Recensione
Horimiya
8.5/10
Se si cerca un sentimentale che, per quanto tale, si discosti da parecchi cliché che caratterizzano la maggior parte delle opere di questo genere, "Horimiya" costituisce un'ottima opzione. Si tratta di una serie d'animazione giapponese tratta dall'omonimo manga, andata in ondata durante la stagione invernale del 2021 e prodotta da "CloverWorks". La storia, inizialmente, è incentrata su Hori e Miyamura, ma man mano anche i personaggi non al centro della storia iniziale si ritroveranno, comunque, a ricoprire il ruolo di protagonisti.
Fin dall'inizio, dalla "presentazione" dei personaggi, si nota come le loro caratterizzazioni siano interessanti e non scontate, infatti ci si distacca dal concetto secondo cui il ragazzo è più forte sia fisicamente che psicologicamente, anzi spesso accadrà il contrario (è il caso di Hori). Queste situazioni, quindi, non faranno mancare momenti davvero comici che spezzano la serietà delle introspezioni di ogni personaggio.
Altro punto su cui questa serie fa leva è la differenza tra il modo di comportarsi di ogni personaggio a scuola o attorno ai propri amici che differisce parecchio dall'atteggiamento quando questi si trovano a casa da soli o circondati dai propri familiari o, comunque, in un ambiente non scolastico. Un esempio lampante (quello su cui si basa la storia principale) e che si nota immediatamente è quello di Miyamura e di Hori, ma non solo: infatti andando avanti si aggiungeranno altri personaggi, soprattutto Iura attraverso il quale la differenza si noterà ancora di più.
Ciò che ho maggiormente apprezzato, quindi, è la differenza di caratterizzazione da un personaggio all'altro, personaggi che raramente hanno linee in comune, infatti nessuno di loro segue uno stereotipo e poi si distacca man mano, anche se non del tutto, da questo, ma ognuno risulta già essere diverso, proprio senza tracce di cliché. Questo mette in evidenza le differenze tra le relazioni che si instaurano dato che per alcune si andrà dritti al punto, senza girarci troppo intorno, mentre per altre la situazione è più che opposta...
Nonostante questi bellissimi aspetti che caratterizzano la serie, ve ne sono altri che non ho apprezzato, infatti giunti più o meno alla metà dei 13 episodi, "Horimiya" scende parecchio di tono non perché l'attenzione non è più concentrata solamente su Miyamura ed Hori, bensì perché la narrazione risulta più frammentata e con salti tra una storia ed un'altra troppo improvvisi che fanno un po' calare l'attenzione.
Il comparto tecnico è davvero ottimo: il character design è ben realizzato così come le animazioni, in più la scelta di colori brillanti è davvero azzeccata. Ciò che ho adorato sono quelle transizioni che accompagnano ogni introspezione di ogni personaggio; sono costituite da un semplice sfondo bianco e da un colore che caratterizza il personaggio, ma, nonostante la loro semplicità, le ho apprezzate perché è come se immettessero lo spettatore all'interno della mente di quel personaggio. Un altro punto a favore è costituito sia dall'opening "Color Perfume" ("Iro kо̄sui") cantata da Yō Kamiyama sia dall'ending "Promise" ("Yakusoku") interpretata dai Friends che anche dalle varie OST che, seppur non moltissime, sono ben inserite.
Giunti alla fine della serie ci si accorge come ancora parecchie cose rimangano in sospeso, per cui spero in un proseguimento.
Comunque si tratta di un bellissimo sentimentale che si scosta parecchio da altri anime del genere, ma che presenta qualche piccolo difettuccio. Nonostante ciò ho apprezzato molto lo sviluppo generale che vede ogni personaggio riflettere e crescere ogni volta di più. Lo consiglio a chiunque, soprattutto a coloro i quali vogliono guardare qualcosa di diverso senza scostarsi troppo dalla realtà!
Voto: 8,5/10
Fin dall'inizio, dalla "presentazione" dei personaggi, si nota come le loro caratterizzazioni siano interessanti e non scontate, infatti ci si distacca dal concetto secondo cui il ragazzo è più forte sia fisicamente che psicologicamente, anzi spesso accadrà il contrario (è il caso di Hori). Queste situazioni, quindi, non faranno mancare momenti davvero comici che spezzano la serietà delle introspezioni di ogni personaggio.
Altro punto su cui questa serie fa leva è la differenza tra il modo di comportarsi di ogni personaggio a scuola o attorno ai propri amici che differisce parecchio dall'atteggiamento quando questi si trovano a casa da soli o circondati dai propri familiari o, comunque, in un ambiente non scolastico. Un esempio lampante (quello su cui si basa la storia principale) e che si nota immediatamente è quello di Miyamura e di Hori, ma non solo: infatti andando avanti si aggiungeranno altri personaggi, soprattutto Iura attraverso il quale la differenza si noterà ancora di più.
Ciò che ho maggiormente apprezzato, quindi, è la differenza di caratterizzazione da un personaggio all'altro, personaggi che raramente hanno linee in comune, infatti nessuno di loro segue uno stereotipo e poi si distacca man mano, anche se non del tutto, da questo, ma ognuno risulta già essere diverso, proprio senza tracce di cliché. Questo mette in evidenza le differenze tra le relazioni che si instaurano dato che per alcune si andrà dritti al punto, senza girarci troppo intorno, mentre per altre la situazione è più che opposta...
Nonostante questi bellissimi aspetti che caratterizzano la serie, ve ne sono altri che non ho apprezzato, infatti giunti più o meno alla metà dei 13 episodi, "Horimiya" scende parecchio di tono non perché l'attenzione non è più concentrata solamente su Miyamura ed Hori, bensì perché la narrazione risulta più frammentata e con salti tra una storia ed un'altra troppo improvvisi che fanno un po' calare l'attenzione.
Il comparto tecnico è davvero ottimo: il character design è ben realizzato così come le animazioni, in più la scelta di colori brillanti è davvero azzeccata. Ciò che ho adorato sono quelle transizioni che accompagnano ogni introspezione di ogni personaggio; sono costituite da un semplice sfondo bianco e da un colore che caratterizza il personaggio, ma, nonostante la loro semplicità, le ho apprezzate perché è come se immettessero lo spettatore all'interno della mente di quel personaggio. Un altro punto a favore è costituito sia dall'opening "Color Perfume" ("Iro kо̄sui") cantata da Yō Kamiyama sia dall'ending "Promise" ("Yakusoku") interpretata dai Friends che anche dalle varie OST che, seppur non moltissime, sono ben inserite.
Giunti alla fine della serie ci si accorge come ancora parecchie cose rimangano in sospeso, per cui spero in un proseguimento.
Comunque si tratta di un bellissimo sentimentale che si scosta parecchio da altri anime del genere, ma che presenta qualche piccolo difettuccio. Nonostante ciò ho apprezzato molto lo sviluppo generale che vede ogni personaggio riflettere e crescere ogni volta di più. Lo consiglio a chiunque, soprattutto a coloro i quali vogliono guardare qualcosa di diverso senza scostarsi troppo dalla realtà!
Voto: 8,5/10