Recensione
BURN THE WITCH
7.5/10
"Burn the Witch" è l'adattamento animato dell'omonimo manga scritto e disegnato da Tite Kubo. Presentato come un mediometraggio suddiviso in tre episodi, "Burn the Witch" narra le vicende di Noel Niihashi e Nini Spangle, le quali, in quanto streghe, hanno il dovere di proteggere i normali esseri umani dai draghi, che solo gli abitanti di Reverse London, ovvero la parte occulta di Londra, sono in grado di vedere.
Sembrava una serie promettente per la quale avevo molte aspettative, tuttavia per certi versi sono rimasta un tantino delusa. Partiamo innanzitutto con la nota dolente di questo anime, così in seguito potrò concentrarmi sui pregi che rialzano il mio voto finale: la narrazione è pessima. Era un anime dalla trama piuttosto intrigante, ma il modo in cui i fatti vengono raccontati è totalmente confusionario. Non avendo letto il manga, non mi è possibile fare un confronto, ma se l'anime è davvero così fedele al manga come ho sentito dire, allora mi sa tanto che Kubo non si è curato di dare le dovute spiegazioni allo spettatore o, quantomeno, un'introduzione decente. Veniamo all'istante catapultati in questa Londra fantastica di cui non sappiamo nulla, non ci è data alcuna spiegazione riguardo ciò che sentiamo e vediamo, il che è un peccato, dato che da spettatrice sarebbe più piacevole comprendere il più possibile per godermi pienamente la storia. In questo modo, con tutti i buchi di trama che ci ritroviamo, si tende a sentirsi estranei a vicenda, mentre allo stesso tempo la narrazione va avanti, dando per scontato che lo spettatore sappia già tutto di questo mondo immaginario in realtà ancora tutto da scoprire. Un altro difetto è la conclusione troppo veloce nel combattimento finale.
Passiamo ora ai pregi. Chapeau a Studio Colorido per la parte tecnica, curata nei minimi dettagli, specialmente per quanto riguarda le animazioni e gli effetti speciali. A prescindere dalla trama e i difetti narrativi, questi tre episodi sono stati una delizia per gli occhi. Complice è stato anche il mondo creato da Tite Kubo, un mondo affascinante che sembra totalmente separato da quello reale, ma che in realtà è proprio dietro l'angolo, un po' come la Diagon Alley di "Harry Potter". Questo mondo magico, i suoi abitanti e soprattutto i draghi dal design favoloso (almeno per quanto riguarda i pochi che sono stati visti) attirano e incuriosiscono. Anche il character design dei personaggi è molto carino. Un po' meno posso dire per la loro personalità e caratterizzazione, piatta, senza un minimo elemento che li metta in risalto per farli entrare nel cuore dello spettatore, ma non c'è nulla da aspettarsi quando si tratta di un'oretta scarsa di narrazione, no?
Direi che l'opera in sé aveva del potenziale che non è stato completamente sprecato. Semplicemente, tre episodi non bastano per sviluppare una storia ambientata in un mondo tanto meraviglioso. Il comparto tecnico vale moltissimo nel mio 7,5 finale.
Sembrava una serie promettente per la quale avevo molte aspettative, tuttavia per certi versi sono rimasta un tantino delusa. Partiamo innanzitutto con la nota dolente di questo anime, così in seguito potrò concentrarmi sui pregi che rialzano il mio voto finale: la narrazione è pessima. Era un anime dalla trama piuttosto intrigante, ma il modo in cui i fatti vengono raccontati è totalmente confusionario. Non avendo letto il manga, non mi è possibile fare un confronto, ma se l'anime è davvero così fedele al manga come ho sentito dire, allora mi sa tanto che Kubo non si è curato di dare le dovute spiegazioni allo spettatore o, quantomeno, un'introduzione decente. Veniamo all'istante catapultati in questa Londra fantastica di cui non sappiamo nulla, non ci è data alcuna spiegazione riguardo ciò che sentiamo e vediamo, il che è un peccato, dato che da spettatrice sarebbe più piacevole comprendere il più possibile per godermi pienamente la storia. In questo modo, con tutti i buchi di trama che ci ritroviamo, si tende a sentirsi estranei a vicenda, mentre allo stesso tempo la narrazione va avanti, dando per scontato che lo spettatore sappia già tutto di questo mondo immaginario in realtà ancora tutto da scoprire. Un altro difetto è la conclusione troppo veloce nel combattimento finale.
Passiamo ora ai pregi. Chapeau a Studio Colorido per la parte tecnica, curata nei minimi dettagli, specialmente per quanto riguarda le animazioni e gli effetti speciali. A prescindere dalla trama e i difetti narrativi, questi tre episodi sono stati una delizia per gli occhi. Complice è stato anche il mondo creato da Tite Kubo, un mondo affascinante che sembra totalmente separato da quello reale, ma che in realtà è proprio dietro l'angolo, un po' come la Diagon Alley di "Harry Potter". Questo mondo magico, i suoi abitanti e soprattutto i draghi dal design favoloso (almeno per quanto riguarda i pochi che sono stati visti) attirano e incuriosiscono. Anche il character design dei personaggi è molto carino. Un po' meno posso dire per la loro personalità e caratterizzazione, piatta, senza un minimo elemento che li metta in risalto per farli entrare nel cuore dello spettatore, ma non c'è nulla da aspettarsi quando si tratta di un'oretta scarsa di narrazione, no?
Direi che l'opera in sé aveva del potenziale che non è stato completamente sprecato. Semplicemente, tre episodi non bastano per sviluppare una storia ambientata in un mondo tanto meraviglioso. Il comparto tecnico vale moltissimo nel mio 7,5 finale.