Recensione
Porco Rosso
7.0/10
Recensione di Shiryu of Dragon
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"Porco Rosso" mi è piaciuto. È una bella dedica all'Italia ed è di un umorismo forse non freschissimo, ma che comunque nel suo piccolo funziona, in parte anche grazie all'adattamento italiano, che, escluse due o tre frasi adattate in un linguaggio pessimo, per il resto è buono e a mio avviso arricchisce la caratterizzazione del protagonista. Anche il doppiaggio è di qualità e la voce di Marco è perfetta.
Uno strumento musicale ricorrente nel sottofondo del film è il mandolino, certamente non per caso. Anche la musica richiama alla cultura popolare italiana.
Questo lungometraggio vuol essere comico e in buona parte ci riesce, anche se rimane uno humour sempliciotto, un poco alla Bud Spencer e Terence Hill: scazzottate, corse, scommesse, sfide, un po' di anticlimax. Quindi nulla di formidabile a mio parere, però ci sta. L'anticlimax è particolarmente di aiuto al maestro Miyazaki: non era qui nelle sue intenzioni scrivere una trama da colpi di scena eclatanti o dal pessimismo inguaribile. Il dramma, quando c'è, è velato e passeggero.
Interessante come qui Miyazaki delinei una sorta di dimensione metafisica che nei suoi film precedenti non si era mai vista. Sul piano del genere narrativo, questo lungometraggio è molto ibrido, perché è un po' storico (ma il regime fascista fa quasi solo da ambientazione), un po' di fantasia (strizza l'occhio a una famosa favola popolare: "La principessa e il ranocchio"), un po' comico.
E la famosa scena dentro la sala del cinema, dove Porco dice "Piuttosto che diventare fascista, meglio essere un maiale", è meravigliosa, penso che sia passata alla storia nel mondo del cinema.
Il film presenta anche un bell'omaggio all'animazione americana degli inizi, introducendo così un simpatico esempio di meta-narrazione.
Il ritmo della narrazione tuttavia non è il massimo: in qualche momento ho percepito dei tempi morti.
Mi ha un po' sconcertato quest'accenno di rapporto romantico fra una pischella di diciassette anni e un uomo che ha come minimo trent'anni in più sul groppone. La storia prende una piega forse un po' troppo stramba da questo punto di vista.
Benché gradevole, secondo me non regge il confronto con alcuni altri film Ghibli, ma è anche ben lontano dall'essere il peggiore. Merita assolutamente di essere visto.
Uno strumento musicale ricorrente nel sottofondo del film è il mandolino, certamente non per caso. Anche la musica richiama alla cultura popolare italiana.
Questo lungometraggio vuol essere comico e in buona parte ci riesce, anche se rimane uno humour sempliciotto, un poco alla Bud Spencer e Terence Hill: scazzottate, corse, scommesse, sfide, un po' di anticlimax. Quindi nulla di formidabile a mio parere, però ci sta. L'anticlimax è particolarmente di aiuto al maestro Miyazaki: non era qui nelle sue intenzioni scrivere una trama da colpi di scena eclatanti o dal pessimismo inguaribile. Il dramma, quando c'è, è velato e passeggero.
Interessante come qui Miyazaki delinei una sorta di dimensione metafisica che nei suoi film precedenti non si era mai vista. Sul piano del genere narrativo, questo lungometraggio è molto ibrido, perché è un po' storico (ma il regime fascista fa quasi solo da ambientazione), un po' di fantasia (strizza l'occhio a una famosa favola popolare: "La principessa e il ranocchio"), un po' comico.
E la famosa scena dentro la sala del cinema, dove Porco dice "Piuttosto che diventare fascista, meglio essere un maiale", è meravigliosa, penso che sia passata alla storia nel mondo del cinema.
Il film presenta anche un bell'omaggio all'animazione americana degli inizi, introducendo così un simpatico esempio di meta-narrazione.
Il ritmo della narrazione tuttavia non è il massimo: in qualche momento ho percepito dei tempi morti.
Mi ha un po' sconcertato quest'accenno di rapporto romantico fra una pischella di diciassette anni e un uomo che ha come minimo trent'anni in più sul groppone. La storia prende una piega forse un po' troppo stramba da questo punto di vista.
Benché gradevole, secondo me non regge il confronto con alcuni altri film Ghibli, ma è anche ben lontano dall'essere il peggiore. Merita assolutamente di essere visto.