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Sono un fan di vecchia data delle commedie romantiche.
Si parla molto di Orange Road, Video Girl Ai, Love Hina... carini, ok, ma sono manga adolescenziali, e nessuno di questi ha la maturità dell'opera somma di Rumiko Takahashi.
In tal senso, a mio parere, Maison Ikkoku resta un manga inarrivabile.
E sinceramente a 45 anni suonati ero convinto di non avere più a che fare con un'opera che potesse quanto meno avvicinarla.
Ma forse mi sbagliavo...

Questo manga di Reiji Miyajima, al punto in cui è ora in patria (capitolo 151), mi ha davvero stupito, e nessuno mi toglie l'idea che l'autore abbia tratto a grandi mani ispirazione dall'opera della Takahashi, poiché le similitudini si sprecano.
Il protagonista senza spina dorsale che inizia a compiere una crescita personale, quando si rende conto dei suoi sentimenti (praticamente quasi subito) per la protagonista. La protagonista che si rifiuta di ammettere i suoi sentimenti. Il terzo incomodo, ossia la fidanzata ufficiale (anche se in prova... non è tanto spoiler perché lo vedrete già nel prossimo episodio dell'anime xD). E ce ne sono molte altre, volendole cercare.
Forse manca in effetti un'antagonista forte come Mitaka, ma c'è pur sempre la ex Mami che aleggia come un'ombra sul rapporto tra i due protagonisti (e negli ultimi capitoli s'è paventato anche un possibile antagonista maschile).
Fanno da contorno una serie di personaggi secondari che agiscono o pro o contro la coppia principale; tra questi spiccano le vispe nonnette, che ne sanno a mazzi dall'alto della loro esperienza e saranno il collante principale nonché la fonte d'ispirazione, soprattutto per quanto riguarda Chizuru.

C'è da dire che l'opera parte lenta, sprecandosi in molti clichet delle harem comedy e ingannando un po' il lettore riguardo ai suoi contenuti. In effetti il climax si raggiunge a partire dal centesimo capitolo, ossia ben dal dodicesimo volume del manga. Intendiamoci, non che non sia gradevole comunque la prima parte per chi ama il genere, ma se si cercano dei contenuti più profondi (e per pronfondi intendo DAVVERO profondi), occorre avere molta pazienza. Ma, in fondo, anche in questo non si discosta poi molto da Maison Ikkoku.

Piuttosto espliciti i riferimenti sessuali, ma che non sfociano mai in oscenità e soprattutto sono assolutamente azzeccati: non dimentichiamoci che Kazuya è un ventunenne vergine nel pieno delle tempeste ormonali, ed è quindi ovvio che non disdegni affatto le grazie femminili!
Per quanto riguarda Chizuru, beh, se la compete alla grande con Kyoko Otonashi per il titolo di waifu perfetta, per quel che mi riguarda!

Insomma, invito tutti a non fermarsi all'anime, ad armarsi di pazienza e leggersi il manga senza mollare nei primi volumi, sperando che sia presto disponibile ufficialmente in lingua italiana.
La mia speranza è che al punto attuale l'autore non venga ingoblato nelle classiche logiche di mercato degli shounen (perché tale è, ma se parliamo di target è adattissimo anche al pubblico femminile) e mandi tutto a quel paese, non chiudendo il background di alcuni personaggi, allungando troppo il brodo come spesso capita, o affrettando troppo certi aspetti.

Insomma, l'opera allo stato attuale si merita un degno finale per il quale penso siano più che sufficienti una cinquantina di ulteriori capitoli (arrivando più o meno a duecento, quindi), e soprattutto si merita un posto d'onore sulla mia libreria accanto a Maison Ikkoku.
Casa editrice che ha orecchie per intendere, intenda!