Recensione
Piccole Donne - il film
7.0/10
"Piccole donne - Il film" ("Wakakusai Monogatari") è uno special televisivo del 1980, prima trasposizione anime del celebre romanzo per ragazze della scrittrice statunitense Louisa May Alcott, a cui s'ispirarono due serie televisive d'animazione: "Wakakusa no Yon Shimai" (nota in italiano come "Piccole donne", come il romanzo originale), del 1981, e "Ai no Wakakusa Monogatari", del 1987, trasmessa col discutibile titolo "Una per tutte, tutte per una".
Il film si potrebbe in effetti considerare la "prova generale" per la serie dell'anno successivo, che ne riprende character design e sfondi, semplificandoli com'è ovvio che sia per un prodotto seriale rispetto ad uno "stand-alone". Vengono rappresentati sullo schermo gli eventi più significativi del romanzo, facendo delle omissioni inevitabili data la breve durata del lungometraggio (appena sessantatré minuti). Rispetto alle serie televisive, i tempi per approfondire la psicologia dei personaggi sono molto più ristretti, e chi ne risente di più è Laurie (il giovane vicino di casa delle quattro sorelle March, che nella vicenda sarebbe il personaggio maschile più rilevante). Anche ad Amy, la minore delle sorelle March, non è riservato molto spazio: le sue disavventure scolastiche sono del tutto ignorate.
La versione italiana ha diversi errori di adattamento: il signor Laurence, nonno di Laurie, all'inizio è detto lo zio del ragazzo, mentre la vedova March, che è la zia del padre delle sorelle March (quindi loro prozia), alla fine chiama suo nipote "fratello".
Il film è comunque piacevole da vedere, grazie alla morbidezza dei disegni, alla vivacità dei colori e al fatto che lo spirito della vicenda originale è stato sostanzialmente conservato.
Il film si potrebbe in effetti considerare la "prova generale" per la serie dell'anno successivo, che ne riprende character design e sfondi, semplificandoli com'è ovvio che sia per un prodotto seriale rispetto ad uno "stand-alone". Vengono rappresentati sullo schermo gli eventi più significativi del romanzo, facendo delle omissioni inevitabili data la breve durata del lungometraggio (appena sessantatré minuti). Rispetto alle serie televisive, i tempi per approfondire la psicologia dei personaggi sono molto più ristretti, e chi ne risente di più è Laurie (il giovane vicino di casa delle quattro sorelle March, che nella vicenda sarebbe il personaggio maschile più rilevante). Anche ad Amy, la minore delle sorelle March, non è riservato molto spazio: le sue disavventure scolastiche sono del tutto ignorate.
La versione italiana ha diversi errori di adattamento: il signor Laurence, nonno di Laurie, all'inizio è detto lo zio del ragazzo, mentre la vedova March, che è la zia del padre delle sorelle March (quindi loro prozia), alla fine chiama suo nipote "fratello".
Il film è comunque piacevole da vedere, grazie alla morbidezza dei disegni, alla vivacità dei colori e al fatto che lo spirito della vicenda originale è stato sostanzialmente conservato.