Recensione
Kemono Jihen
6.5/10
TRAMA: Per risolvere un misterioso caso, viene assunto un bizzarro detective di nome Inugami che, durante le indagini, si imbatte in un misterioso ragazzo del posto, Dorotabo, abbandonato dai suoi genitori e non amato nè dalla zia nè dal cugino, con i quali convive: il suo particolare legame con il mondo dei demoni sarà un fondamentale aiuto per il detective, ma poi...
E’ indubbio che questo shōnen non si possa definire originale, tuttavia possiede una capacità di intrattenere davvero notevole. I toni horror e drammatici, che si alternano a quelli più comici e slice of life, rendono la lettura assai piacevole e, al tempo stesso, scorrevole. Sebbene i personaggi siano alquanto stereotipati (il ragazzo freddo e distaccato, il detective scaltro e misterioso, il personaggio dalla testa calda che gioca a fare il duro e l’androgino uomo che si comporta da donna), le relazioni che si instaurano fra loro costituiscono uno dei punti di forza e di rottura dell’opera stessa, permettendoci così di uscire un po’ dalla linearità della trama.
La vera chicca, per me anche molto interessante, è senza dubbio il forte richiamo al folklore giapponese, rivisitato e adattato a tale tipologia di narrazione. In questo primo volume ci vengono presentate alcune creature della tradizione: il “tanuki“ (creatura dall’aspetto di un cane-procione, burlone e maestro del travestimento), i “kemono” (esseri dalle fattezze ferine e dotati di capacità superiori a quelle umane), i “sanshichu” (tre vermi parassiti soprannaturali che abitano nelle viscere umane danneggiandole), e l’“Inari” (divinità della fertilità e delle volpi).
Le tavole, tipiche dello stile shōnen e rese ancora più accattivanti dalla bianchissima carta della J-POP, sono semplici, pulite ed immediate. Gli sfondi, spesso assenti, lasciano il posto ad un’intensa resa delle emozioni ed espressioni dei vari personaggi.
In conclusione, se siete amanti sfegatati di tale target, o se siete in cerca di una lettura più tranquilla che possa spezzarne altre più impegnative, potreste dare una possibilità a questa nuova opera!
E’ indubbio che questo shōnen non si possa definire originale, tuttavia possiede una capacità di intrattenere davvero notevole. I toni horror e drammatici, che si alternano a quelli più comici e slice of life, rendono la lettura assai piacevole e, al tempo stesso, scorrevole. Sebbene i personaggi siano alquanto stereotipati (il ragazzo freddo e distaccato, il detective scaltro e misterioso, il personaggio dalla testa calda che gioca a fare il duro e l’androgino uomo che si comporta da donna), le relazioni che si instaurano fra loro costituiscono uno dei punti di forza e di rottura dell’opera stessa, permettendoci così di uscire un po’ dalla linearità della trama.
La vera chicca, per me anche molto interessante, è senza dubbio il forte richiamo al folklore giapponese, rivisitato e adattato a tale tipologia di narrazione. In questo primo volume ci vengono presentate alcune creature della tradizione: il “tanuki“ (creatura dall’aspetto di un cane-procione, burlone e maestro del travestimento), i “kemono” (esseri dalle fattezze ferine e dotati di capacità superiori a quelle umane), i “sanshichu” (tre vermi parassiti soprannaturali che abitano nelle viscere umane danneggiandole), e l’“Inari” (divinità della fertilità e delle volpi).
Le tavole, tipiche dello stile shōnen e rese ancora più accattivanti dalla bianchissima carta della J-POP, sono semplici, pulite ed immediate. Gli sfondi, spesso assenti, lasciano il posto ad un’intensa resa delle emozioni ed espressioni dei vari personaggi.
In conclusione, se siete amanti sfegatati di tale target, o se siete in cerca di una lettura più tranquilla che possa spezzarne altre più impegnative, potreste dare una possibilità a questa nuova opera!