Recensione
A distanza di poco più di un anno, rileggo per la seconda volta questo piccolo grande manga. "Piccolo" perché composto da un unico volume, "grande" per i suoi contenuti e per come sono stati trattati.
Non ci vuole molto a capire che qui non ci sarà un lieto fine. L'epilogo sarà infausto e lo si capisce bene fin dalle prime pagine. D'altro canto, da un certo punto di vista, il lieto fine c'è, e per entrambi i protagonisti.
Juri e Yuu, seppur cresciuti in contesti estremamente diversi, hanno avuto entrambi una vita difficile e dolorosa, e sotto certi aspetti, i due giovani sono molto simili.
Juri fu una bambina prodigio, una pianista famosa, ma che crebbe con una madre che la odiava e un insegnante che abusava di lei. L'unica nota positiva della sua triste vita, è la zia suora, Monica, che tenterà in tutti i modi di toglierle dalla testa l'idea del suicidio, che tuttavia tenterà più volte.
Yuu, invece, rimase ben presto orfano e costretto a prostituirsi per poter accudire il fratello cieco, ma una serie di eventi dannatamente sfortunati lo condurranno ad uccidere delle persone, e, di conseguenza, lo porteranno nel braccio della morte.
Due giovani con un percorso diverso, ma simile in angosce, tormenti e dolori, i quali sono ben rappresentati anche nel tratto del disegno, assai spigoloso, mai morbido o tondeggiante. Un tratto che assume qualche curva in più nei loro visi con il proseguo della storia. A pari passo con il loro avvicinarsi, il tratto, nei loro volti, sembra infatti farsi più disteso. Quasi a significare che, nel momento in cui i due hanno un po' di tregua nella loro vita, anche a quegli spigoli che li rappresentano, viene concesso di essere smussati.
Un particolare plauso va ad alcuni primi piani, soprattutto di lui, di un espressività tale, che non hanno necessitato di dialoghi per comunicarci i sentimenti del protagonista.
Sebbene, paradossalmente, qui si parli molto della morte, e in varie sfaccettature, questa è una storia d'amore, un trionfo e un omaggio alla vita. Cosa c'è, infatti, di più vitale, di più potente, di quella forza che muove tutto e tutti e che si chiama amore? L'amore sana tutte le ferite, rigenera, e fa vedere con occhi nuovi tutto ciò che ci circonda. L'amore rende schiavi e liberi, tristi e felici, ma, soprattutto, accende disperatamente il desiderio di vivere, vivere felici per l'altro, fosse per un singolo giorno, o per la vita intera. Questa è la vera gioia che sperimentano infine i nostri personaggi.
Un manga che mi ha sorpreso, perché mai avrei pensato che un unico volume potesse racchiudere un condensato di emozioni così intense e genuine, capaci pure di farmi scendere qualche lacrime triste. E per ben due volte.
Non ci vuole molto a capire che qui non ci sarà un lieto fine. L'epilogo sarà infausto e lo si capisce bene fin dalle prime pagine. D'altro canto, da un certo punto di vista, il lieto fine c'è, e per entrambi i protagonisti.
Juri e Yuu, seppur cresciuti in contesti estremamente diversi, hanno avuto entrambi una vita difficile e dolorosa, e sotto certi aspetti, i due giovani sono molto simili.
Juri fu una bambina prodigio, una pianista famosa, ma che crebbe con una madre che la odiava e un insegnante che abusava di lei. L'unica nota positiva della sua triste vita, è la zia suora, Monica, che tenterà in tutti i modi di toglierle dalla testa l'idea del suicidio, che tuttavia tenterà più volte.
Yuu, invece, rimase ben presto orfano e costretto a prostituirsi per poter accudire il fratello cieco, ma una serie di eventi dannatamente sfortunati lo condurranno ad uccidere delle persone, e, di conseguenza, lo porteranno nel braccio della morte.
Due giovani con un percorso diverso, ma simile in angosce, tormenti e dolori, i quali sono ben rappresentati anche nel tratto del disegno, assai spigoloso, mai morbido o tondeggiante. Un tratto che assume qualche curva in più nei loro visi con il proseguo della storia. A pari passo con il loro avvicinarsi, il tratto, nei loro volti, sembra infatti farsi più disteso. Quasi a significare che, nel momento in cui i due hanno un po' di tregua nella loro vita, anche a quegli spigoli che li rappresentano, viene concesso di essere smussati.
Un particolare plauso va ad alcuni primi piani, soprattutto di lui, di un espressività tale, che non hanno necessitato di dialoghi per comunicarci i sentimenti del protagonista.
Sebbene, paradossalmente, qui si parli molto della morte, e in varie sfaccettature, questa è una storia d'amore, un trionfo e un omaggio alla vita. Cosa c'è, infatti, di più vitale, di più potente, di quella forza che muove tutto e tutti e che si chiama amore? L'amore sana tutte le ferite, rigenera, e fa vedere con occhi nuovi tutto ciò che ci circonda. L'amore rende schiavi e liberi, tristi e felici, ma, soprattutto, accende disperatamente il desiderio di vivere, vivere felici per l'altro, fosse per un singolo giorno, o per la vita intera. Questa è la vera gioia che sperimentano infine i nostri personaggi.
Un manga che mi ha sorpreso, perché mai avrei pensato che un unico volume potesse racchiudere un condensato di emozioni così intense e genuine, capaci pure di farmi scendere qualche lacrime triste. E per ben due volte.