Recensione
Avevo già scritto una recensione della serie a seguito del primo volume, ora però è il momento di fare "La Recensione Finale" se così vogliamo dire.
Parlare male di una serie conclusasi in 5 volumi sarebbe facile, in fondo se è giunta ad una fine così rapida qualche motivo ci sarà, ciò non significa che sia il buon pretesto per sparare sulla croce rossa (anche considerando che comunque il 90% delle serie pubblicate su WSJ vengono chiuse nell'arco di un anno, quindi non è niente di così eccezionale, anzi è la normalità).
Volendo riassumere il tutto, basterebbe dire che la serie aveva ottimi punti di forza opportunamente sviluppati nel tempo. Per contro, il tutto risultava abbastanza poco interessante (secondo me l'autore conscio della sua fama pensava di poter scrivere la serie con i suoi tempi, e non con i tempi della rivista e ciò infine si è tradotto come la croce di Samurai8).
Messa così sembra tutto un po' fumoso, ma mi spiego meglio: è indubbio come i personaggi, per esempio, fossero di grande spessore, ma allo stesso tempo, si comportavano (giustamente secondo dei fini prettamente logici) in un modo che poco riesce a farli risultare simpatici.
Per esempio, il protagonista, Hachimaru, è un ragazzino che ha sempre vissuto la sua vita recluso in casa, collegato a delle macchine che lo mantengono in vita. Un giorno, ottenendo la possibilità di vivere come una persona normale (più o meno) parte in giro per il mondo. Il suo problema è che risulta infantile, totalmente incapace di relazionarsi con le persone in modo corretto e la cosa è perfettamente corretto sotto un punto di vista logico, ma lo fa risultare piuttosto fastidioso agli occhi del lettore. Nell'arco dei pochi volumi, si palesa ben evidente la sua crescita come persona, secondo me però a quel punto la serie era già "condannata": chi ha provato a leggerla aveva già deciso di lasciare.
Stesso discorso vale con le giuste proporzione anche per gli altri personaggi.
E non solo per fare un altro esempio, la storia comincia a prendere una direzione solo dopo 2 volumi, quando nella maggior parte dei casi, soprattutto oggi, già dal primo capitolo è ben chiaro di cosa si parla, insomma si parte in quarta.
Qui, come nel caso dei personaggi, l'introduzione allontana i lettori, perché troppo lunga.
E con questo non sto neanche dicendo che sia fatta male, perché in realtà è narrata anche bene: per esempio non troviamo riquadri con cui il narratore parla direttamente al lettore, ne tantomeno ci vengono date delle informazioni inutili. Il problema è che nel complesso, nonostante ci siano basi molto solide, il tutto risulta abbastanza poco interessante sotto un po' tutti i punti di vista perché sono basi, ma la sostanza tarda ad arrivare (secondo me quello che trovi già al secondo/terzo capitolo di un'altra serie, qui si trova al secondo/terzo volume, punto in cui la maggior parte delle persone aveva già smesso di seguire il manga).
Proprio per questo dico che l'autore è stato troppo sicuro di se, ha puntato ad introdurre molto pensando che la gente avrebbe continuato a seguire la serie fino al punto in cui sarebbe arrivata la sostanza solo per via del suo nome, ma così non è stato.
Piccolo discorso per quanto riguarda il finale, negli ultimi 3/4 del quinto volume c'è condensata più roba che nel resto della serie, probabilmente cose che dovevano essere narrate in altri 5 o 6 volumi, però la cosa lascia un po' il tempo che trova, visto che soluzioni del genere sono letteralmente la norma per serie che si chiudono in questo modo.
Parlare male di una serie conclusasi in 5 volumi sarebbe facile, in fondo se è giunta ad una fine così rapida qualche motivo ci sarà, ciò non significa che sia il buon pretesto per sparare sulla croce rossa (anche considerando che comunque il 90% delle serie pubblicate su WSJ vengono chiuse nell'arco di un anno, quindi non è niente di così eccezionale, anzi è la normalità).
Volendo riassumere il tutto, basterebbe dire che la serie aveva ottimi punti di forza opportunamente sviluppati nel tempo. Per contro, il tutto risultava abbastanza poco interessante (secondo me l'autore conscio della sua fama pensava di poter scrivere la serie con i suoi tempi, e non con i tempi della rivista e ciò infine si è tradotto come la croce di Samurai8).
Messa così sembra tutto un po' fumoso, ma mi spiego meglio: è indubbio come i personaggi, per esempio, fossero di grande spessore, ma allo stesso tempo, si comportavano (giustamente secondo dei fini prettamente logici) in un modo che poco riesce a farli risultare simpatici.
Per esempio, il protagonista, Hachimaru, è un ragazzino che ha sempre vissuto la sua vita recluso in casa, collegato a delle macchine che lo mantengono in vita. Un giorno, ottenendo la possibilità di vivere come una persona normale (più o meno) parte in giro per il mondo. Il suo problema è che risulta infantile, totalmente incapace di relazionarsi con le persone in modo corretto e la cosa è perfettamente corretto sotto un punto di vista logico, ma lo fa risultare piuttosto fastidioso agli occhi del lettore. Nell'arco dei pochi volumi, si palesa ben evidente la sua crescita come persona, secondo me però a quel punto la serie era già "condannata": chi ha provato a leggerla aveva già deciso di lasciare.
Stesso discorso vale con le giuste proporzione anche per gli altri personaggi.
E non solo per fare un altro esempio, la storia comincia a prendere una direzione solo dopo 2 volumi, quando nella maggior parte dei casi, soprattutto oggi, già dal primo capitolo è ben chiaro di cosa si parla, insomma si parte in quarta.
Qui, come nel caso dei personaggi, l'introduzione allontana i lettori, perché troppo lunga.
E con questo non sto neanche dicendo che sia fatta male, perché in realtà è narrata anche bene: per esempio non troviamo riquadri con cui il narratore parla direttamente al lettore, ne tantomeno ci vengono date delle informazioni inutili. Il problema è che nel complesso, nonostante ci siano basi molto solide, il tutto risulta abbastanza poco interessante sotto un po' tutti i punti di vista perché sono basi, ma la sostanza tarda ad arrivare (secondo me quello che trovi già al secondo/terzo capitolo di un'altra serie, qui si trova al secondo/terzo volume, punto in cui la maggior parte delle persone aveva già smesso di seguire il manga).
Proprio per questo dico che l'autore è stato troppo sicuro di se, ha puntato ad introdurre molto pensando che la gente avrebbe continuato a seguire la serie fino al punto in cui sarebbe arrivata la sostanza solo per via del suo nome, ma così non è stato.
Piccolo discorso per quanto riguarda il finale, negli ultimi 3/4 del quinto volume c'è condensata più roba che nel resto della serie, probabilmente cose che dovevano essere narrate in altri 5 o 6 volumi, però la cosa lascia un po' il tempo che trova, visto che soluzioni del genere sono letteralmente la norma per serie che si chiudono in questo modo.