Recensione
Little Busters!
9.0/10
Recensione di Marco Senpai
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Ultimamente ho recuperato "Clannad" e sono rimasto piacevolmente colpito dalla visione di questo anime, quindi ho deciso di dare la possibilità ad altre opere tratte dallo stesso studio di visual novel. Quindi ho scelto di guardare l'adattamento animato di "Little Busters!", in quanto presenta molte analogie con l'anime citato poc'anzi. Anche se occorre fare delle precisazioni, l'anime recensito non è realizzato dallo stesso studio di quello di "Clannad", la Kyoto Animation, bensì dalla J.C. Staff, che in precedenza ha realizzato, per quanto mi riguarda, due ottimi prodotti del calibro di "To Aru Majutsu no Index" e "To Aru Kagaku no Railgun". Avviso anche che non ho avuto la possibilità di leggere il romanzo visivo originale, tuttavia, dai fan della Key, viene ritenuto, generalmente, un buon adattamento.
Infatti si può evincere facilmente che le menti che hanno ideato la storia sono le medesime, in particolare per quanto concerne la trama. Se in "Clannad" il protagonista, Tomoya, aiuta Nagisa a dare nuova luce al club di teatro, in "Little Busters!" abbiamo Rikki, che, invece, cerca dei membri per il club di baseball. Inoltre, in entrambe le avventure scolastiche viene aggiunto quel pizzico di soprannaturale, che rende le vicende più avvincenti e interessanti, caratteristica tipica dei prodotti targati Key. Infine, sia in "Clannad", che in "Little Busters!", abbiamo lo sviluppo di una sotto-trama, che ha a che fare con questa componente misteriosa, che contraddistingue queste serie. Nel primo il mondo illusorio, nel secondo delle strane lettere, che potrebbero svelare, addirittura, il segreto del mondo.
Primo piccolo punto dolente che, a mio avviso, rende questo anime inferiore alla prima serie di "Clannad" sono proprio gli incarichi da portare a termine, racchiusi in queste lettere, che ho trovato abbastanza banali e non affascinanti, quanto la meccanica del "mondo illusorio" o "fantasia invernale", attorno alla quale ruota la trama di "Clannad". Secondo difetto, sempre correlato in parte a ciò, è che a volte, eccezion fatta per alcune scene non da scartare, questi episodi, meno incisivi, spezzano il ritmo narrativo di determinati archi; nel concreto mi riferisco a quello dell'eroina Kud con l'episodio 20. Poi abbiamo anche dei veri e propri riempitivi, quel tipo di episodi che, se per sbaglio salti, non te ne accorgi nemmeno, e mi riferisco all'episodio 11 dedicato alla scuola infestata, che non ha minimamente senso dove è stato inserito, in quanto avviene esattamente dopo l'episodio introduttivo delle vicende di Midori. Ci potrebbe stare, come extra, ma in questo caso si rischia di rovinare il climax di tristezza delle vicende, che invece avevo trovato estremamente efficace in un'opera come "Clannad".
Da questo punto di vista l'unico che non delude risulta il filone dedicato a Komori, che infatti mi ha emozionato e commosso, quanto le "route" dedicate alle eroine di "Clannad". Però non fraintendete, mi riferisco in particolare al pathos narrativo, in quanto è impossibile non notare gli spunti originali delle storie degli altri personaggi. In particolare, mi riferisco a Midori, che tratta il tema del doppio e dell'amico immaginario, di cui altre opere come "Chaos;Child" e "Seishun Buta Yarō" di sicuro hanno preso ispirazione, che sfocia, poi, in una riflessione eccellente sul tema della solitudine.
Altro punto piuttosto innovativo, e stiamo parlando di prodotto tratto da una visual novel in realtà uscita nel 2007 - l'anime, invece, vede la luce solamente nel 2012 -, è la presenza di ben quattro personaggi maschili nel cast, che potrebbe essere un dato irrilevante, quando invece, se si conosce il medium delle visual novel, è abbastanza sorprendente. Gli anime tratti da questa categoria di prodotti sono, quasi sempre, harem, e quindi si concentrano su un protagonista, con altrettante eroine, che gli ruotano attorno. Invece, stranamente, la prima stagione di "Little Busters!" non punta mai sul lato sentimentale. Pochissimi romanzi visivi che ho letto mettono in secondo piano questo aspetto; per quanto riguarda la mia esperienza, mi vengono solamente in mente giochi come "Steins;Gate 0" e "Robotics;Notes DaSH", in cui i percorsi dei personaggi hanno ben poco di sentimentale, in confronto ai capitoli che li precedono, eccezion fatta per un capitolo di "DaSH". Tutto ciò rafforza il tema principale dell'opera, ovvero l'amicizia, che raggiunge il suo climax finale con la splendida conclusione, che non poteva chiudere meglio la prima stagione.
Tirando le somme, "Little Busters!", seppure propone un ritmo narrativo non sempre convincente, a causa di episodi riempitivi, comunque inerenti alla trama, ma a conti fatti fuori luogo nel contesto in cui sono stati inseriti, presenta molti spunti interessanti, che ho rivisto ripresi in altre opere, e tratta egregiamente il tema dell'amicizia, anche per il fatto che la componente sentimentale è messa in secondo piano, rispetto ad altri prodotti simili.
Infatti si può evincere facilmente che le menti che hanno ideato la storia sono le medesime, in particolare per quanto concerne la trama. Se in "Clannad" il protagonista, Tomoya, aiuta Nagisa a dare nuova luce al club di teatro, in "Little Busters!" abbiamo Rikki, che, invece, cerca dei membri per il club di baseball. Inoltre, in entrambe le avventure scolastiche viene aggiunto quel pizzico di soprannaturale, che rende le vicende più avvincenti e interessanti, caratteristica tipica dei prodotti targati Key. Infine, sia in "Clannad", che in "Little Busters!", abbiamo lo sviluppo di una sotto-trama, che ha a che fare con questa componente misteriosa, che contraddistingue queste serie. Nel primo il mondo illusorio, nel secondo delle strane lettere, che potrebbero svelare, addirittura, il segreto del mondo.
Primo piccolo punto dolente che, a mio avviso, rende questo anime inferiore alla prima serie di "Clannad" sono proprio gli incarichi da portare a termine, racchiusi in queste lettere, che ho trovato abbastanza banali e non affascinanti, quanto la meccanica del "mondo illusorio" o "fantasia invernale", attorno alla quale ruota la trama di "Clannad". Secondo difetto, sempre correlato in parte a ciò, è che a volte, eccezion fatta per alcune scene non da scartare, questi episodi, meno incisivi, spezzano il ritmo narrativo di determinati archi; nel concreto mi riferisco a quello dell'eroina Kud con l'episodio 20. Poi abbiamo anche dei veri e propri riempitivi, quel tipo di episodi che, se per sbaglio salti, non te ne accorgi nemmeno, e mi riferisco all'episodio 11 dedicato alla scuola infestata, che non ha minimamente senso dove è stato inserito, in quanto avviene esattamente dopo l'episodio introduttivo delle vicende di Midori. Ci potrebbe stare, come extra, ma in questo caso si rischia di rovinare il climax di tristezza delle vicende, che invece avevo trovato estremamente efficace in un'opera come "Clannad".
Da questo punto di vista l'unico che non delude risulta il filone dedicato a Komori, che infatti mi ha emozionato e commosso, quanto le "route" dedicate alle eroine di "Clannad". Però non fraintendete, mi riferisco in particolare al pathos narrativo, in quanto è impossibile non notare gli spunti originali delle storie degli altri personaggi. In particolare, mi riferisco a Midori, che tratta il tema del doppio e dell'amico immaginario, di cui altre opere come "Chaos;Child" e "Seishun Buta Yarō" di sicuro hanno preso ispirazione, che sfocia, poi, in una riflessione eccellente sul tema della solitudine.
Altro punto piuttosto innovativo, e stiamo parlando di prodotto tratto da una visual novel in realtà uscita nel 2007 - l'anime, invece, vede la luce solamente nel 2012 -, è la presenza di ben quattro personaggi maschili nel cast, che potrebbe essere un dato irrilevante, quando invece, se si conosce il medium delle visual novel, è abbastanza sorprendente. Gli anime tratti da questa categoria di prodotti sono, quasi sempre, harem, e quindi si concentrano su un protagonista, con altrettante eroine, che gli ruotano attorno. Invece, stranamente, la prima stagione di "Little Busters!" non punta mai sul lato sentimentale. Pochissimi romanzi visivi che ho letto mettono in secondo piano questo aspetto; per quanto riguarda la mia esperienza, mi vengono solamente in mente giochi come "Steins;Gate 0" e "Robotics;Notes DaSH", in cui i percorsi dei personaggi hanno ben poco di sentimentale, in confronto ai capitoli che li precedono, eccezion fatta per un capitolo di "DaSH". Tutto ciò rafforza il tema principale dell'opera, ovvero l'amicizia, che raggiunge il suo climax finale con la splendida conclusione, che non poteva chiudere meglio la prima stagione.
Tirando le somme, "Little Busters!", seppure propone un ritmo narrativo non sempre convincente, a causa di episodi riempitivi, comunque inerenti alla trama, ma a conti fatti fuori luogo nel contesto in cui sono stati inseriti, presenta molti spunti interessanti, che ho rivisto ripresi in altre opere, e tratta egregiamente il tema dell'amicizia, anche per il fatto che la componente sentimentale è messa in secondo piano, rispetto ad altri prodotti simili.