Recensione
Non ricordo se vidi prima l'anime o lessi prima il manga. Ricordo però benissimo l'effetto che fece su di me: quello di uno tsunami. Abituata alle principesse della Disney, alle storie che terminavano con il classico "E vissero felici e contenti", la storia di Versailles no Bara, più conosciuto da noi come Lady Oscar, fu un vero shock. Non avevo ancora dieci anni e il mio immaginario fu segnato irrimediabilmente dalle tragiche figure femminili che popolavano le pagine del manga (non che a quelle maschili andasse poi tanto meglio). Quindi avere di nuovo fra le mani quest'opera in una nuova edizione curata da J-Pop è un'emozione speciale. Perché Lady Oscar/Le Rose di Versailles è un caposaldo del genere e ogni generazione ha diritto a trovarla nelle fumetterie e a leggerla.
In Italia il manga ha una lunga storia: fu pubblicato per la prima volta da Fratelli Fabbri Editori nel 1983, in un'edizione a colori e con il finale modificato. Erano piccoli fascicoli allegati alla rivista Candy Candy (tanto per restare in tema di opere che hanno segnato una generazione). Fu riproposto da Granata Press nel 1993 e da Planet Manga nel 2001, che di seguito pubblicò anche Versailles no bara gaiden con il sottotitolo Le storie gotiche. Dal 2008 d/visual iniziò a pubblicare una nuova edizione italiana in sei volumi deluxe con sovraccoperta. In ottobre 2015 RW Edizioni sotto etichetta Goen, tornò a pubblicare Lady Oscar dal primo numero. Con tutte queste edizioni viene spontaneo chiedersi se ne serviva davvero un'altra. Io credo di sì, soprattutto se lo si fa con rispetto, cura e amore dando vita ad un prodotto extra lusso ma anche perché parliamo di un'opera che va letta per la sua incredibile importanza storica.
La sua autrice è Riyoko Ikeda, nata il 18 dicembre 1947 nella città di Osaka. Alla fine degli anni 60 è una giovane studentessa di filosofia con il sogno di diventare cantante. Questo sogno però non è ben visto dai suoi genitori e quindi la ragazza, per pagarsi da sola gli studi musicali, decide di trovare una fonte di guadagno e inizia a disegnare. Il suo modello è il dio dei manga Osamu Tezuka, ma lei non è da meno: il suo tratto semplice ma elegante e molto femminile si fa largo in un mondo spiccatamente maschile sia fra i disegnatori che fra i lettori. Potremmo dire che è anche grazie a lei che nasce il periodo d'oro degli "shojo". L'idea iniziale della Ikeda era di scrivere un'opera dedicata alla vita di Maria Antonietta di Asburgo-Lorena ma i capi della casa editrice Shueisha all'inizio storcono il naso: non credono che un soggetto del genere possa avere successo presso il pubblico, quindi consigliano alla mangaka di introdurre qualcosa che possa incuriosire e appassionare.
La Ikeda, da sempre fan del teatro Takarazuka, dove tutti i ruoli sia maschili che femminili sono impersonati da donne, si lascia ispirare da esso e decide di introdurre un personaggio femminile che però per tutta la durata della storia avrebbe indossato abiti maschili. Inoltre la mangaka ha studiato profondamente la storia di quel periodo e una figura del genere non sarebbe stata una forzatura: alla corte di Versailles poteva capitare che per divertirsi e ingannare la noia le donne assumessero tratti mascolini senza contare poi le tante donne che erano scese a fianco degli uomini durante la Rivoluzione Francese, salendo sulle barricate o arrivando addirittura ad armarsi.
Nasce così Oscar, bambina che per volere del padre viene cresciuta come uomo ed educata alla carriera militare. Il 21 maggio 1972 esce sulla rivista Weekly Margaret il primo numero di Berusaiyu no bara. Le sue vicende compaiono settimana dopo settimana senza interruzioni, su tutte le successive uscite del Weekly Margaret fino al numero 52, pubblicato il 23 dicembre 1973, con cui si conclude la storia.
Il successo è travolgente: tra il 1972 e il 1974 Berubara (come viene sintetizzato il titolo giapponese) vende 13 milioni di copie secondo i dati diffusi dalla casa editrice Shueisha. Riyoko Ikeda, vista l'enorme popolarità del suo manga, nel 1973 decide di abbandonare la Facoltà di Filosofia e si dedica esclusivamente alla carriera di disegnatrice.
Ma perché Lady Oscar ha avuto e ha ancora tutto questo successo? I fattori sono molteplici: dal tratto della mangaka, esteticamente elegantissimo e molto dettagliato, alla trama in cui si intreccia la Storia di un paese intero e le storie dei vari personaggi, siano essi realmente esistiti come la Regina Maria Antonietta o puramente di fantasia come Oscar o André.
La Ikeda infatti riesce a costruire una sceneggiatura in cui fantasia e realtà si fondono e gli attori vivono le loro vicissitudini nella Storia, creando un tutt'uno in cui i protagonisti evolvono assieme agli eventi che porteranno alla Rivoluzione Francese. Il lettore si appassiona così ai destini dei vari personaggi che pur appartenendo all'elite del tempo, in realtà sono schiacciati ed imprigionati da una società opprimente e colma di rigide regole da cui è difficile fuggire.
Per Oscar, André, Maria Antonietta e Fersen sarà la scoperta dell'Amore a renderli consapevoli della loro condizione di prigionieri in una vita e in un ruolo che spesso non hanno scelto ma che è stato loro imposto. Soprattutto Oscar e Maria Antonietta reclamano il loro diritto di essere donne ma soprattutto di essere se stesse e di poter decidere da sole della propria vita.
Se pensiamo che questo manga è stato pubblicato agli inizi degli anni 70, vi si può facilmente riconoscere una denuncia della condizione della donna in Giappone, considerata spesso inferiore all'uomo. La stessa Ikeda ha dichiarato in un'intervista che il suo compenso era la metà di quello di un uomo perché se lei si fosse sposata sarebbe stato suo marito a provvedere a sostenerla economicamente, mentre ciò non sarebbe valso per un uomo.
Oscar è diventata quindi subito ed ha continuato ad esserlo negli anni un simbolo di donna forte, coraggiosa, leale ma anche umana, grazie alle sue fragilità, ai suoi dubbi e ai suoi tormenti. Questo l'ha resa un modello per moltissime persone, abbattendo le barriere di genere. La sua storia scardina i modelli a cui si attenevano fino allora i manga per ragazze, grazie ad una eroina che si ribella alla società conservatrice a cui appartiene e che si appropria di un ruolo che fino a quel momento era unicamente appannaggio degli uomini.
La sua figura non poteva sfuggire alla Takarazuka Production che contatta Riyoko Ikeda proponendole di trasporre la storia in versione musical. La mangaka che è sempre stata una grande fan del teatro Takarazuka ovviamente approva il progetto e nel 1974 viene messa in scena per la prima volta il "Berubara Grand Romance". Nei due anni che seguono dalle vendite dei biglietti si calcola che lo abbiano visto circa 4 milioni di donne.
Un altro fattore da considerare è la cura quasi maniacale con cui la Ikeda si documenta sul periodo storico: molti personaggi anche secondari sono realmente esistiti così come diversi avvenimenti. Il tutto è sottolineato da didascalie esplicative che in alcuni casi si soffermano anche a illustrare il futuro della Francia, come nel caso di Robespierre o Napoleone. D'altronde la mangaka è una vera appassionata di Storia se si pensa che nel 1996 e nel 1997 pubblica rispettivamente due saggi storici "Rekishi no Naka no Otokotachi" e "Meisho o Kaita Onnatachi", in cui commenta le vite dei più grandi uomini e donne di tutti i tempi.
Per celebrare tutta la grandezza di quest'opera iconica, la J-Pop ha deciso di pensare in grande, riunendo la serie classica in un cofanetto extra lusso, composto da cinque volumi da oltre 350 pagine, formato 15x21 cm. Ogni volume contiene tutte le pagine a colori previste in originale e una gallery delle illustrazioni uscite all'epoca della prima serializzazione su rivista. Inoltre è contenuto anche un esclusivo libretto con tutti i frontespizi dell'edizione originale Margaret Comics degli anni '70 (raccolta unica al mondo) e la paper doll di Lady Oscar.
Il cofanetto che racchiude tutto questo materiale è composto da due parti: un diorama esterno che riproduce il famoso cancello di Versailles e un box più interno che serve a custodire i cinque volumi che affiancati riproducono il volto di Oscar. Le storie aggiuntive che Riyoko Ikeda decide di disegnare a metà degli anni '80 conosciute come Gaiden non sono presenti, ma l'editore ha rassicurato i fan durante la live sul canale Twitch di AnimeClick confermando che saranno pubblicati più avanti, in un'uscita a parte.
Berusaiyu no bara - Versailles no Bara - Le Rose di Versailles - Lady Oscar: non importa con quale nome questo manga sia entrato nella nostra vita, quel che è certo è che si è portato via un pezzetto del nostro cuore. Ci ha divertito, emozionato, indignato e istruito. Ha creato figure iconiche che hanno travalicato i decenni. Se dopo più di quarant'anni dalla sua uscita siamo ancora qui a parlarne un motivo ci sarà...
In Italia il manga ha una lunga storia: fu pubblicato per la prima volta da Fratelli Fabbri Editori nel 1983, in un'edizione a colori e con il finale modificato. Erano piccoli fascicoli allegati alla rivista Candy Candy (tanto per restare in tema di opere che hanno segnato una generazione). Fu riproposto da Granata Press nel 1993 e da Planet Manga nel 2001, che di seguito pubblicò anche Versailles no bara gaiden con il sottotitolo Le storie gotiche. Dal 2008 d/visual iniziò a pubblicare una nuova edizione italiana in sei volumi deluxe con sovraccoperta. In ottobre 2015 RW Edizioni sotto etichetta Goen, tornò a pubblicare Lady Oscar dal primo numero. Con tutte queste edizioni viene spontaneo chiedersi se ne serviva davvero un'altra. Io credo di sì, soprattutto se lo si fa con rispetto, cura e amore dando vita ad un prodotto extra lusso ma anche perché parliamo di un'opera che va letta per la sua incredibile importanza storica.
La sua autrice è Riyoko Ikeda, nata il 18 dicembre 1947 nella città di Osaka. Alla fine degli anni 60 è una giovane studentessa di filosofia con il sogno di diventare cantante. Questo sogno però non è ben visto dai suoi genitori e quindi la ragazza, per pagarsi da sola gli studi musicali, decide di trovare una fonte di guadagno e inizia a disegnare. Il suo modello è il dio dei manga Osamu Tezuka, ma lei non è da meno: il suo tratto semplice ma elegante e molto femminile si fa largo in un mondo spiccatamente maschile sia fra i disegnatori che fra i lettori. Potremmo dire che è anche grazie a lei che nasce il periodo d'oro degli "shojo". L'idea iniziale della Ikeda era di scrivere un'opera dedicata alla vita di Maria Antonietta di Asburgo-Lorena ma i capi della casa editrice Shueisha all'inizio storcono il naso: non credono che un soggetto del genere possa avere successo presso il pubblico, quindi consigliano alla mangaka di introdurre qualcosa che possa incuriosire e appassionare.
La Ikeda, da sempre fan del teatro Takarazuka, dove tutti i ruoli sia maschili che femminili sono impersonati da donne, si lascia ispirare da esso e decide di introdurre un personaggio femminile che però per tutta la durata della storia avrebbe indossato abiti maschili. Inoltre la mangaka ha studiato profondamente la storia di quel periodo e una figura del genere non sarebbe stata una forzatura: alla corte di Versailles poteva capitare che per divertirsi e ingannare la noia le donne assumessero tratti mascolini senza contare poi le tante donne che erano scese a fianco degli uomini durante la Rivoluzione Francese, salendo sulle barricate o arrivando addirittura ad armarsi.
Nasce così Oscar, bambina che per volere del padre viene cresciuta come uomo ed educata alla carriera militare. Il 21 maggio 1972 esce sulla rivista Weekly Margaret il primo numero di Berusaiyu no bara. Le sue vicende compaiono settimana dopo settimana senza interruzioni, su tutte le successive uscite del Weekly Margaret fino al numero 52, pubblicato il 23 dicembre 1973, con cui si conclude la storia.
Il successo è travolgente: tra il 1972 e il 1974 Berubara (come viene sintetizzato il titolo giapponese) vende 13 milioni di copie secondo i dati diffusi dalla casa editrice Shueisha. Riyoko Ikeda, vista l'enorme popolarità del suo manga, nel 1973 decide di abbandonare la Facoltà di Filosofia e si dedica esclusivamente alla carriera di disegnatrice.
Ma perché Lady Oscar ha avuto e ha ancora tutto questo successo? I fattori sono molteplici: dal tratto della mangaka, esteticamente elegantissimo e molto dettagliato, alla trama in cui si intreccia la Storia di un paese intero e le storie dei vari personaggi, siano essi realmente esistiti come la Regina Maria Antonietta o puramente di fantasia come Oscar o André.
La Ikeda infatti riesce a costruire una sceneggiatura in cui fantasia e realtà si fondono e gli attori vivono le loro vicissitudini nella Storia, creando un tutt'uno in cui i protagonisti evolvono assieme agli eventi che porteranno alla Rivoluzione Francese. Il lettore si appassiona così ai destini dei vari personaggi che pur appartenendo all'elite del tempo, in realtà sono schiacciati ed imprigionati da una società opprimente e colma di rigide regole da cui è difficile fuggire.
Per Oscar, André, Maria Antonietta e Fersen sarà la scoperta dell'Amore a renderli consapevoli della loro condizione di prigionieri in una vita e in un ruolo che spesso non hanno scelto ma che è stato loro imposto. Soprattutto Oscar e Maria Antonietta reclamano il loro diritto di essere donne ma soprattutto di essere se stesse e di poter decidere da sole della propria vita.
Se pensiamo che questo manga è stato pubblicato agli inizi degli anni 70, vi si può facilmente riconoscere una denuncia della condizione della donna in Giappone, considerata spesso inferiore all'uomo. La stessa Ikeda ha dichiarato in un'intervista che il suo compenso era la metà di quello di un uomo perché se lei si fosse sposata sarebbe stato suo marito a provvedere a sostenerla economicamente, mentre ciò non sarebbe valso per un uomo.
Oscar è diventata quindi subito ed ha continuato ad esserlo negli anni un simbolo di donna forte, coraggiosa, leale ma anche umana, grazie alle sue fragilità, ai suoi dubbi e ai suoi tormenti. Questo l'ha resa un modello per moltissime persone, abbattendo le barriere di genere. La sua storia scardina i modelli a cui si attenevano fino allora i manga per ragazze, grazie ad una eroina che si ribella alla società conservatrice a cui appartiene e che si appropria di un ruolo che fino a quel momento era unicamente appannaggio degli uomini.
La sua figura non poteva sfuggire alla Takarazuka Production che contatta Riyoko Ikeda proponendole di trasporre la storia in versione musical. La mangaka che è sempre stata una grande fan del teatro Takarazuka ovviamente approva il progetto e nel 1974 viene messa in scena per la prima volta il "Berubara Grand Romance". Nei due anni che seguono dalle vendite dei biglietti si calcola che lo abbiano visto circa 4 milioni di donne.
Un altro fattore da considerare è la cura quasi maniacale con cui la Ikeda si documenta sul periodo storico: molti personaggi anche secondari sono realmente esistiti così come diversi avvenimenti. Il tutto è sottolineato da didascalie esplicative che in alcuni casi si soffermano anche a illustrare il futuro della Francia, come nel caso di Robespierre o Napoleone. D'altronde la mangaka è una vera appassionata di Storia se si pensa che nel 1996 e nel 1997 pubblica rispettivamente due saggi storici "Rekishi no Naka no Otokotachi" e "Meisho o Kaita Onnatachi", in cui commenta le vite dei più grandi uomini e donne di tutti i tempi.
Per celebrare tutta la grandezza di quest'opera iconica, la J-Pop ha deciso di pensare in grande, riunendo la serie classica in un cofanetto extra lusso, composto da cinque volumi da oltre 350 pagine, formato 15x21 cm. Ogni volume contiene tutte le pagine a colori previste in originale e una gallery delle illustrazioni uscite all'epoca della prima serializzazione su rivista. Inoltre è contenuto anche un esclusivo libretto con tutti i frontespizi dell'edizione originale Margaret Comics degli anni '70 (raccolta unica al mondo) e la paper doll di Lady Oscar.
Il cofanetto che racchiude tutto questo materiale è composto da due parti: un diorama esterno che riproduce il famoso cancello di Versailles e un box più interno che serve a custodire i cinque volumi che affiancati riproducono il volto di Oscar. Le storie aggiuntive che Riyoko Ikeda decide di disegnare a metà degli anni '80 conosciute come Gaiden non sono presenti, ma l'editore ha rassicurato i fan durante la live sul canale Twitch di AnimeClick confermando che saranno pubblicati più avanti, in un'uscita a parte.
Berusaiyu no bara - Versailles no Bara - Le Rose di Versailles - Lady Oscar: non importa con quale nome questo manga sia entrato nella nostra vita, quel che è certo è che si è portato via un pezzetto del nostro cuore. Ci ha divertito, emozionato, indignato e istruito. Ha creato figure iconiche che hanno travalicato i decenni. Se dopo più di quarant'anni dalla sua uscita siamo ancora qui a parlarne un motivo ci sarà...