Recensione
86 Eighty Six
7.5/10
Recensione di Ataru Moroboshii
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"86 Eighty Six" è un anime di guerra tratto dall'ononima novel di Asato Asato e trasposto da A-1 Pictures.
La storia è ambientata in un continente fittizio dove la potenza egemone, prima di cadere in preda ad una rivoluzione, costruì la Legione: un'armata di droni IA che ancora oggi infestano il continente ed attaccano la vicina repubblica di San Magnolia dove si svolgono le vicende. Nonostante la forma di governo repubblicana, San Magnolia è uno stato che nulla ha da invidiare alla Germania Nazista e in cui chi non fa parte dell'etnia dominante è soggetto ad una pesante forma di apartheid. Le etnie indesiderate vivono nel posto più pericoloso ed esposto ad attacchi ovvero nel distretto 86, una serie di campi di internamento situati fuori dalle mura cittadine. Qui gli 86 sono coscritti in massa per combattere i droni della Legione pilotando i droni di San Magnolia, gli Juggernauth.
Se politicamente l'anime ricalca situazione di apartheid o meglio di vero e proprio nazismo, tatticamente l'anime ricalca la situazione di una odierna guerra proxy: gli 86, che sarebbero comunque i primi a subire la furia distruttiva della Legione, sono armati e spediti al fronte dagli Alba che li comandano solo da remoto per non dovere sostenere delle perdite di guerra di fronte all'opinione pubblica, gli 86 che invece muoiono in misura insostenibile non vengono presentati all'opinione pubblica come perdite poiché completamente deumanizzati, situazione che per certi versi ricalca quella reale dei vari mercenari, contractors e milizie locali impiegate nelle attuali guerre per procura. In questo scenario Lena Mirizè, zelante giovane ufficiale, viene assegnata come coordinatore in remoto a uno squadrone di 86 al fronte. I buoni propositi di Lena di legare con la propria squadra e combattere la Legione nel modo migliore possibile si scontreranno, in modo scioccante, con le procedure insensate e macellaie dell'esercito di San Magnolia, con le differenze etniche e di diritto fra lei e le sue truppe e, sopratutto, con il fatto che mentre lo squadrone è al fronte unito nel rischio di morire in battaglia lei è invece lontana, comodamente seduta in un ufficio della capitale.
L'anime è di genere Mecha ma, fortunatamente, questi mecha non sono i soliti di forma umanoide. Siceramente i robottoni a forma di samurai giapponese e magari con tanto di spada e scudo, si chiamino essi super robot o real robot, li considero ben poco realistici e sfidano ogni volta la mia sospensione dell'incredulità, e infatti nessuno, a parte un eccentrico discutibile miliardario, ha mai pensato nella realtà di spendere i soldi per costruire un drone dalla forma così inefficiente. Non è così invece per i robot presenti in Eighty Six, molto simili a prototipi reali di droni, ma con migliori prestazioni, i droni in 86 sono simili a carroarmati con le zampe dalla silhuette di aracnidi, questa forma, oltre ad essere molto più futuribile, apre le porte a tutta una nuova gamma di movimenti e pattern di combattimento che portano una gran ventata di ara fresca al genere mecha.
Quella che ritengo la migliore caratteristica dell'anime è la regia piena di inventiva di Toshimasa Ishii che non butta mai via un'inquadratura e riesce sempre efficacemente a mostrare il contrasto e la difficoltà di fraternizzare fra i soldati al fronte ed il loro ufficiale lontano dall'azione, nonchè la rassegnata vita degli 86 che stanno come le proverbiali foglie autunnali sugli alberi di Ungaretti. Regia ancora più stupefacente se si considera che il regista è alla sua opera prima seppure coadiuvato da uno staff di tutto rispetto, A-1 pictures ha infatti deciso di puntare sulla qualità nella trasposizione animata di Eighty Six.
La trama è essenziale e perfettamente misurata nella prima parte dell'anime, ma scricchiola molto nella seconda parte.
I villain, siano esse IA o i cosidetti "pastori", sono degli antagonisti dalla caratterizzazione debolissima e, se nella prima parte sono la Repubblica stessa e le sue insulse regole di ingaggio il vero ostacolo da affrontare, nella seconda parte lasciato tutto il ruolo di villain nelle spalle della Legione, la storia cala bruscamente. Non aiuta il fatto che i soldati protagonisti sviluppino con l'andare del tempo e delle scremature un plot armor sempre più marcato ricordando i famosi cadetti del centoquattresimo di "Attack On Titan". Aiuta ancora meno che in questa parte, lo screentime prima dedicato a Lena sia ora fagocitato da una blaterante Loli fuori luogo che sta nella storia come le quaglie pucciate nel tè.
Con l'aumentare degli episodi aumenta poi la consapevolezza di quanto scarno e poco pianificato fosse il world building fin dall'inizio, difetto veniale quando il focus è completamente sulle dinamiche fra Lena e lo squadrone Sperahead, ma che diventa pesante quando l'autore nella seconda parte allarga la storia ad altre entità.
Nel complesso l'anime è comunque buono, giudizio che addirittura sale ad eccellente per gli episodi che vanno dall' 1 al 9.
Benché la novel e quindi la storia non siano terminate, il secondo Cour dell'anime riesce a raggiungere un finale più che soddisfacente anche senza un ipotetico futuro terzo Cour, pubblicazione che comunque non so se augurarmi, vista la progressiva perdita di slancio della storia.
La storia è ambientata in un continente fittizio dove la potenza egemone, prima di cadere in preda ad una rivoluzione, costruì la Legione: un'armata di droni IA che ancora oggi infestano il continente ed attaccano la vicina repubblica di San Magnolia dove si svolgono le vicende. Nonostante la forma di governo repubblicana, San Magnolia è uno stato che nulla ha da invidiare alla Germania Nazista e in cui chi non fa parte dell'etnia dominante è soggetto ad una pesante forma di apartheid. Le etnie indesiderate vivono nel posto più pericoloso ed esposto ad attacchi ovvero nel distretto 86, una serie di campi di internamento situati fuori dalle mura cittadine. Qui gli 86 sono coscritti in massa per combattere i droni della Legione pilotando i droni di San Magnolia, gli Juggernauth.
Se politicamente l'anime ricalca situazione di apartheid o meglio di vero e proprio nazismo, tatticamente l'anime ricalca la situazione di una odierna guerra proxy: gli 86, che sarebbero comunque i primi a subire la furia distruttiva della Legione, sono armati e spediti al fronte dagli Alba che li comandano solo da remoto per non dovere sostenere delle perdite di guerra di fronte all'opinione pubblica, gli 86 che invece muoiono in misura insostenibile non vengono presentati all'opinione pubblica come perdite poiché completamente deumanizzati, situazione che per certi versi ricalca quella reale dei vari mercenari, contractors e milizie locali impiegate nelle attuali guerre per procura. In questo scenario Lena Mirizè, zelante giovane ufficiale, viene assegnata come coordinatore in remoto a uno squadrone di 86 al fronte. I buoni propositi di Lena di legare con la propria squadra e combattere la Legione nel modo migliore possibile si scontreranno, in modo scioccante, con le procedure insensate e macellaie dell'esercito di San Magnolia, con le differenze etniche e di diritto fra lei e le sue truppe e, sopratutto, con il fatto che mentre lo squadrone è al fronte unito nel rischio di morire in battaglia lei è invece lontana, comodamente seduta in un ufficio della capitale.
L'anime è di genere Mecha ma, fortunatamente, questi mecha non sono i soliti di forma umanoide. Siceramente i robottoni a forma di samurai giapponese e magari con tanto di spada e scudo, si chiamino essi super robot o real robot, li considero ben poco realistici e sfidano ogni volta la mia sospensione dell'incredulità, e infatti nessuno, a parte un eccentrico discutibile miliardario, ha mai pensato nella realtà di spendere i soldi per costruire un drone dalla forma così inefficiente. Non è così invece per i robot presenti in Eighty Six, molto simili a prototipi reali di droni, ma con migliori prestazioni, i droni in 86 sono simili a carroarmati con le zampe dalla silhuette di aracnidi, questa forma, oltre ad essere molto più futuribile, apre le porte a tutta una nuova gamma di movimenti e pattern di combattimento che portano una gran ventata di ara fresca al genere mecha.
Quella che ritengo la migliore caratteristica dell'anime è la regia piena di inventiva di Toshimasa Ishii che non butta mai via un'inquadratura e riesce sempre efficacemente a mostrare il contrasto e la difficoltà di fraternizzare fra i soldati al fronte ed il loro ufficiale lontano dall'azione, nonchè la rassegnata vita degli 86 che stanno come le proverbiali foglie autunnali sugli alberi di Ungaretti. Regia ancora più stupefacente se si considera che il regista è alla sua opera prima seppure coadiuvato da uno staff di tutto rispetto, A-1 pictures ha infatti deciso di puntare sulla qualità nella trasposizione animata di Eighty Six.
La trama è essenziale e perfettamente misurata nella prima parte dell'anime, ma scricchiola molto nella seconda parte.
I villain, siano esse IA o i cosidetti "pastori", sono degli antagonisti dalla caratterizzazione debolissima e, se nella prima parte sono la Repubblica stessa e le sue insulse regole di ingaggio il vero ostacolo da affrontare, nella seconda parte lasciato tutto il ruolo di villain nelle spalle della Legione, la storia cala bruscamente. Non aiuta il fatto che i soldati protagonisti sviluppino con l'andare del tempo e delle scremature un plot armor sempre più marcato ricordando i famosi cadetti del centoquattresimo di "Attack On Titan". Aiuta ancora meno che in questa parte, lo screentime prima dedicato a Lena sia ora fagocitato da una blaterante Loli fuori luogo che sta nella storia come le quaglie pucciate nel tè.
Con l'aumentare degli episodi aumenta poi la consapevolezza di quanto scarno e poco pianificato fosse il world building fin dall'inizio, difetto veniale quando il focus è completamente sulle dinamiche fra Lena e lo squadrone Sperahead, ma che diventa pesante quando l'autore nella seconda parte allarga la storia ad altre entità.
Nel complesso l'anime è comunque buono, giudizio che addirittura sale ad eccellente per gli episodi che vanno dall' 1 al 9.
Benché la novel e quindi la storia non siano terminate, il secondo Cour dell'anime riesce a raggiungere un finale più che soddisfacente anche senza un ipotetico futuro terzo Cour, pubblicazione che comunque non so se augurarmi, vista la progressiva perdita di slancio della storia.