Recensione
"Maison Ikkoku" è una delle opere più celebri scritte da Rumiko Takahashi, autrice dei più famosi "Lamù", "Ranma ½" e "Inuyasha". È puramente una commedia romantica slice of life, che ha sempre avuto un ottimo riscontro da parte del pubblico e di cui poi hanno tratto l'adattamento animato ad opera dello Studio Deen.
La trama parla di questo ragazzo di nome Godai, che vive in questa pensione dove coabita con dei vicini che definirli rumorosi e molesti è dire poco. Un giorno giunge una donna che si presenta come la futura nuova amministratrice della pensione, e oltre ad essere simpatica agli altri della pensione, farà battere perdutamente il cuore a Godai. Il ragazzo tenterà in tutti i modi di poter stare insieme a lei, ma il suo ostacolo più grande sarà sempre il ricordo del precedente marito di Kyoko, molto qualche tempo prima.
La trama si dipana in novantasei episodi tra allungamenti e gag trite e ritrite in maniera quasi fastidiosa, nonostante il livello tecnico e il character design siano d'eccellenza. Tuttavia è lecito pensare che in ventiquattro episodi la serie sarebbe stata decisamente migliore. Si arriva circa a metà serie che non ce la si fa più, e si attende quasi famelicamente la sua fine. Arriviamo comunque a un finale soddisfacente, cosa più unica che rara tra le opere della Takahashi, che vale la pena di essere visto.
È un anime comunque bello nel suo genere, ma bisogna amarne il genere e i personaggi. Se così non sarà, cambiate anime, anche se è un anime che dovrebbe essere visto da tutti almeno una volta, anche solo per il proprio bagaglio personale.
La trama parla di questo ragazzo di nome Godai, che vive in questa pensione dove coabita con dei vicini che definirli rumorosi e molesti è dire poco. Un giorno giunge una donna che si presenta come la futura nuova amministratrice della pensione, e oltre ad essere simpatica agli altri della pensione, farà battere perdutamente il cuore a Godai. Il ragazzo tenterà in tutti i modi di poter stare insieme a lei, ma il suo ostacolo più grande sarà sempre il ricordo del precedente marito di Kyoko, molto qualche tempo prima.
La trama si dipana in novantasei episodi tra allungamenti e gag trite e ritrite in maniera quasi fastidiosa, nonostante il livello tecnico e il character design siano d'eccellenza. Tuttavia è lecito pensare che in ventiquattro episodi la serie sarebbe stata decisamente migliore. Si arriva circa a metà serie che non ce la si fa più, e si attende quasi famelicamente la sua fine. Arriviamo comunque a un finale soddisfacente, cosa più unica che rara tra le opere della Takahashi, che vale la pena di essere visto.
È un anime comunque bello nel suo genere, ma bisogna amarne il genere e i personaggi. Se così non sarà, cambiate anime, anche se è un anime che dovrebbe essere visto da tutti almeno una volta, anche solo per il proprio bagaglio personale.