Recensione
Rocky Joe
9.5/10
Rocky Joe apre i battenti il 1 Gennaio 1968, dando vita ad un'opera immortale che ancora oggi è riconosciuta in tutto il mondo e che ha dato spunto a migliaia di opere.
Partendo dall'aspetto proemiale e visivo parte con una introduzione classica che riprende molte opere di quel tempo, disegni molto cartoon, risse e coinvolgimenti.
Piano piano andando avanti con la storia vedremo una completa evoluzione dei personaggi, in primis il protagonista, che inizialmente ripudiava il pugilato, ora lo vede come unica ragione di vita per andare avanti e mettere alla prova se stesso con prove sempre più difficili da superare.
Con una evoluzione da parte dell'autore dal punto di vista grafico, che accentua le situazioni critiche con sfondi neri, accesi solamente dalla muscolatura dei protagonisti, trovando un punto di incontro e bilanciamento della tavola veramente incredibile.
I comportamenti di Joe, spavaldi e spacconi, lo rendono il classico "non protagonista" a primo impatto, che maltratta chiunque lo provochi sfidandolo poi in una rissa e questo comportamento non avrà mai fine, se non con qualche risvolto molto raro, ma alla fine questo lo porta ad essere amato così come è, fedele alla rivalità con i suoi nemici e da quel tratto anche corretto, che fanno capire la realtà che si cela dietro questo comportamento.
L'opera stessa può essere interpretata come un simbolo, una metafora che può essere interpretata diversamente da persona a persona, e Joe visto come uno spirito che arriva dal nulla, senza identità o genitori come punto di riferimento, ma che cambia ogni cosa, ogni persona che gli sta attorno facendola affezionare a lui.
La narrazione legata alla socializzazione e alla storicità introdotta, inventata da Chiba, che accendono una rivalità in tutte le sue opere e leggendo Rocky Joe si capisce tutta la sua essenza espressa al massimo.
La povertà espressa dagli ambienti narrati, esprime come una sorta di evoluzione del Giappone di quei tempi, all'ombra della ricchezza onnipresente presa di mira a causa del menefreghismo dimostrato nei confronti della società più carente e appunto povera.
Un pezzo di storia a mio parere assolutamente da recuperare e capire al massimo, un capolavoro assoluto nel suo genere, con disegni molto chiari e di primo impatto visivo, che sparano una bomba durante i combattimenti e soprattutto alla fine esprimendo le tavole al massimo in un finale pulito, chiaro e aperto. 9,5/10
Partendo dall'aspetto proemiale e visivo parte con una introduzione classica che riprende molte opere di quel tempo, disegni molto cartoon, risse e coinvolgimenti.
Piano piano andando avanti con la storia vedremo una completa evoluzione dei personaggi, in primis il protagonista, che inizialmente ripudiava il pugilato, ora lo vede come unica ragione di vita per andare avanti e mettere alla prova se stesso con prove sempre più difficili da superare.
Con una evoluzione da parte dell'autore dal punto di vista grafico, che accentua le situazioni critiche con sfondi neri, accesi solamente dalla muscolatura dei protagonisti, trovando un punto di incontro e bilanciamento della tavola veramente incredibile.
I comportamenti di Joe, spavaldi e spacconi, lo rendono il classico "non protagonista" a primo impatto, che maltratta chiunque lo provochi sfidandolo poi in una rissa e questo comportamento non avrà mai fine, se non con qualche risvolto molto raro, ma alla fine questo lo porta ad essere amato così come è, fedele alla rivalità con i suoi nemici e da quel tratto anche corretto, che fanno capire la realtà che si cela dietro questo comportamento.
L'opera stessa può essere interpretata come un simbolo, una metafora che può essere interpretata diversamente da persona a persona, e Joe visto come uno spirito che arriva dal nulla, senza identità o genitori come punto di riferimento, ma che cambia ogni cosa, ogni persona che gli sta attorno facendola affezionare a lui.
La narrazione legata alla socializzazione e alla storicità introdotta, inventata da Chiba, che accendono una rivalità in tutte le sue opere e leggendo Rocky Joe si capisce tutta la sua essenza espressa al massimo.
La povertà espressa dagli ambienti narrati, esprime come una sorta di evoluzione del Giappone di quei tempi, all'ombra della ricchezza onnipresente presa di mira a causa del menefreghismo dimostrato nei confronti della società più carente e appunto povera.
Un pezzo di storia a mio parere assolutamente da recuperare e capire al massimo, un capolavoro assoluto nel suo genere, con disegni molto chiari e di primo impatto visivo, che sparano una bomba durante i combattimenti e soprattutto alla fine esprimendo le tavole al massimo in un finale pulito, chiaro e aperto. 9,5/10