Recensione
Sing "Yesterday" for Me
7.0/10
Recensione di IgnisSphero
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Nella vita si portano avanti tanti obiettivi prefissati, alcuni che riescono a creare un breve appagamento interiore e altri invece più remunerativi e difficili da ottenere. Generalmente però i secondi sono quelli che ti garantiscono una felicità più stabile e duratura, in cui l’iniziale forma di soddisfacimento si tramuta in una gioia di vivere sereno. Di solito si sceglie invece la prima via e ci si accontenta di ciò che si trova, arrivando piano piano a dissipare tutte quelle emanazioni luminose che il destino occasionalmente ci offre con le sue infinite possibilità. Dalla regia di Yoshiyuki Fujiwara, abituato a collaborare con lo studio Doka Kobo per altri anime che un po’ riflettono questo pensiero, per esempio “Plastic Memories”, abbiamo quindi un un’opera drammatica e sentimentale che riflette, attraverso il protagonista maggiorenne Rikuo Ouzumi, l’insignificanza di una vita turbata e provata a causa di scelte poco convincenti attuate nel passato.
Nella storia, Rikuo Uozumi è un semplice lavoratore part-time, ancora innamorato di una ex compagna di università che però non lo ha mai ricambiato. Tutto sembra rimanere immobile e privo di significato, fino a quando nella sua vita non si intromette una strana e allegra ragazza chiamata Haru Nozaka, che in modo repentino finirà per provare dei sentimenti che vanno al di là della semplice amicizia. Nel seguito, quindi, Rikuo si ritroverà ad uscire dal suo guscio e a fare delle scelte pragmatiche sia nell’ambito lavorativo che in quello amoroso.
Nel design l’anime si presenta abbastanza sommario e poco dettagliato. Si nota che non c’è stata una particolare cura nel disegno, specialmente nel tratteggio delle linee facciali, le quali appaiono fin da subito poco convincenti. Un colore smunto riesce a descrivere in linea generale l’atmosfera quasi asettica dell’opera, anche se certe volte il tutto diventa un po’ ripetitivo e stancante. Nonostante le poche pretese di impatto sullo spettatore, l’anime riesce gradualmente a mettere sotto una luce diversa i personaggi, e quindi a sopperire la cattiva influenza che possiamo avere inizialmente.
La sceneggiatura è stata creata senza troppe pretese, ma riesce nel suo scopo, presentandoci degli eventi utili per far crescere i personaggi che mano a mano diventano maggiormente consapevoli delle loro azioni. Dal punto di vista della regia, però, non posso dire lo stesso. È facile notare lo stacco improvviso di alcune scene, dato dal fatto che si è voluta completare fino alla fine una storia tratta da un manga di undici volumi con i soliti tredici episodi, che in questo caso risultano essere a volte poco esplicativi. Inoltre, ci sono eventi che potevano essere tranquillamente tolti a discapito di altri. Insomma, ci sono diverse incongruenze che purtroppo non possono essere sanate. La storia comunque riesce a reggere e si conclude in modo accettabile.
Ho sentito molti pareri negativi per un anime che sicuramente non è tecnicamente a livelli eccelsi, però la sua morale, difficile da accettare e capire fino in fondo, si presenta come giusta e veritiera. Decidere repentinamente sul proprio futuro senza riflettere con il giusto tempo non ci deve portare alla condizione di rinuncia del proprio vero sogno, e viceversa sognare non ci deve rinchiudere in una gabbia priva di stimoli.
Nella storia, Rikuo Uozumi è un semplice lavoratore part-time, ancora innamorato di una ex compagna di università che però non lo ha mai ricambiato. Tutto sembra rimanere immobile e privo di significato, fino a quando nella sua vita non si intromette una strana e allegra ragazza chiamata Haru Nozaka, che in modo repentino finirà per provare dei sentimenti che vanno al di là della semplice amicizia. Nel seguito, quindi, Rikuo si ritroverà ad uscire dal suo guscio e a fare delle scelte pragmatiche sia nell’ambito lavorativo che in quello amoroso.
Nel design l’anime si presenta abbastanza sommario e poco dettagliato. Si nota che non c’è stata una particolare cura nel disegno, specialmente nel tratteggio delle linee facciali, le quali appaiono fin da subito poco convincenti. Un colore smunto riesce a descrivere in linea generale l’atmosfera quasi asettica dell’opera, anche se certe volte il tutto diventa un po’ ripetitivo e stancante. Nonostante le poche pretese di impatto sullo spettatore, l’anime riesce gradualmente a mettere sotto una luce diversa i personaggi, e quindi a sopperire la cattiva influenza che possiamo avere inizialmente.
La sceneggiatura è stata creata senza troppe pretese, ma riesce nel suo scopo, presentandoci degli eventi utili per far crescere i personaggi che mano a mano diventano maggiormente consapevoli delle loro azioni. Dal punto di vista della regia, però, non posso dire lo stesso. È facile notare lo stacco improvviso di alcune scene, dato dal fatto che si è voluta completare fino alla fine una storia tratta da un manga di undici volumi con i soliti tredici episodi, che in questo caso risultano essere a volte poco esplicativi. Inoltre, ci sono eventi che potevano essere tranquillamente tolti a discapito di altri. Insomma, ci sono diverse incongruenze che purtroppo non possono essere sanate. La storia comunque riesce a reggere e si conclude in modo accettabile.
Ho sentito molti pareri negativi per un anime che sicuramente non è tecnicamente a livelli eccelsi, però la sua morale, difficile da accettare e capire fino in fondo, si presenta come giusta e veritiera. Decidere repentinamente sul proprio futuro senza riflettere con il giusto tempo non ci deve portare alla condizione di rinuncia del proprio vero sogno, e viceversa sognare non ci deve rinchiudere in una gabbia priva di stimoli.