Recensione
Dead Tube
6.0/10
Non sono particolarmente amante del trash, ma ogni tanto non mi dispiace leggere qualcosa di questo genere, e Dead Tube sicuramente è uno degli esponenti di maggior rilievo di questa categoria.
Il fumetto è tutto incentrato su trucide scene di violenza splatter miste a violenza sessuale, anche su minori. A tratti è disturbante più per la totale mancanza di freni da parte dei protagonisti e dei comprimari che per la gratuità delle scene di violenza, ma questa provocazione ha il merito di portare il lettore a riflettere sui peggiori istinti dell'uomo e sulle conseguenze che questi possono portare.
Nei primi volumi la storia praticamente non esiste e i caratteri degli stessi protagonisti sono appena accennati, sviluppati in modo parziale e spesso in maniera contraddittoria tra un episodio e il successivo; i disegni sono approssimativi e danno l'idea di prendere pesantemente spunto da altre produzioni di genere ecchi o di combattimento portando al lettore una sgradevole sensazione di deja-vù.
Ad un certo punto, dopo l'arco della scuola, si intravede da parte degli autori il tentativo di imbastire una trama, piuttosto banale, in cui i protagonisti decidono di distruggere il Dead Tube, fonte della loro dipendenza, secondo il cliché più classico.
Verso il decimo volume prendono il sopravvento la ripetitività e la noia.
Voto 6, sufficienza, perché agli amanti del genere può piacere, ma soffre di mancanza di idee (problema che che già nel medio termine traspare) e di uno stile grafico al risparmio.
Il fumetto è tutto incentrato su trucide scene di violenza splatter miste a violenza sessuale, anche su minori. A tratti è disturbante più per la totale mancanza di freni da parte dei protagonisti e dei comprimari che per la gratuità delle scene di violenza, ma questa provocazione ha il merito di portare il lettore a riflettere sui peggiori istinti dell'uomo e sulle conseguenze che questi possono portare.
Nei primi volumi la storia praticamente non esiste e i caratteri degli stessi protagonisti sono appena accennati, sviluppati in modo parziale e spesso in maniera contraddittoria tra un episodio e il successivo; i disegni sono approssimativi e danno l'idea di prendere pesantemente spunto da altre produzioni di genere ecchi o di combattimento portando al lettore una sgradevole sensazione di deja-vù.
Ad un certo punto, dopo l'arco della scuola, si intravede da parte degli autori il tentativo di imbastire una trama, piuttosto banale, in cui i protagonisti decidono di distruggere il Dead Tube, fonte della loro dipendenza, secondo il cliché più classico.
Verso il decimo volume prendono il sopravvento la ripetitività e la noia.
Voto 6, sufficienza, perché agli amanti del genere può piacere, ma soffre di mancanza di idee (problema che che già nel medio termine traspare) e di uno stile grafico al risparmio.