Recensione
Kamisama ni Natta hi
6.5/10
"The Day I Became a God" è un'opera sbagliata sin da prima della sua uscita.
Il problema sono le grandi pretese createsi prima della visione, sia come opera di Maeda sia come trailar recitante "l'anime più commovente di sempre".
La pecca più grande dell'opera indubbiamente è stata il protagonista, Yota, che non solo risulta fastidioso durante tutto il corso dell'opera, ma a tratti diventa decerebrato verso la conclusione, compiendo azioni che non riusciresti a concepire neanche da un bambino di tre anni, senza alcuna spiegazione logica.
Purtroppo manca di logica anche il finale, dove, pur di creare qualche scena tenera (con me ci sono riusciti, sono decisamente sensibile alla tenerezza), decidono di riscrivere le leggi della medicina e della psichiatria.
I personaggi secondari risultano alquanto inutili. Ogni nuovo episodio era come se introducesse nuovi personaggi, proprio perché nessuno di essi viene caratterizzato e risulta difficile ricordarli.
Non fraintendetemi, la visione è stata piacevole, a tratti divertente, e verso la fine anche molto triste, ma le aspettative createsi prima della messa in onda hanno totalmente rovinato la visione del finale, che apprezzo perché, senza incorrere in spoiler, si allontana dai classici finali di Maeda, ma non sono riuscito a versare neanche mezza lacrima, tranne per qualche scena durata pochi secondi che sicuramente mi è entrata nel cuore. La storia è carina, delle volte scontata ma comunque piacevole, il colpo di scena facile da intuire qualche episodio prima che venga svelato, ma comunque d'effetto.
In conclusione, è un'opera senza lode né infamia, dalle OST molto carine, disegni ben fatti, ma che non si può apprezzare se cominci la visione con le stesse aspettative che ti lascia intendere il trailer. La presenza del protagonista e il finale fantascientifico mi costringono a levare un punto dal voto finale, perché verso il termine dell'opera hanno influito non poco, quindi da un 7,5 sono costretto a dare un 6,5.
Troppe le aspettative e finale che non rispetta le proprie premesse, almeno nel mio caso.
Il problema sono le grandi pretese createsi prima della visione, sia come opera di Maeda sia come trailar recitante "l'anime più commovente di sempre".
La pecca più grande dell'opera indubbiamente è stata il protagonista, Yota, che non solo risulta fastidioso durante tutto il corso dell'opera, ma a tratti diventa decerebrato verso la conclusione, compiendo azioni che non riusciresti a concepire neanche da un bambino di tre anni, senza alcuna spiegazione logica.
Purtroppo manca di logica anche il finale, dove, pur di creare qualche scena tenera (con me ci sono riusciti, sono decisamente sensibile alla tenerezza), decidono di riscrivere le leggi della medicina e della psichiatria.
I personaggi secondari risultano alquanto inutili. Ogni nuovo episodio era come se introducesse nuovi personaggi, proprio perché nessuno di essi viene caratterizzato e risulta difficile ricordarli.
Non fraintendetemi, la visione è stata piacevole, a tratti divertente, e verso la fine anche molto triste, ma le aspettative createsi prima della messa in onda hanno totalmente rovinato la visione del finale, che apprezzo perché, senza incorrere in spoiler, si allontana dai classici finali di Maeda, ma non sono riuscito a versare neanche mezza lacrima, tranne per qualche scena durata pochi secondi che sicuramente mi è entrata nel cuore. La storia è carina, delle volte scontata ma comunque piacevole, il colpo di scena facile da intuire qualche episodio prima che venga svelato, ma comunque d'effetto.
In conclusione, è un'opera senza lode né infamia, dalle OST molto carine, disegni ben fatti, ma che non si può apprezzare se cominci la visione con le stesse aspettative che ti lascia intendere il trailer. La presenza del protagonista e il finale fantascientifico mi costringono a levare un punto dal voto finale, perché verso il termine dell'opera hanno influito non poco, quindi da un 7,5 sono costretto a dare un 6,5.
Troppe le aspettative e finale che non rispetta le proprie premesse, almeno nel mio caso.