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"Sword Art Online", o "SAO", è un anime diverso dagli altri sotto certi aspetti, e parla di un futuro in cui giovani e adulti, con l'evoluzione della tecnologia, possono incontrarsi attraverso videogiochi a realtà virtuale. È un bellissimo modo di vedere un'opera basata sui videogiochi, dato che ne sono appassionato!

Guardandolo, l'ho trovato ricco di emozioni, alcune tanto tristi, altre molto dolci, lasciando spazio pure a momenti di ironia, per poter far tirar fuori un sorriso in mezzo a quella tragedia che stavano vivendo bloccati ad Aincrad. I colpi di scena sono a volte prevedibili, ma sempre di un certo effetto, è un'opera che tratta di amicizia, amore, morte, combattimenti (a mio parere ben fatti), senza tralasciare i dettagli di gioco, come punti vita che si ripristinano con oggetti magici, punti forza e agilità, e quant'altro si possa vedere in un vero videogioco RPG.
La "seconda parte" in "ALfheim Online" (o "ALO") è molto eroica e fa capire il divario che c'è tra il protagonista e i normali player, vista l'esperienza in SAO; tratta anche parte della storia familiare di Kazuto (il protagonista), per concludere verso fine trama anche con un accenno di sadico e perverso, con momenti raccapriccianti in cui, se fossimo stati al posto del protagonista, probabilmente non tutti saremmo riusciti a superare.

Per finire, l'opera in sé è ben fatta, a volte forse i fatti accadono troppo velocemente e si tagliano pezzi: visto che devono superare cento piani, per completare il gioco, e uscire vivi da Aincrad, forse nella "prima parte" potevano regalare più combattimenti epici e momenti particolari in cui si legava meglio con alcuni personaggi, ma penso di aver capito i messaggi che l'autore ha trasmesso e mi è piaciuto davvero molto, nonostante le critiche che ha ricevuto.