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Premessa: Mi trovo a dover scrivere questa recensione con molto ritardo dalla pubblicazione effettiva del manga, ergo, sarà praticamente impossibile evitare alcuni tipi di spoiler. Per questo motivo ho deciso di improntare questa recensione da un punto di vista filosofico rispetto che dal semplice commento di pancia che molti hanno rigurgitato sotto la sezione delle recensioni.

Trama: Grace Field house è un meraviglioso orfanotrofio in stile inglese, pareti bianche immerse nella natura più verde e rigogliosa. Un idilliaco paradiso 'ove molteplici bambini orfani vivono assieme alla loro allevatrice Isabella, comunemente chiamata dai relativi bambini: mamma. In questo contesto: calmo, dolce, pacato e sopra tutto pulito, rappresentato dal fatto che tutti i bambini vestono la stessa uniforme composta da camicia e pantaloni bianchi, tuttavia si nasconde un'aberrante realtà, ossia che l'orfanotrofio sia una fattoria di allevamento, e che i bambini ivi presenti non siano nient'altro che cibo, allevato per una specie vivente riconosciuta con il termine demoni. Lo stesso termine demoni che viene ripetuto anche dai demoni stessi, lo si nota fin dal primo volume utilizzato come pretesto in un gioco di attività fisica simile ad acchiapparella, 'ove però, uno dei concorrenti di quest'attività deve immedesimarsi nel ruolo autoassegnatosi di demone, dal quale il resto del gruppo deve scappare per non essere catturato. Ironico pensare che l'intera storia sarà un semplice susseguirsi di questo gioco posto in una condizione più pericolosa; un poco come il calcio, che è semplicemente la prosecuzione della guerra sotto una forma meno violenta. Tra i molteplici bambini presenti nell'orfanotrofio alcuni spiccano per impressionanti capacità fisiche ed intellettive, tali bambini sono tre: Emma, Ray e Norman.

Emma: Ragazza dai capelli rossi-arancioni, che riflettono la sua passione e la sua onnipresente felicità e gioia di vivere, sempre allegra e capace di interagire un rapporto di fiducia con il prossimo, ella è la più encomiabile delle persone gentili. La sua gentilezza risiede nella natura intrinseca di questo personaggio, costruito sotto un'ottica simile a come diceva lo psicoanalista Georg Groddeck: "ci accade ben di rado di essere completamente adulti, e anche quando capita, lo siamo sempre e solo in superfice: noi ci limitiamo a giocare a fare i grandi, proprio come i bambini, e ritorniamo bambini non appena siamo presi profondamente dalla vita. La vita comincia con l'infanzia, e in tutta l'età adulta non fa che perseguire un unico scopo, per mille vie diverse: quello di ritornare bambini; l'unica differenza fra gli uomini consiste nel fatto che alcuni diventano bambini, altri diventano bambineschi". Georg Groddeck da: Il libro dell'Es. Emma può risultare quindi per le persone più superficiali come una persona troppo buona, ed effettivamente in alcuni casi essa stessa mette in mostra quanto le sue azioni possano essere pericolose nei confronti altrui solo per dei capricci egoistici che lei stessa concretizza, ma allo stesso tempo, la sua innata passione gentile la rendono quello che noi tutti esseri umani dovremmo ambire a diventare, buoni e pacati non perché ci viene imposto da una cultura dominante o da una stramaledetta religione oppressiva, ma perché siamo noi stessi a scegliere di perseguire questa bontà, seppur da un punto di vista utilitaristico, che per chi non conosca la storia del pensiero non vuol dire tecnicistico o inanimato, ma vuol dire che si perseguono solo le cose che porteranno una maggioranza delle persone a stare bene a loro volta. Emma incarna quindi in maniera esemplare uno spirito libero, completamente anarchico e libertario, il quale si domanda non se una cosa sia possibile da fare, ma come rendere l'impossibile possibile! Atto in potenza come direbbe il caro e sempre presente Friedrich Nietzsche. La pecca di Emma è quindi essere troppo infantile e troppo sognatrice, ma essendo questo manga un manga positivo, nonostante i tratti Gore, alla fine la sua visione del mondo si rivelerà quella corretta e salvifica.

Ray: Decisamente più pacato rispetto ad Emma, il suo personaggio appare introverso nel suo tipico look da emo. Una persona cupa e sulle sue, che come ben riportato dallo youtuber Henry91, Ray incarna la figura platonica del saggio, ossia colui che è in grado di ragionare, colui che sa e che è sapiente, quindi colui che conosce tutto. Non a caso Ray ricorda gli avvenimenti accaduti durante la prima infanzia, ossia un periodo della nostra vita che il nostro cervello decide arbitrariamente di elidere perché poco utile all'evoluzione biologica del nostro corpo; questo elemento aiuta non poco ad amplificare quanto il sinonimo più caratteristico di Ray sia il fatto che egli, sappia, egli sa perché ricorda, non perché sia un genio. Ray viene spesso paragonato ad Emma e Norman da due punti di vista, sia il fisico che l'intelletto. Tuttavia ciò che realmente accomuna Ray in questo tipo di divisione è il fatto che egli sia il filo conduttore tra i due estremi, Norman è un genio mentre Ray no, tuttavia Ray è meglio capace a resistere alla pressione fisica essendo più atletico e robusto. Emma è migliore da un punto di vista atletico rispetto a Ray, ma Ray è comunque più calcolatore e cinico di Emma nei momenti difficili; Ray accomuna ed unisce i due estremi, mente e corpo, in quanto studioso e saggio, capace di trovare il giusto equilibrio tra i due estremi. La sua pecca è quella di arrendersi per via delle circostanze troppo sfortunate o apparentemente impossibili, come sul finire del primo arco narrativo, 'ove deciderà che avendo apparentemente perso ogni speranza per la sopravvivenza ricorrerà al suicidio come metodo per espiare le proprie colpe, che equivalgono a dichiararne la sconfitta, per questo il suo personaggio una volta conosciuto più a fondo quello di Emma decide di assecondarla in qualsiasi occasione, non perché sia mancato da un punto di vista ideologico, no no, ma semplicemente perché ha capito che la giusta strada da seguire è quella che si oppone alla sofferenza che il destino ti pone, con tutte le sue forze senza mai arrendersi.

Norman: Tipico genio, capelli bianchi e puri come il resto della sua uniforme, ci appare come composto e di possente presenza dal punto di vista intellettuale. Il suo pregio è quello di essere fuori dalla norma, egli è capace di piani logici che lo fanno rimembrare ad un certo Light Yagami. Il suo cavillo è quello di voler fare il figo, come gli fa presente Ray a più riprese, ma la sua mente viaggia su binari che sia quella di Emma sia quella di Ray non riescono a vedere. Norman ha, a mio avviso, lo sviluppo migliore, egli passa da essere il genio del gruppo, con i voti migliori e con le capacità intellettive più sviluppate, ad essere il futuro capo della rivoluzione, un vero e proprio demagogo, un dittatore che seppur meravigliosamente: furbo, intelligente e perspicace, cade nella spirale dell'onnipotenza. Esattamente come c'è finito Light Yagami in quella spirale, anche Norman rischia l'annichilimento del mondo intero, del resto quando sei il più intelligente e l'unico rimasto in vita capace di pensare a ciò, la stessa esistenza materiale non ha più senso alcuno, se anche il tuo nemico principale viene sconfitto, allora il genio rimasto senza acerrimi nemici da abbattere, opterà per l'abbattimento del mondo a lui sottostante. Il suo vero problema è il corpo, che non riesce a stare dietro alla potenza della sua mente, per questo Norman è colui il quale ha più bisogno dell'idealismo di Emma, il suo cinismo pratico anche se lo può portare al potere effettivo, citando il principe di Niccolò Macchiavelli, alla fine lo devasta psicologicamente e fisicamente, egli pertanto opterà senza grossi problemi a farsi fuori per salvare gli altri, ma solo l'utopia lo salverà del nefasto destino che lui stesso tanto agognava.

La trama prosegue tra svariati colpi di scena e importanti scene di azione. Tra le altre questioni toccate dal manga troviamo la lotta contro un sistema oppressivo e consumistico di stile capitalista, non a caso la stessa promessa che il clan Ratri ha suggellato con i Demoni, non prevedeva la creazione delle fattorie di allevamento degli esseri umani, dei quali i demoni devono nutrirsi, andando quindi ad avvelenare il corpo e la mente della massa dei demoni. La stessa religione dei demoni si sviluppa su un concetto molto buddhista ed anti consumistico, ossia che la stessa vita non sia altro che una cosa presa in prestito dagli dei che poi agli dei tornerà, per cui anche quando si mangia bisogna ritualizzare sulle creature cacciate o consumate un ringraziamento agli dei. Dei che in questo mondo demoniaco esistono, e ovviamente sono come direbbe Groddeck, anch'essi estremamente bambineschi, non dissimili da quelli presenti nell'antica Grecia, tutt'altro che eroici guerrieri. Un'altra tematica approfondita è l'olocausto che Norman voleva compiere contro i demoni, ricordandoci che Norman stesso si sia macchiato della morte di molteplici demoni innocenti.
La mia passione nel vedere Emma come una rivoluzionaria va sopra tutto a ricadere sull'idealizzazione utopica della sua lotta, nelle fasi finali del manga la filosofia trattata pone l'accento sul concetto di libertà, ma non materiale, la libertà dal destino, un concetto tipicamente anarchico. Difatti se utilizzassimo Michel Foucault per stabilire un nesso tra la realtà e l'individuo, verremmo a conoscenza che non esiste una società, ma una serie di azioni e interconnessioni comuni che creano questo concetto. Senza una società, ogni concezione autoritaria e religiosa perde ogni significato, ogni cosa viene messa in relazione al fatto logico che noi umani creiamo in quanto interagiamo gli uni con gli altri. Per questo The Promised Neverland è un manga decostruzionista, analizza con fermezza logica quanto tutti i preconcetti di impossibile, di negato, di guerra, di stile di vita e di società siano per l'appunto semplici concetti, nulla di più. Andare contro il destino vuol dire attuare una rivoluzione contro il ben pensare, ma in questo mondo un destino esiste per davvero, quindi la lotta contro il destino è ancora più eroica e rivoluzionaria. Immaginate essere atei nel nostro mondo, molti lo giudicherebbero normale in quanto prove tangibili dell'esistenza di Dio non sono a noi ancora giunte, ebbene, in questo mondo invece un dio esiste a tutti gli effetti, in quella "mai terra promessa" lottare contro il destino significa lottare contro Dio stesso, anche se li SI che ci sono le prove della sua esistenza.

Chi non ha apprezzato le antecedenti considerazioni ovviamente non avrà apprezzato più di tanto il manga, andando a criticarlo per il suo presunto buonismo nei capitoli conclusivi. Troppo poco eroico? Cosa ci può essere di più epico del combattere contro Dio, anche se sei certo della sua esistenza? E perché ci combatti contro quel dio? Perché voglio essere libero di vivere la mia vita senza schiavi ne padroni. Tipica istanza anarchica bakuniniana. La cosa interessante che pochi hanno notato, è la grottesca ironia nel vedere che sia Norman che Ray abbiano provato a sacrificarsi per il bene collettivo, ma alla fine non ci sono riusciti perché Emma li ha fermati grazie al suo desiderio di libertà anarchica, una libertà di tutti, quindi non solo per gli umani. Tuttavia, alla fine sarà Emma a sacrificarsi per davvero.

Aspetti negativi esistono, come in tutte le opere: Troppo veloce il finale; non ho apprezzato la resurrezione della regina; il capitolo sul labirinto quantistico nel quale si perdono Ray ed Emma non tiene fede ai veri principi della fisica quantistica da Ray citata; Il ritorno di Lewis non mi piace, ma semplicemente perché torna per il potere del dio al quale mi oppongo... ed altri minori problemi che non intaccano il voto.

I disegni non li ho apprezzati particolarmente, troppo abbozzati e in alcuni casi non arrivi neanche a capire ciò che accade, ma ben si addicono allo stile dark horrorifico posto dalla trama.

Lo considero un capolavoro? Beh direi di si, e questa non è neanche una recensione completa!