Recensione
Wolf Girl & Black Prince
5.0/10
Ho visto l'anime di "Wolf Girl & Black Prince" senza avere ancora letto la serie a fumetti. Erika è una studentessa del liceo che non ha mai avuto un fidanzato e non ha mai provato l'innamoramento. Questi due fatti, uniti al desiderio di integrarsi con due sue compagne di classe fidanzate e molto "mature" dal punto di vista delle relazioni di coppia, porteranno la protagonista a mentire. Erika non si limita, infatti, a dichiararsi fidanzata, ma lo farà mostrando loro, a titolo di prova, la foto di un ragazzo molto bello. Le bugie hanno le gambe corte e presto, il ragazzo molto bello, si scoprirà essere lo studente "più" bello della scuola - il classico "ragazzo bello e impossibile". Quando lui apprende dalla stessa Erika di essere stato usato per mentire alle amiche, accetta di coprire il gioco della sua protagonista, ma le propone un patto: lei farà tutto quello che lui desidera proprio come un cagnolino verso il proprio padrone.
Kyouya mantiene salda l'immagine del fidanzato, pranzando insieme a lei, uscendo da scuola insieme e intromettendosi all'occorrenza in episodi in cui la protagonista con ingenuità estrema si lascia un po' prendere in giro. Erika fino ad un certo momento della storia beneficerà di questa situazione costruita, fino a quando questa superficie non le raggiunge lo stomaco e si rende conto di provare per Kyouya qualcosa di nuovo: sarà l'amore tanto ricercato? Kyouya da parte sua è un provocatore, gioca a prenderla in giro con le parole e prova quasi una tenerezza condita di irritazione per l'ingenuità talvolta insopportabile di Erika. Mantiene la sua coerenza al patto, fino a quando non si rende conto anche lui che questa forma di compassione e di "educazione" alla vita concreta evolvono in timore di perderla. L'evoluzione di questo sentimento si scoprirà nel corso dell'anime.
Possiamo leggere la storia da due punti di vista: quello di Kyouya, un ragazzo del quale viene violata l'immagine per alimentare le bugie di una ragazza insicura; quella di Erika che, pur di non mettere in discussione la sua immagine pubblica, resiste a offese e delusioni private senza rispetto per la sua persona. L'immagine pubblica però lascia il posto al desiderio di resistere e di lottare per qualcosa di più grande: avere finalmente capito cosa vuol dire essere innamorate. Per fortuna la storia poi evolve e lascia spazio alla realizzazione del personaggio di Kyouya e al suo sentimento verso Erika: la buccia lascia il posto al succo.
Di questo anime non ho apprezzato soprattutto due aspetti: il rilancio di Kyouya come versione 2.0 di Naoki Irie di "Itazura Na Kiss". A mio avviso i due personaggi hanno in comune soltanto il lato sadico e delle questioni infantili da risolvere. Naoki Irie - pur nella sua lenta evoluzione - ha mantenuto coerenza rispetto alla caratterizzazione iniziale. In questo anime, il personaggio di Kyouya ha conosciuto una evoluzione troppo rapida... verso la fine della storia non sembra più lui. Se il desiderio degli autori era creare una versione evoluta di "Itazura Na Kiss", l'avrei filtrata degli aspetti sadici del personaggio maschile nonché degenerativi verso il ruolo della donna (anche come fidanzata e come madre). In sostanza, dalla "Bibbia degli shoujo" è stato colto il lato aspro, antipatico, tutto sommato contenuto da un focolaio familiare, ed è stato qui... peggiorato.
In secondo luogo, Erika: perché questa sottomissione? Totalmente ingiustificata. Carina l'idea iniziale, geniale, è stata capace di selezionare il più bello per avere un gioco a suo favore. Si è lasciata sopraffare dal peso del giudizio, quando aveva in pugno Kyouya da quasi subito - quando a casa in occasione della malattia lui aveva capito il lato positivo di avere a fianco un carattere nutrito dal genuino interesse per "la cura". Fossi stata nell'autrice, avrei accelerato nella protagonista il pensiero conveniente, un lieve stralcio di furbizia in più che basta per lasciarsi rispettare senza essere "abbandonata". Avrei dato maggiore dignità a questo personaggio, perché la bontà ripaga, ma il posto nella società (e poi nella coppia) si guadagna non lasciandosi trascinare fuori. È per quello che bisogna "lottare". Come scritto in un'altra recensione, credo che le giovani ragazze di oggi meritino qualcosina in più di un uomo educatore.
Kyouya mantiene salda l'immagine del fidanzato, pranzando insieme a lei, uscendo da scuola insieme e intromettendosi all'occorrenza in episodi in cui la protagonista con ingenuità estrema si lascia un po' prendere in giro. Erika fino ad un certo momento della storia beneficerà di questa situazione costruita, fino a quando questa superficie non le raggiunge lo stomaco e si rende conto di provare per Kyouya qualcosa di nuovo: sarà l'amore tanto ricercato? Kyouya da parte sua è un provocatore, gioca a prenderla in giro con le parole e prova quasi una tenerezza condita di irritazione per l'ingenuità talvolta insopportabile di Erika. Mantiene la sua coerenza al patto, fino a quando non si rende conto anche lui che questa forma di compassione e di "educazione" alla vita concreta evolvono in timore di perderla. L'evoluzione di questo sentimento si scoprirà nel corso dell'anime.
Possiamo leggere la storia da due punti di vista: quello di Kyouya, un ragazzo del quale viene violata l'immagine per alimentare le bugie di una ragazza insicura; quella di Erika che, pur di non mettere in discussione la sua immagine pubblica, resiste a offese e delusioni private senza rispetto per la sua persona. L'immagine pubblica però lascia il posto al desiderio di resistere e di lottare per qualcosa di più grande: avere finalmente capito cosa vuol dire essere innamorate. Per fortuna la storia poi evolve e lascia spazio alla realizzazione del personaggio di Kyouya e al suo sentimento verso Erika: la buccia lascia il posto al succo.
Di questo anime non ho apprezzato soprattutto due aspetti: il rilancio di Kyouya come versione 2.0 di Naoki Irie di "Itazura Na Kiss". A mio avviso i due personaggi hanno in comune soltanto il lato sadico e delle questioni infantili da risolvere. Naoki Irie - pur nella sua lenta evoluzione - ha mantenuto coerenza rispetto alla caratterizzazione iniziale. In questo anime, il personaggio di Kyouya ha conosciuto una evoluzione troppo rapida... verso la fine della storia non sembra più lui. Se il desiderio degli autori era creare una versione evoluta di "Itazura Na Kiss", l'avrei filtrata degli aspetti sadici del personaggio maschile nonché degenerativi verso il ruolo della donna (anche come fidanzata e come madre). In sostanza, dalla "Bibbia degli shoujo" è stato colto il lato aspro, antipatico, tutto sommato contenuto da un focolaio familiare, ed è stato qui... peggiorato.
In secondo luogo, Erika: perché questa sottomissione? Totalmente ingiustificata. Carina l'idea iniziale, geniale, è stata capace di selezionare il più bello per avere un gioco a suo favore. Si è lasciata sopraffare dal peso del giudizio, quando aveva in pugno Kyouya da quasi subito - quando a casa in occasione della malattia lui aveva capito il lato positivo di avere a fianco un carattere nutrito dal genuino interesse per "la cura". Fossi stata nell'autrice, avrei accelerato nella protagonista il pensiero conveniente, un lieve stralcio di furbizia in più che basta per lasciarsi rispettare senza essere "abbandonata". Avrei dato maggiore dignità a questo personaggio, perché la bontà ripaga, ma il posto nella società (e poi nella coppia) si guadagna non lasciandosi trascinare fuori. È per quello che bisogna "lottare". Come scritto in un'altra recensione, credo che le giovani ragazze di oggi meritino qualcosina in più di un uomo educatore.