Recensione
Gorgeous Carat
7.0/10
Recensione di dawnraptor
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"Gorgeous Carat" è un manga in quattro volumi ambientato nella Francia di fine ‘800 – inizio '900. Successivamente, l’azione si sposterà in Marocco e Tunisia.
Uno dei protagonisti principali è il ventenne Florian Rochefort, unico erede di una famiglia di nobili decaduti e indebitati fino all’osso. Il diciottenne Ray Balzac-Courland, invece, dietro la facciata di prestatore su pegni, nasconde l’identità di Noir, un ladro di gioielli. E, proprio per accaparrarsi gli occhi di ametista di Florian, di cui si è invaghito, Ray lo compra letteralmente da sua madre in cambio di una ingente somma. Il ragazzo acconsente volontariamente, ma possiamo pensare che, almeno in principio, se ne penta. Si dice che la famiglia Rochefort possieda un diamante da 120 carati, e Ray-Noir lo vuole. Per far parlare Florian, non esiterà a frustarlo a sangue fino a farlo svenire.
Eppure, nel proseguire delle vicende, Florian pare sin da subito sviluppare un attaccamento per Ray e una lealtà nei suoi confronti non giustificati dal suo comportamento immediato. Questo è un grosso punto a sfavore, nella storia. Però nel corso delle avventure, per quanto apparentemente cinico e misantropo, Ray di fatto acconsentirà ad aiutare persone in bisogno e farà in modo di salvare Florian quando questi ne avrà bisogno, perché i suoi occhi d’ametista sono per lui più preziosi di ogni gioiello, anche se non sempre riuscirà ad arrivare in tempo per scongiurare tutti i danni. Lo stesso Florian interverrà spesso per aiutare Ray a cavarsi d’impiccio.
I vari accadimenti, tuttavia, non seguono una trama completamente soddisfacente. È una di quelle classiche storie dove la cavalleria che viene a salvarti spesso lo fa per un caso fortuito, prende strade che non dovrebbe conoscere, e ovviamente ti salva all’ultimo secondo disponibile in modo rocambolesco.
Nondimeno, la trama è piuttosto gradevole, tipica di un romanzetto di cappa e spada, con la sua dose di tradimenti, combattimenti, torture, morti finte e vere, tesori da scoprire, prigionie e fughe, e chi più ne ha, più ne metta.
Assistiamo ad un approfondimento dei personaggi non indifferente, specie per quanto riguarda Noir, del quale scopriamo anche la difficilissima infanzia, e Florian, il quale anch’egli ci farà sapere qualcosa di sé. Un paio di comprimari, Laila, un’amica di Ray, e un investigatore privato, ricevono un adeguato trattamento.
Una lettura tutto sommato piacevole, allietata da un chara molto gradevole, specie per quanto riguarda il moro Ray-Noir. Le ambientazioni sono ben rese, gli abiti di un secolo fa ben disegnati e, soprattutto, i visi sono molto espressivi.
Un titolo che può rimanere anche fine a se stesso, pur essendoci altri tre sequel, consigliato a chi ami le atmosfere “fin de siècle”, le ambientazioni di cappa e spada, e non si lasci scoraggiare da un po’ di garbatissimo shounen-ai. Promosso abbondantemente.
Uno dei protagonisti principali è il ventenne Florian Rochefort, unico erede di una famiglia di nobili decaduti e indebitati fino all’osso. Il diciottenne Ray Balzac-Courland, invece, dietro la facciata di prestatore su pegni, nasconde l’identità di Noir, un ladro di gioielli. E, proprio per accaparrarsi gli occhi di ametista di Florian, di cui si è invaghito, Ray lo compra letteralmente da sua madre in cambio di una ingente somma. Il ragazzo acconsente volontariamente, ma possiamo pensare che, almeno in principio, se ne penta. Si dice che la famiglia Rochefort possieda un diamante da 120 carati, e Ray-Noir lo vuole. Per far parlare Florian, non esiterà a frustarlo a sangue fino a farlo svenire.
Eppure, nel proseguire delle vicende, Florian pare sin da subito sviluppare un attaccamento per Ray e una lealtà nei suoi confronti non giustificati dal suo comportamento immediato. Questo è un grosso punto a sfavore, nella storia. Però nel corso delle avventure, per quanto apparentemente cinico e misantropo, Ray di fatto acconsentirà ad aiutare persone in bisogno e farà in modo di salvare Florian quando questi ne avrà bisogno, perché i suoi occhi d’ametista sono per lui più preziosi di ogni gioiello, anche se non sempre riuscirà ad arrivare in tempo per scongiurare tutti i danni. Lo stesso Florian interverrà spesso per aiutare Ray a cavarsi d’impiccio.
I vari accadimenti, tuttavia, non seguono una trama completamente soddisfacente. È una di quelle classiche storie dove la cavalleria che viene a salvarti spesso lo fa per un caso fortuito, prende strade che non dovrebbe conoscere, e ovviamente ti salva all’ultimo secondo disponibile in modo rocambolesco.
Nondimeno, la trama è piuttosto gradevole, tipica di un romanzetto di cappa e spada, con la sua dose di tradimenti, combattimenti, torture, morti finte e vere, tesori da scoprire, prigionie e fughe, e chi più ne ha, più ne metta.
Assistiamo ad un approfondimento dei personaggi non indifferente, specie per quanto riguarda Noir, del quale scopriamo anche la difficilissima infanzia, e Florian, il quale anch’egli ci farà sapere qualcosa di sé. Un paio di comprimari, Laila, un’amica di Ray, e un investigatore privato, ricevono un adeguato trattamento.
Una lettura tutto sommato piacevole, allietata da un chara molto gradevole, specie per quanto riguarda il moro Ray-Noir. Le ambientazioni sono ben rese, gli abiti di un secolo fa ben disegnati e, soprattutto, i visi sono molto espressivi.
Un titolo che può rimanere anche fine a se stesso, pur essendoci altri tre sequel, consigliato a chi ami le atmosfere “fin de siècle”, le ambientazioni di cappa e spada, e non si lasci scoraggiare da un po’ di garbatissimo shounen-ai. Promosso abbondantemente.