Recensione
Confessions
6.0/10
Recensione di Ataru Moroboshii
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Questo film mi accende sentimenti contrastanti:
Da una parte abbiamo un ottima storia, una vera e propria apologia della vendetta. Una storia libera da sovrastrutture e da morale, senza ormai abusati intenti di denuncia sociale o peggio di insegnare qualcosa.
Questa storia è felice di essere feroce e trova nella ferocia la sua ragione di essere, dal lato del soggetto è davvero un qualcosa da fare invidia a Park Chan Wook!
Solo lato debole della storia è quello di affidarsi ad una pianificazione fin troppo esagerata per non incorrere mai in qualche intoppo: Il tipico clichè giapponese del tizio che prevede che il suo nemico avrebbe previsto che lui avrebbe fatto A e allora invece fa B e lo fa con mesi di anticipo. Però ,passando sopra questi clichè , la storia è fenomenale.
Dall'altra parte abbiamo però una regia che è la quintessenza del barocco e del videoclip, nata da un regista pubblicitario prestato al cinema, chiaramente risente della pessima influenza di Zack Snyder e di quel movimento inutilmente videoclipparo che ha appestato il cinema alla fine degli anni 00.
Se Zack Snyder ed emuli ci avevano abituato a rallenty, filtri della luce, modifiche in CG sovrabbondantemente inutili ed altri accorgimenti atti a renderci più fastidiosa ed artefatta possibile la visione del film, Nakashima ha evidentemente deciso che li avrebbe superati tutti:
Il risultato è che mentre gli attori declamano fuori schermo un bignami del romanzo da cui è tratto il film, Nakashima ci "delizia" con 110 minuti di videoclip dove gli omicidi sembrano pubblicità della marmellata, il colore è eccessivamente alterato ed il girato epurato dei rallenty raggiungerebbe si e no i 25 minuti. Ciliegina sulla torta artefatta, si aggiungono altri fotogrammi inutili con effetti backwards e forwards che aggiungono altra inutile CG ad una storia che mai ne ha avuto il benchè minimo bisogno.
Sono più inferocito dei personaggi stessi per aver visto una cosi bella storia sfregiata da questa regia autocompiaciuta, ma sono contento che dopo 12 anni, questo tipo di effettoni sia ormai relegato a live action giapponesi e cinecomic americani e non contamini più il resto del cinema, come è accaduto invece in questo sfortunato caso.
Da una parte abbiamo un ottima storia, una vera e propria apologia della vendetta. Una storia libera da sovrastrutture e da morale, senza ormai abusati intenti di denuncia sociale o peggio di insegnare qualcosa.
Questa storia è felice di essere feroce e trova nella ferocia la sua ragione di essere, dal lato del soggetto è davvero un qualcosa da fare invidia a Park Chan Wook!
Solo lato debole della storia è quello di affidarsi ad una pianificazione fin troppo esagerata per non incorrere mai in qualche intoppo: Il tipico clichè giapponese del tizio che prevede che il suo nemico avrebbe previsto che lui avrebbe fatto A e allora invece fa B e lo fa con mesi di anticipo. Però ,passando sopra questi clichè , la storia è fenomenale.
Dall'altra parte abbiamo però una regia che è la quintessenza del barocco e del videoclip, nata da un regista pubblicitario prestato al cinema, chiaramente risente della pessima influenza di Zack Snyder e di quel movimento inutilmente videoclipparo che ha appestato il cinema alla fine degli anni 00.
Se Zack Snyder ed emuli ci avevano abituato a rallenty, filtri della luce, modifiche in CG sovrabbondantemente inutili ed altri accorgimenti atti a renderci più fastidiosa ed artefatta possibile la visione del film, Nakashima ha evidentemente deciso che li avrebbe superati tutti:
Il risultato è che mentre gli attori declamano fuori schermo un bignami del romanzo da cui è tratto il film, Nakashima ci "delizia" con 110 minuti di videoclip dove gli omicidi sembrano pubblicità della marmellata, il colore è eccessivamente alterato ed il girato epurato dei rallenty raggiungerebbe si e no i 25 minuti. Ciliegina sulla torta artefatta, si aggiungono altri fotogrammi inutili con effetti backwards e forwards che aggiungono altra inutile CG ad una storia che mai ne ha avuto il benchè minimo bisogno.
Sono più inferocito dei personaggi stessi per aver visto una cosi bella storia sfregiata da questa regia autocompiaciuta, ma sono contento che dopo 12 anni, questo tipo di effettoni sia ormai relegato a live action giapponesi e cinecomic americani e non contamini più il resto del cinema, come è accaduto invece in questo sfortunato caso.