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La trama.
Haikyu può essere classificato come il classico spokon, non impegnato, la cui principale focalizzazione è incentrata non tanto sull'utilizzare lo sport di turno per veicolare messaggi più o meno forti, ma sulla descrizione dello sport stesso e delle dinamiche che lo contraddistinguono: la pallavolo in quanto tale è la protagonista indiscussa dell’opera, non è un mero contesto che fa da palcoscenico a storie d’amore, come può accadere nelle opere di Adachi, o a critiche sociali, come nelle opere di Inoue. Proprio per questa ragione il taglio scelto da Furudate è un taglio prevalentemente realistico, privo di elementi extra-ordinari, privo di macchiettistiche abilità superomistiche, incentrato su una descrizione il più reale possibile dei meccanismi di gioco, delle tattiche e dei ruoli. In virtù di questo spirito, elementi che potrebbero essere classificati come ”bizzarri”, nello specifico, la veloce della Karasuno, vengono circostanziati attraverso una motivazione reale e plausibile, dettata dalla commistione di abilità tecniche, fisiche e mentali degli atleti coinvolti nell’esecuzione e inoltre non assumono mai la valenza di finisher ineludibili ed infallibili. Questa ricerca di realismo per me è un motivo di plauso ed elogio ma potrebbe far storcere il naso agli amanti dei ”battle-spokon” in cui l’evento sportivo viene rivisitato come uno scontro tra superuomini con superpoteri.
In generale le vicende narrate, sino ad un certo punto verso la fine, sono i classici accadimenti che ci si aspetta da un’opera che narra il percorso di un club scolastico di pallavolo: gli allenamenti, le partite, la cementificazione dello spirito di squadra e la crescita dei personaggi come singoli e come collettivo: da questo punto di vista, l’opera è molto lineare e prevedibile e questo potrebbe allontanare chi, non venendo coinvolto dai personaggi o dallo sport trattato, ricerca un grado di imprevedibilità o “originalità” nei manga che legge. Personalmente, non sono un grande amante dell’originalità a tutti i costi ed il fatto che la trama possa essere facilmente delineata dal lettore con grande anticipo non mi turba in quanto non leggo un’opera per essere sorpreso, ma leggo un’opera per essere intrattenuto nonostante gli eventi possano essere prevedibili, e, a mio avviso, Haikyu eccelle in questo.

I personaggi.
Per quanto nominalmente il protagonista dell’opera sia Hinata Shoyo, Haikyu assume i caratteri di una vera e propria opera corale in cui il protagonista non è un singolo personaggio ma il club di pallavolo della Karasuno nella sua interezza e a seconda degli accadimenti il focus si sposta da un personaggio all’altro. Certamente non si può negare che il focus maggiore sia incentrato su Hinata e Kageyama e sulla loro crescita come atleti ma al contempo si impongono nella narrazione le storie di altri personaggi del club, da Daichi a Sugawara, da Tanaka a Noya e Azumane, da Yamaguchi a Tsukushima, da Kyoko a Yachi. Rovescio della medaglia è che questa focalizzazione su una schiera enorme di personaggi faccia risaltare quando invece alcuni personaggi vengono descritti in maniera assai più lacunosa e sono questi i casi di Ennoshita, Kinoshita e Narita, con il primo che è l’unico che ha avuto una breve parentesi narrativa un po’ più profonda.
Nota positiva di questa dimensione corale dell’opera è l’aver rifiutato la macchiettistica equivalenza che si impone spesso in molti spokon che vede l’avversario di turno essere ritratto come un nemico malvagio e turpe che vuole distruggere gli amati protagonisti: chiunque abbia fatto sport sa che non è necessariamente così, il fatto che dall’altra parte della rete ci siano delle persone che hanno il tuo stesso proposito ossia quello di vincere la partita non li rende dei nemici da battle shonen e Furudate è stato molto bravo a cogliere questo spirito portando molti avversari ad essere un cast di comprimari di prim'ordine tanto da divenire per importanza paragonabili al cast principale e a conquistare il favore del pubblico come nel caso dei membri della Nekomata o Bokuto e Akaashi della Fukurodani e ancora altri.

I disegni.
Chi ricerca in Haikyu un manuale di anatomia umana ha di certo sbagliato bersaglio, lo stile di disegno di Furudate infatti è lontano dall’essere un esempio di realismo maniacale, e i colli dei suoi personaggi sono ormai un marchio di fabbrica, ma tale stile è funzionale non solo alla resa emozionale dei personaggi ma soprattutto è funzionale alla dinamicità delle azioni delle partite che, secondo me, sono l’apogeo grafico dell’intera opera.

In conclusione: le precedenti considerazioni mi portano a promuovere quest’opera e a consigliarla a chi cerca una storia, per quanto prevedibile, ben raccontata, che abbia un background realistico e che racconti di personaggi, primari e secondari, a cui è difficile non affezionarsi, il tutto descritto attraverso un disegno fortemente calzante nei momenti topici della storia, un po’ meno nei momenti statici della stessa.