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7.5/10
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Premessa: Essedo un'opera datata, ovviamente e purtroppo dovrò ricorrere a fare dei lievi spoiler.

10 Conto. Trattasi di un'opera yaoi di buona fattura, ma di lieve spessore. La trama vede come protagonista Shirotani Tadaomi, un uomo, con ben poco testosterone, che lavora come segretario in un'azienda. Sempre vestito elegantemente, Shirotani soffre di misofobia, che vuol dire paura dei microbi e di un'ipotetica insudiciata con il mondo circostante alla persona che soffre di questo disturbo. Insomma una sorta di disturbo ossessivo compulsivo che prende il sopravvento delle persone non permettendogli di compiere azioni che, liberate da questo disturbo non faticherebbero a compiere. Shirotani soffre di questo disturbo in concomitanza con una vita principalmente solitaria e più dedita al lavoro che alla persona, come direbbe Marx, un vero e proprio proletario alienato dalla sua reale condizione per colpa del lavoro. Un giorno Shirotani conoscerà un giovane psicoterapeuta di nome Kurose Riku. Egli, interessato alla presenza fisica del nostro protagonista, deciderà in maniera molto scontrosa di permettere a Shriotani di seguire un percorso di riabilitazione dal disturbo della misofobia a gratis, sembra quasi di trovarci d'innanzi ad uno stereotipo di socialismo pratico. La storia prosegue tra le vicende di questi nostri due principali personaggi, che per superare il disturbo, o in qualche modo mitigarlo, seguiranno le direttive di una lista nella quale il nostro caro Shirotani, sotto consiglio dello psicoterapeuta, avrà segnato 10 azioni che vorrebbe riuscire a compire, realizzando quindi una sorta di linea guida per fuoriuscire dalla misofobia acuta. Ovviamente trattandosi dei nostri due maschioni da competizione, si arriverà al coito e al reciproco amore, ma come ci si arriverà a questa nostra importante meta?

Anzi tutto occorre raffigurare i nostri due protagonisti in maniera tecnica.

Shirotani Tadaomi: Un personaggio che ovviamente ricade nella fede, e non spettro come si tende in maniera acritica a credere, dell'Uke. Ovviamente è una persona debole e dai tratti femminili, questo per via di una mancanza di testosterone che non gli è stato somministrato da piccolo... ok sto divagando... insomma, quello che DEVE rappresentare questo personaggio è l'essere passivo, l'essere schiavo di un rapporto di dominio, basato sul predominio dell'altro...

Kurose Riku: Ovviamente, essendo più alto e serioso, è il nostro bel manzone Seme della storia, ed essendo anche uno PISSicanalista, appare come molto misterioso, tetro ed interessante, tuttavia, dal passato intrigante; ed in realtà la sua storia è di gran lunga la parte più bella dell'intera opera.

Ciò che questa storia manca è proprio un che di originalità nei rapporti, don't get me wrong! anche io non posso non eccitarmi d'innanzi a si tali ed esaltanti scene di pseudo-masochismo del sesso, il cosi detto "stupro con consenso", come già il caro ed insuperabile Croix89 ha fatto notare nel video sullo stupro, noi esseri umani, sopra tutto noi maschi, bianchi ed occidentali, abbiamo un desiderio oramai millenario di oppressione delle minoranze, mi si perdoni l'iperbole metaforica. Quando l'uke del rapporto viene penetrato e piange di dolore e di piacere per via della prestanza fisica del "suo" seme, in realtà assistiamo ad un seme che domina il SUO uke, schiavismo allo stato puro. Ma finché si tratta di un rapporto amoroso, ci può stare, come scriveva quella grandissima checca rivoluzionaria di Mario Mieli, l'amore senza violenza non si potrebbe definire tale! E, come sempre, ha perfettamente ragione, ma Mieli è anche colui che sostiene l'anarchia del sesso, chi, in un rapporto da', deve anche essere disposto a ricevere, solo così si distrugge quell'idea di dominio basato sul rapporto carnale stesso, che la fisica dei nostri corpi ci impone. Noi si deve essere più forti della natura!

Per questi motivi, ritengo che questa storia in alcuni punti importanti toppi non poco: Per primo abbiamo il rapporto con il padre di Shirotani, il quale assume un ruolo di desiderio intrinseco per il nostro protagonista, ma mai in realtà, nella storia effettiva, compia chissà quale ruolo. Il rapporto tra Shirotani e quella gran' baldracc... di Ueda, la quale nonostante quello che ha provocato al nostro povero ed indifeso Shirotani, avrà un ritorno nell'ultimo volume utile, come Chamberlain in Cecoslovacchia nel 1939, quella scenetta al bar la si poteva risparmiare, anzi, ora che ci scrivo, tutto il sesto ed ultimo volume lo si poteva benissimamente risparmiare.
Il rapporto tra lo scrittore Nishigaki e Kurose era la cosa più bella e tenera dell'intero manga, il fatto che non sia avvenuto alcun tipo di profondo significato, quasi religioso al riguardo, lo si deve al mancato suicidio. Se lo scrittore si fosse veramente suicidato, allora Kurose sarebbe stato di conseguenza ancora più profondo ed interessante, poiché, sarebbe stato ancora più dilaniato e straziato dai sensi di colpa, rivelando quindi una maggiore umanità di quanto non avvenga nell'opera, ed avrebbe anche perso il ruolo di bastardo della coppia, come molti fan della storia hanno fatto notare all'autrice. Questo mancato significato, ha a mio avviso, rovinato di molto il finale dell'opera, che così facendo perde valore e profondità.
E poi, l'ultima critica va alla psicoanalisi, che fredda i rapporti umani manco la formula quadratica possa freddare le aspettative di gioia di uno studente liceale che non si è preparato per il compito di algebra in classe. La psicoanalisi alla fine, CVD, non ha aiutato il nostro protagonista, il quale deve ora convivere con una misofobia attenuta, in aggiunta ad un violento, seppur a tratti affascinante seme.
Il fatto che Kurose possa essere stato l'uke di qualcuno, anche se solo nell'ottica di una fervida immaginazione, e che alla fine da tale regno (quello dell'immaginazione) non sia uscita, poteva essere di gran lunga l'asticella di un voto superiore per quest'opera, che tutto sommato, grazie all'analisi psicologica e ai disegni, riesce a ritagliarsi un voto onesto e positivo.