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"Chikichiki Banana" è una raccolta di storie brevi unite in un volume autoconclusivo pubblicato dalla Flashbook. L'autrice, Mayumi Yokoyama, è conosciuta in Italia per gli shoujo scolastici dall'atmosfera scolastica frizzante e goliardica come "B-Girls Private High School". "Chikichiki Banana" non si risparmia, ma occorre essere preparati allo stile audace dell'autrice per apprezzarlo a pieno.

Le storie raccolte in "Chikichiki Banana" hanno in comune il primo approccio delle protagoniste femminili, liceali, con il sesso.
La prima storia, che attribuisce il titolo al manga, apre le danze rendendo piena idea dell'intero volume. Le protagoniste sono due liceali single, amiche, molto affascinanti ed energiche, che vengono intervistate per caso da una rivista di teen-agers. Trovandosi per caso in quella situazione, anziché darsela a gambe, decidono di godersi il momento di notorietà e di prendersi gioco del giornalista rispondendo a delle domande piccanti. Tutto regolare se non fosse che entrambe sono totalmente inesperte e tutto ciò che uscirà sarà frutto della loro creatività. Per qualche tempo l'intervista non viene pubblicata e tutto sembra caduto nel dimenticatoio, fino a quando dopo qualche mese ritrovano le loro testimonianze nella rivista. Peccato che in quei mesi entrambe hanno trovato finalmente i loro fidanzati ideali... saranno pronti a frequentare due ragazze così precoci e audaci?

"Chikichiki Banana" ha uno stile ironico, canzonatorio e irriverente. Le sue protagoniste sono dotate di simpatia e positività, travolgenti da contagiare il buonumore in chi le legge. La forza creativa di Mayumi Yokoyama non ha eguali nella messa a punto di situazioni sempre nuove, nonostante le ambientazioni scolastiche siano sempre le stesse. A questo si aggiunge una bella capacità grafica, che esprime l'energia delle sue protagoniste già dal tratto. Le sue protagoniste non temono di mostrare le gambe, di colorare i capelli e di personalizzare una divisa scolastica noiosa. I suoi personaggi potrebbero apparire leggeri e superficiali perché non fanno perdere i lettori nei tortuosi vicoli del pensiero amoroso. Personalmente apprezzo questo stile brioso perché mi aiuta a calibrare delle letture più impegnative e offre una lente colorata su un mondo scolastico giapponese spesso rappresentato come piatto e triste. In queste storie, così come in altre opere di Mayumi Yokoyama, la scuola diventa l'occasione per incontrare nuove persone, per raggirare simpaticamente il sistema delle regole e vivere la vita come un... gioco!

Capitolo a parte lo dedico al dialogo: frivolo e gaio da fare vibrare le corde del Treccani, eppure estremamente naturale. Il gergo usato, a merito di chi si è occupato delle traduzioni, è così vicino al vocabolario giovanile da entrare subito in sintonia con i personaggi. Si riesce ad entrare con facilità negli scambi tra loro perché si potrebbe essere facilmente uno di loro. Questo aiuta anche capire le situazioni rappresentate e ad attribuirvi il giusto peso, senza snaturare le piccole sfide delle sue protagoniste liceali. La forza di quest'opera (e altre come questa) non è la sua leggerezza, ma la capacità di raccontare senza prendersi troppo sul serio.

Complessivamente, considero "Chikichiki Banana" un'opera simpatica che offre un'idea dello stile dell'autrice e potrebbe essere un buon banco di prova prima di approcciarsi a sue serie più lunghe. Non mi trovo concorde sul tag "smut" perché non contiene particolari espliciti, dubito impressionerebbero anche dei ragazzini delle medie. Per questo motivo mi sento a suggerirlo a quasi tutte le fasce di età (dai 10 anni in su) e a chi sente il bisogno di qualche minuto di sano buonumore.