Recensione
"Re:Zero" possiede un buon worldbuilding con trame ad intreccio multiplo. Tutto questo è possibile grazie al potere di Subaru di tornare in vita in un determinato evento. Il dono elargitogli dalla strega dell'invidia porta Subaru a cercare in ogni modo di salvare le persone a lui vicine, sfruttando la possibilità di "tornare indietro": raccogliere informazioni e capire come ragionano i propri nemici permette a Subaru di modificare gli eventi e portarli a proprio vantaggio. Ma tutto questo ha un costo assai pesante dal punto di vista fisico, ma soprattutto psicologico: il dover assistere più volte alla morte dei propri compagni e l'entrare in loop che sembrano senza uscita portano spesso Subaru sul punto di crollare. Però qui interviene il primo messaggio dell'anime, un "nessuno si salva da solo": Subaru è messo costantemente alla prova, fa errori, si ritrova umiliato, ferisce chi gli sta attorno, è egoista, non pensa a ciò che possano desiderare gli altri, ma soprattutto la sua vera prova è con sé stesso. Ogni nemico nel bene e nel male insegna a Subaru qualcosa.
Nelle sfide al santuario che Echidna e Roswaal (che sono due antieroi) gli impongono, i veri nemici di Subaru, Emilia e compagni sono loro stessi. Perché effettivamente non comprendono loro stessi. Grazie a tutti questi eventi, chi più chi meno, in "Re:Zero" si ha una crescita sviluppata e non campata in aria, e ogni tassello lentamente va al suo posto con poche imprecisioni.
Tra i lati negativi: l'opera la definirei una "perla sporca", purtroppo situazioni e climi intensi si ritrovano a cozzare con dialoghi non sempre all'altezza e prolissi (non so la controparte cartacea), e il cercare di strizzare l'occhio a più pubblico possibile (se no non si vende) provoca la caduta nei soliti cliché harem, loli e maid a pioggia. Molti personaggi secondari sono stereotipati o grotteschi e anche mal disegnati. Alcune situazioni (selezione reale, incontro con le streghe) rasentano il patetico.
La serie va quasi divorata, altrimenti si perdono molti dettagli, e il non visionare "Frozen Bonds" non permetterebbe di capire il personaggio di Emilia. Si è provato ad osare, ma con la zavorra dei cliché, che rovina la serietà che l'opera si pone, secondo me.
Nelle sfide al santuario che Echidna e Roswaal (che sono due antieroi) gli impongono, i veri nemici di Subaru, Emilia e compagni sono loro stessi. Perché effettivamente non comprendono loro stessi. Grazie a tutti questi eventi, chi più chi meno, in "Re:Zero" si ha una crescita sviluppata e non campata in aria, e ogni tassello lentamente va al suo posto con poche imprecisioni.
Tra i lati negativi: l'opera la definirei una "perla sporca", purtroppo situazioni e climi intensi si ritrovano a cozzare con dialoghi non sempre all'altezza e prolissi (non so la controparte cartacea), e il cercare di strizzare l'occhio a più pubblico possibile (se no non si vende) provoca la caduta nei soliti cliché harem, loli e maid a pioggia. Molti personaggi secondari sono stereotipati o grotteschi e anche mal disegnati. Alcune situazioni (selezione reale, incontro con le streghe) rasentano il patetico.
La serie va quasi divorata, altrimenti si perdono molti dettagli, e il non visionare "Frozen Bonds" non permetterebbe di capire il personaggio di Emilia. Si è provato ad osare, ma con la zavorra dei cliché, che rovina la serietà che l'opera si pone, secondo me.