza la necessità di ingrandire determinate parti o spostare continuamente lo sguardo da un angolo all’altro della pagina. In fin dei conti, si tratta di un formato che ho apprezzato molto e sono felice che esista dato che consente la continuazione di molte storie poco conosciute che altrimenti verrebbero stroncate. Ciò sarebbe impossibile per una serie in formato cartaceo, dato che solo quelle più popolari hanno la possibilità di continuare la loro pubblicazione nelle riviste giapponesi.
Questo manga ha avuto la fortuna di ricevere un adattamento animato di venticinque episodi che copre all’incirca i primi cento capitoli, tuttavia, visto il genere di storia e il successo che ha avuto tra il pubblico, sono piuttosto scettica che possa ricevere un sequel. In ogni caso, nonostante contenga anche un arco narrativo più drammatico, la serie è soprattutto una commedia e sebbene si tratti di uno shounen, ritengo che la serie possa essere apprezzata più facilmente da un pubblico femminile.