Recensione
Recensione di -forsaken-
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
Questi quattro episodi denominati “Final season” sono palesemente i conclusivi della seconda stagione, probabilmente non terminati in tempo per la messa in onda.
Dopo alcuni indizi seminati durante la seconda stagione, ero convinto che la sorella di Iroha non fosse in realtà mai esistita e che quest’ultima soffrisse di qualche patologia mentale. Sono felice di essere stato smentito, perché la risposta che la serie ci dà è molto più interessante!
Mi ha sorpreso non poco vedere che alla fine son state le bambine più giovani a mostrarsi le più sveglie e lungimiranti. Non si son lasciate ingannare subito da Kyubey e, con le domande giuste e dopo le appurate ricerche, hanno scoperto, prima di stringere il contratto, gran parte dei segreti che avvolgono le nature di maghe e streghe. E basandosi su quello, hanno poi posto i loro desideri. Tanto di cappello a loro, forse poco credibile, ma è stato piacevole da guardare!
Ciò che maggiormente premeva il mio interesse era appunto capire che fine avesse fatto Ui, la sorella di Iroha. Ma ho trovato carino scoprire che il destino di Yachiyo non era condannare a morte tutte le persone a lei vicine, semmai ereditarne le speranze dopo la loro dipartita. Una magra consolazione per il personaggio, che riesce a trovare la sua pace di fronte agli “spiriti” delle sue amiche ormai andate.
Ho apprezzato molto il flashback di Kuroe in cui apprendiamo che si ritiene una maga piuttosto scarsa. E, forte di questa sua convinzione, incontrerà comunque una maga meno abile di lei e alla quale salverà la vita. Questa maga impacciata e insicura non si farà grossi problemi nel mostrarsi per quella che è, al punto da chiedere anche a Kuroe un Grief Seed in più per purificare la sua Soul Gem. Le due non si presentano neppure e si apprestano a separarsi: il loro saluto trasuda ansia per la consapevolezza di poter morire da un momento all’altro. La ragazza impacciata sa che senza Kuroe le sarà impossibile sopravvivere, e non riuscirà a staccarle gli occhi di dosso fin quando le sarà possibile vederla.
Dal punto di vista tecnico la terza serie si conferma su alti livelli come animazioni e combattimenti. Ho apprezzato particolarmente una sequenza animata volutamente lasciata a matita dello scontro finale, l’ho trovata piuttosto originale.
A questa terza stagione do un 7, piuttosto che un 6 come le prime due, perché finalmente molti interrogativi trovano una loro risposta. Inoltre, la serie pare rendersi conto che fosse impossibile chiudere le storyline di tutti i personaggi in modo dignitoso e li abbandona al loro destino, senza perdere ulteriore tempo. Quantomeno, non mi ha annoiato ulteriormente con gente a caso.
Questi quattro episodi denominati “Final season” sono palesemente i conclusivi della seconda stagione, probabilmente non terminati in tempo per la messa in onda.
Dopo alcuni indizi seminati durante la seconda stagione, ero convinto che la sorella di Iroha non fosse in realtà mai esistita e che quest’ultima soffrisse di qualche patologia mentale. Sono felice di essere stato smentito, perché la risposta che la serie ci dà è molto più interessante!
Mi ha sorpreso non poco vedere che alla fine son state le bambine più giovani a mostrarsi le più sveglie e lungimiranti. Non si son lasciate ingannare subito da Kyubey e, con le domande giuste e dopo le appurate ricerche, hanno scoperto, prima di stringere il contratto, gran parte dei segreti che avvolgono le nature di maghe e streghe. E basandosi su quello, hanno poi posto i loro desideri. Tanto di cappello a loro, forse poco credibile, ma è stato piacevole da guardare!
Ciò che maggiormente premeva il mio interesse era appunto capire che fine avesse fatto Ui, la sorella di Iroha. Ma ho trovato carino scoprire che il destino di Yachiyo non era condannare a morte tutte le persone a lei vicine, semmai ereditarne le speranze dopo la loro dipartita. Una magra consolazione per il personaggio, che riesce a trovare la sua pace di fronte agli “spiriti” delle sue amiche ormai andate.
Ho apprezzato molto il flashback di Kuroe in cui apprendiamo che si ritiene una maga piuttosto scarsa. E, forte di questa sua convinzione, incontrerà comunque una maga meno abile di lei e alla quale salverà la vita. Questa maga impacciata e insicura non si farà grossi problemi nel mostrarsi per quella che è, al punto da chiedere anche a Kuroe un Grief Seed in più per purificare la sua Soul Gem. Le due non si presentano neppure e si apprestano a separarsi: il loro saluto trasuda ansia per la consapevolezza di poter morire da un momento all’altro. La ragazza impacciata sa che senza Kuroe le sarà impossibile sopravvivere, e non riuscirà a staccarle gli occhi di dosso fin quando le sarà possibile vederla.
Dal punto di vista tecnico la terza serie si conferma su alti livelli come animazioni e combattimenti. Ho apprezzato particolarmente una sequenza animata volutamente lasciata a matita dello scontro finale, l’ho trovata piuttosto originale.
A questa terza stagione do un 7, piuttosto che un 6 come le prime due, perché finalmente molti interrogativi trovano una loro risposta. Inoltre, la serie pare rendersi conto che fosse impossibile chiudere le storyline di tutti i personaggi in modo dignitoso e li abbandona al loro destino, senza perdere ulteriore tempo. Quantomeno, non mi ha annoiato ulteriormente con gente a caso.