Recensione
Recensione di IgnisSphero
-
In quello che sembra essere l’epoca moderna nel Giappone, il mondo viene sconvolto da un virus che trasforma le persone in cadaveri. L’umanità, per proteggersi da questa pandemia, costruisce delle fortezze in grado di proteggere le persone al loro interno. Queste fortezze, che si collegano con altre tramite dei treni che portano notizie e approvvigionamento, vengono usate anche da alcune milizie per svolgere missioni di sterminio contro i cadaveri, i quali però non fanno che aumentare sempre più. Purtroppo in pochi sanno come uccidere i cadaveri, infatti il loro cuore si presenta (fonte del loro funzionamento) troppo duro da rompere, perché le armi convenzionali non funzionano contro di loro. Ikoma, un normale addetto alla manutenzione dei treni, cerca di sviluppare di nascosto un modo per poter fermare il virus e allo stesso costruire un’arma capace di abbatterli. Come in qualsiasi anime apocalittico, la pace non dura per molto, tanto che in uno di quei treni di rifornimento appaiono, al posto delle persone, dei cadaveri. Questi, riuscendo a sopraffare tutti gli individui presenti nel treno, riescono a entrare nella città in cui vive Ikoma, facendone strage degli abitanti. La vicenda vedrà Ikoma realizzare i suoi desideri, scoprendo il modo con cui abbatterli e diventare, per colpa di un cadavere, proprio uno di loro, senza però trasformarsi del tutto, acquistandone però la loro innata resistenza. Nel suo viaggio, per sfuggire ai cadaveri, riuscirà a trasmettere la sua conoscenza anche chi non saprà difendersi, imbattendosi in un mezzo cadavere come lui (una ragazza di nome Mumei), insieme ad altri sopravvissuti.
Ambientazione
Il treno, essendo in questo anime sia un simbolo di salvezza che di morte quando le cose volgono al peggio, è un elemento importante che noteremo ben presente nella maggior parte degli episodi. Attraverso esso, vedremo molti paesaggi desertici e paesi distrutti, tipici di un mondo alla rovina. A questo stato di decadenza, noteremo però che alcune città si distinguono da altre, proprio perché alcune risultano essere meno sviluppate. Fin da subito, quindi, possiamo capire che i protagonisti vivono in un mondo in cui è in corso quell’espansione scientifica tipica della prima Rivoluzione Industriale. Nel contesto si avvicina molto a quello di “Attack on Titan” (il regista è lo stesso), perché anch’esso si sviluppa proprio in quell’era. Sostanzialmente “AOT” ci lascia di stucco maggiormente, nascondendoci la verità e presentando, per molto tempo, un luogo rinascimentale, privo delle tecnologie che caratterizzano invece fin da subito “Kabaneri of the Iron Fortress”. Allo stesso tempo non si può parlare quindi dell’ambientazione come qualcosa di originale, perché prende grande spunto proprio dalla serie di “AOT” (anche come inquadratura di certe scene epiche).
La cosa che però può dare fastidio è proprio il fatto che il Giappone non si presenta come reale, bensì uno alternativo. Lo steampunk si potrà anche mischiare con la storia, creando delle ambientazioni ottimali, ma storce però il naso pensare a come sia possibile che una residenza del “Medioevo”, presentata (tutta in legno) in maniera abbastanza fatiscente, sia collegata attraverso tubi moderni e altoparlanti, rendendo la rappresentazione dell’atmosfera del passato abbastanza dimenticabile.
Animazione
L’animazione è di pregevole fattura, ma presenta anch’essa dei difetti. Per la prima metà dell’anime, vengono rappresentati dei cadaveri, di carnagione più scura e con qualche deformazione, che, tutto sommato, si presentano abbastanza credibili per un anime di tipo splatter d’orrore. In generale è di ottima fattura in tutte quelle situazioni che possiamo chiamare “tranquille e normali” all’interno dell’opera. Dalla seconda parte in poi vengono invece trasmesse scene che si avvicinano all’imbarazzante, tra cui l'orribile trasformazione di un personaggio dell'opera in una forma più evoluta di mezzo cadavere o la morte di un solo personaggio legato ai protagonisti. In aggiunta a questo esempio, troveremo anche tante altre irragionevoli situazione che potranno probabilmente causare una perdita di “hype”, specialmente per quelli che invece avranno apprezzato le scene d’azione iniziali.
Sceneggiatura e regia
Questi due punti sono abbastanza complicati da spiegare. L’opera si presenta altalenante, soprattutto per quella seconda metà che si discosta non poco dalla prima. Difatti, l’inizio dell’opera si presenta come un viaggio, irto di ostacoli e violenza, il cui tema risulta essere la sopravvivenza in un mondo ormai distorto. Mi sarei soprattutto aspettato che si valorizzaste il tema della coalizione. Questo però non succede, cedendo il posto al dramma di una storia, abbastanza sceneggiata sul momento, che viaggia sui temi quali il tradimento e il terrore. Una sorta di darwinismo sociale in chiave ormai ben ampiamente rivista in tante altre opere post-apocalittiche. Questo ha comportato una serie di azioni sconclusionate che hanno svalutato all’ultimo un’opera che poteva benissimo raggiungere vette elevate. In dodici episodi viene rappresentato di tutto e di più, attuando un processo che mira a concentrare molti temi di un certo spessore in poco tempo. Difatti è proprio per questo motivo che si notano frequentamene molti tagli da parte della regia.
L’anime ci presenta anche la morte di umani per mano di altri umani, cambiando totalmente le carte in regola e presentandoci un mondo ancor peggiore di quanto lo fosse già prima. Questa trama d’orrore poteva regalare forti soddisfazioni nel caso si fosse dato spazio a una durata maggiore, arrivando a rappresentare degli antagonisti caratterialmente meglio sviluppati e non relegati a essere mere marionette dei propri desideri. Sarà anche un anime particolarmente violento e degno di rivaleggiare con altri del suo genere, ma sono appena sufficienti le basi per poter rappresentare l’intensità di quei temi che vengono percepiti quando l’umanità si ritrova a stretto contatto con delle difficoltà apparentemente impossibili da risolvere.
Personaggi
Agli antagonisti male sviluppati si contrappongo dei protagonisti che invece rendono meglio, portandoci un po’ di soddisfazione. L’influenza del popolo che si presenta dubbioso (e anche incoerente in certe situazioni) e privo di fiducia verso Ikoma e Mumei, siccome diversi, rende particolarmente profonda la situazione di forte stress a cui i due sono sottoposti in ogni momento. Verso la fine dell’anime quindi è possibile avere un ricordo di questi protagonisti che si notano maggiormente rispetto ad altri personaggi, invece visti con meno rilevanza.
Conclusioni
Le difficoltà d’interpretazione che la trama presenta, in maniera sparsa, per tutta l’opera, rendono essenzialmente la serie poco convincente agli occhi di chi la guarda. Ecco perché, personalmente, affermo che essa sia solo apprezzabile come serie di passaggio oppure per chi è novizio negli anime. Cerca in tutti i modi di diventare più arzigogolata e artificiosa, ma sostanzialmente rimane un’opera dalla trama semplice e spiccia, che punta più sull’azione e sull’animazione senza notare tutto il resto.
Ambientazione
Il treno, essendo in questo anime sia un simbolo di salvezza che di morte quando le cose volgono al peggio, è un elemento importante che noteremo ben presente nella maggior parte degli episodi. Attraverso esso, vedremo molti paesaggi desertici e paesi distrutti, tipici di un mondo alla rovina. A questo stato di decadenza, noteremo però che alcune città si distinguono da altre, proprio perché alcune risultano essere meno sviluppate. Fin da subito, quindi, possiamo capire che i protagonisti vivono in un mondo in cui è in corso quell’espansione scientifica tipica della prima Rivoluzione Industriale. Nel contesto si avvicina molto a quello di “Attack on Titan” (il regista è lo stesso), perché anch’esso si sviluppa proprio in quell’era. Sostanzialmente “AOT” ci lascia di stucco maggiormente, nascondendoci la verità e presentando, per molto tempo, un luogo rinascimentale, privo delle tecnologie che caratterizzano invece fin da subito “Kabaneri of the Iron Fortress”. Allo stesso tempo non si può parlare quindi dell’ambientazione come qualcosa di originale, perché prende grande spunto proprio dalla serie di “AOT” (anche come inquadratura di certe scene epiche).
La cosa che però può dare fastidio è proprio il fatto che il Giappone non si presenta come reale, bensì uno alternativo. Lo steampunk si potrà anche mischiare con la storia, creando delle ambientazioni ottimali, ma storce però il naso pensare a come sia possibile che una residenza del “Medioevo”, presentata (tutta in legno) in maniera abbastanza fatiscente, sia collegata attraverso tubi moderni e altoparlanti, rendendo la rappresentazione dell’atmosfera del passato abbastanza dimenticabile.
Animazione
L’animazione è di pregevole fattura, ma presenta anch’essa dei difetti. Per la prima metà dell’anime, vengono rappresentati dei cadaveri, di carnagione più scura e con qualche deformazione, che, tutto sommato, si presentano abbastanza credibili per un anime di tipo splatter d’orrore. In generale è di ottima fattura in tutte quelle situazioni che possiamo chiamare “tranquille e normali” all’interno dell’opera. Dalla seconda parte in poi vengono invece trasmesse scene che si avvicinano all’imbarazzante, tra cui l'orribile trasformazione di un personaggio dell'opera in una forma più evoluta di mezzo cadavere o la morte di un solo personaggio legato ai protagonisti. In aggiunta a questo esempio, troveremo anche tante altre irragionevoli situazione che potranno probabilmente causare una perdita di “hype”, specialmente per quelli che invece avranno apprezzato le scene d’azione iniziali.
Sceneggiatura e regia
Questi due punti sono abbastanza complicati da spiegare. L’opera si presenta altalenante, soprattutto per quella seconda metà che si discosta non poco dalla prima. Difatti, l’inizio dell’opera si presenta come un viaggio, irto di ostacoli e violenza, il cui tema risulta essere la sopravvivenza in un mondo ormai distorto. Mi sarei soprattutto aspettato che si valorizzaste il tema della coalizione. Questo però non succede, cedendo il posto al dramma di una storia, abbastanza sceneggiata sul momento, che viaggia sui temi quali il tradimento e il terrore. Una sorta di darwinismo sociale in chiave ormai ben ampiamente rivista in tante altre opere post-apocalittiche. Questo ha comportato una serie di azioni sconclusionate che hanno svalutato all’ultimo un’opera che poteva benissimo raggiungere vette elevate. In dodici episodi viene rappresentato di tutto e di più, attuando un processo che mira a concentrare molti temi di un certo spessore in poco tempo. Difatti è proprio per questo motivo che si notano frequentamene molti tagli da parte della regia.
L’anime ci presenta anche la morte di umani per mano di altri umani, cambiando totalmente le carte in regola e presentandoci un mondo ancor peggiore di quanto lo fosse già prima. Questa trama d’orrore poteva regalare forti soddisfazioni nel caso si fosse dato spazio a una durata maggiore, arrivando a rappresentare degli antagonisti caratterialmente meglio sviluppati e non relegati a essere mere marionette dei propri desideri. Sarà anche un anime particolarmente violento e degno di rivaleggiare con altri del suo genere, ma sono appena sufficienti le basi per poter rappresentare l’intensità di quei temi che vengono percepiti quando l’umanità si ritrova a stretto contatto con delle difficoltà apparentemente impossibili da risolvere.
Personaggi
Agli antagonisti male sviluppati si contrappongo dei protagonisti che invece rendono meglio, portandoci un po’ di soddisfazione. L’influenza del popolo che si presenta dubbioso (e anche incoerente in certe situazioni) e privo di fiducia verso Ikoma e Mumei, siccome diversi, rende particolarmente profonda la situazione di forte stress a cui i due sono sottoposti in ogni momento. Verso la fine dell’anime quindi è possibile avere un ricordo di questi protagonisti che si notano maggiormente rispetto ad altri personaggi, invece visti con meno rilevanza.
Conclusioni
Le difficoltà d’interpretazione che la trama presenta, in maniera sparsa, per tutta l’opera, rendono essenzialmente la serie poco convincente agli occhi di chi la guarda. Ecco perché, personalmente, affermo che essa sia solo apprezzabile come serie di passaggio oppure per chi è novizio negli anime. Cerca in tutti i modi di diventare più arzigogolata e artificiosa, ma sostanzialmente rimane un’opera dalla trama semplice e spiccia, che punta più sull’azione e sull’animazione senza notare tutto il resto.