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Ammetto che quando guardai la prima volta questo film lo scambiai all'inizio per un altro capitolo della serie di Ring, una confusione dovuta al fatto che Ju-On nasce chiaramente come clone della famosa saga diretta da Hideo Nakata: anche qui abbiamo uno spirito vendicativo femminile con veste bianca e lunghi capelli neri e pure in questo caso si parla di maledizioni contagiose, che colpiscono anche tramite la tecnologia. Eppure Takashi Shimizu è riuscito in un'opera che riesce a pochi, ossia realizzare un film che riprende e poi sviluppa in modo proprio il soggetto dell’originale e riesce a raggiungere bene il suo scopo, ovvero trasmettere paura e inquietudine. Perchè subito dopo aver visto Ju-On si può davvero avere il timore che la temibile Kayako o suo figlio Toshio possano sbucare da chissà dove!
Intendiamoci, Shimizu non è un genio della regia, lo si può considerare un buon mestierante e sebbene in questo film si possa notare che non ha ancora molta esperienza (alcune inquadrature mi danno una sensazione di prodotto amatoriale) è riuscito comunque a rendere in maniera efficace l'idea della maledizione che come una trappola ti avvinghia, non lascia scampo e quando colpisce sono spesso bei momenti di suspense e tensione. Già è azzeccata la scelta di usare come luogo maledetto una casa con molti spazi piccoli che trasmette una sensazione di chiuso quasi disturbante, come se fosse una trappola. Poi nel corso della narrazione vediamo Kayako colpire implacabile chiunque in qualunque luogo (giustamente famosa la scena del letto), in qualunque condizione (contrariamente a certe tradizioni dell'horror, in Ju-On non ti salvi nemmeno se è giorno o non sei da solo) e persino attraverso il tempo (ci sono diversi salti temporali avanti e indietro), facendo molte volte scomparire le proprie vittime in una dimensione ignota (anche questo un elemento efficacemente disturbante).
Forse in tutta questa varietà di momenti c'è pure uno dei limiti del film, che non ha una vera trama, mostra di volta in volta le diverse vittime ed essendo molte rischia di diventare troppo dispersivo e di far perdere il filo. Poco da dire per il resto: gli effetti speciali sono pochi e abbastanza artigianali, la recitazione è nella norma (veramente brava Takako Fuji/Kayako) e anche le musiche mi sono sembrate quelle solite da film horror.
Insomma, è un film non perfetto ma che funziona molto bene.