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1.0/10
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Quasi vent'anni fa' cominciai a leggere Nana: avevo letto 'Cortili del Cuore', 'Paradise Kiss' e avevo amato 'Ultimi raggi di luna'.
Cominciai a leggere, quindi, anche Nana ma dopo qualche tempo, un anno, forse due, smettei di acquistarlo senza particolari rimpianti: non ricordo infatti lo amassi molto, lo leggevo più che altro per inerzia.
Sono trascorsi tanti anni e vedendo la serie tra le proposte di Netflix, ho deciso di leggere i volumetti che mi mancavano, consapevole che Ai Yazawa non avesse mai conluso la serie e che quindi fosse rimasta incompiuta.

Ho compreso perchè lo avessi abbandonato.

Credo non esista manga più sopravvalutato di NANA: è una manga incosistente; i personaggi, poco più che ventenni, sono soffocati da una disperazione poco realistica per la loro età e le vicende che vivono; le tavole si susseguono in una ordalia di dialoghi eccessivamente lunghi e didascalici.
Se Ai Yazawa voleva perdersi in tutte quelle parole avrebbe fatto meglio a scrivere un romanzo poichè evidentemente la sintesi non è una sua dote.
Inoltre la struttura narrativa è costruita così male che certe volte non si capisce di chi sia la voce narrante: grave, gravissimo difetto che rende evidente lo stato confusionale della autrice e del manga.

La storia è poco più di una soap opera dove i protagonisti sono afflitti da problemi non meglio identificati: sì, certo, il successo, la solitudine, l'amore, ma non esageriamo.
Anche Ren non si capisce cos'abbia: ma perchè è così triste? E' la droga? E' il suo passato? Mah!
Veniamo al tasto dolente: le due protagoniste.
Nana Komatsu è una vera è propria inetta, senza alcuna ambizione, talento, attitudine. E' un personaggio da sceneggiato televisivo di quart'ordine, che vive esclusivamente dei propri turbamenti amorosi.
Alla fine riesce a sistemarsi con il bello, ricco e famoso: Nana Komatsu è la rapprensantazione più becera e sbagliata di una donna, la stereotipazione peggiore che possa esistere.
Il personaggio di Nana Osaki è invece il personaggio più fastidioso di tutti: infantile e tossico. E' di un egoismo inaudito e non si capisce perchè le persone che la circondano non la mandino al diavolo visto che è una persona capace, nonostante le parole vuote riguardo l'indipendenza con la quale si riempe la bocca, di vivere solo appoggiandosi agli altri.
Le due protagoniste rappresentano due forme di vita parassitarie diverse: materiale, la Komatsu, ed emotivo, la Osaki.
I comprimari sono, parimenti alle protagoniste, afflitti da problemi inestistenti che alimentano gli psicodrammi ai quali si assiste pagina dopo pagina.
Ad un certo punto della storia la stampa, i giornali e fitti intrighi per il vile denaro cominciano a muovere tutte le vicende: ma il tutto risulta paradossale e poco realistico. Ci tocca leggere pagine e pagine di fulgide intuizioni di Yasu, un ventiquatrenne senza alcuna esperienza se non un po' di praticantato da un avvocato, che riesce a comprendere e spiegare (oh perchè lo spiega per filo e per segno!) ogni strategia degli avversari.
Ogni cosa che leggevo mi appariva come scollata dalla realtà e non una buona rappresentazione d'essa: ad un certo punto ho pensato che dipendesse dal fatto che sono ormai una persona adulta. E lì ho avuto un'epifania.
E' questo il peccato originale di NANA: il problema non è che io ho trent'anni, perché se leggo Harry Potter non penso che sia per ragazzini, mentre se leggo Nana penso che tutto ciò che descrive sia così eccessivo e poco realistico che evidentemente solo un ragazzino molto molto giovane, inesperto di una vita alla quale si sta ancora affacciando, possa apprezzarlo.
Ma sbaglio perché, ad esempio, se leggo Harry Potter che racconta di magia, non penso sia un racconto per ragazzi: ha diversi piani di lettura. Uno comune a tutti e altre molteplici interpretazioni che dipendono dall'età del fruitore. Io ci leggo delle cose adesso, a quindici anni altre. Quindi quando leggo Harry Potter, ad esempio, penso che sia molto più realistico di Nana nella rappresentazione delle persone, dei sentimenti e di ciò che le muove.
Il problema di Nana quindi è che la storia è, purtroppo, portata avanti malissimo, in maniera confusa e raffazzonata.

Andiamo al comparto grafico: lo trovo eccessivamente barocco e sopravvalutato anche quello.
I personaggi femminili sono tutti uguali: se non fosse per i capelli sarebbero indistinguibili. Penso che la Yazawa sia peggiorata con il tempo, non migliorata: nel tentativo di fare tutti i personaggi bellissimi li ha appiattiti, e escluso qualcuno, sono tutti gli stessi.
Con "Cortili del Cuore" non era così: i personaggi erano davvero graficamente differenti l'uno dall'altro.
Abbigliamento: ma andiamo, ma come diavolo si vestono? Ma quella sarebbe moda? Ma la Yazawa ha mai visto una vera sfilata di moda? Il look di alcuni personaggi non solo è di cattivissimo gusto ma è ridicolo.
Conosco l'attitudine dei giapponesi per alcuni modi di vestire ma non parlatemi di moda: quella è una accozzaglia che accetto perché sono giapponesi ma la moda è una altra cosa.
Musica: i personaggi, e quindi l'autrice stessa, vivono di stereotipi. Parlano di punk ma citano solo i Sex Pistols che per uno che ascolta davvero musica, non togliendo nulla al contributo che questi hanno dato alla storia della musica, non sono certo un modello da imitare.
Sid Vicious ad esempio, che pare quasi un eroe nel manga, non sapeva suonare ed era così scarso che il suo amplificatore spesso era spento del tutto; i Sex Pistols furono una 'operazione' di marketing per quei tempi, e quasi involontariamente crearono un genere: ma coloro i quali hanno reso il punk grande sono stati altri gruppi in quegli anni. Ma evidentemente la Yazawa non conosce, oltre la moda, neppure un po' di storia della musica.
Perché altrimenti non tratterebbe il fenomeno punk che è stato un fenomeno di grande rilevanza sia musicale, influenzando tutta la musica successiva per sempre, sia sociale, con la superficialità con la quale lo tratta.
Perché se il tuo unico riferimento punk sono i Sex Pistols allora, tesoro, compra qualche CD perché di strada per conoscere la musica ne devi fare.

Per tutte le ragioni di cui sopra ho trovato NANA un manga pessimo e addirittura irritante: tratta la depressione, la musica, l'arte, la moda in maniera ridicola ma soprattutto fornisce un modello e un riferimento di donna che è vergognoso.