Recensione
La città incantata
8.0/10
Recensione di Gabe the third
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Ne "La città incantata" il maestro Miyazaki porta lo spettatore attraverso un viaggio in un mondo fantasioso e pieno di personaggi stravaganti.
La storia racconta come la piccola Chihiro e i suoi genitori, in viaggio per un trasloco, finiscono per imbattersi in una strana galleria che, una volta attraversata per curiosità del padre, nonostante l'insicurezza iniziale della piccola protagonista, li porta in un piccolo villaggio che si rivela essere in realtà una città popolata dagli yōkai. I genitori di Chihiro vengono tramutati in maiali dalla potente e severa maga Yubaba e la piccola protagonista dovrà trovare il modo di farli ritornare normali e andarsene da quel posto, facendosi aiutare nel frattempo da altri personaggi.
La trama non tenta assolutamente di coinvolgere lo spettatore nelle solite avventure piene d'azione e pericoli, ma semplicemente in una sorta di "giro turistico" in una sorta di "Paese delle meraviglie", facendo allo stesso tempo conoscenza con personaggi bizzarri e unici, dove una giovane ragazzina inizialmente diffidente e timida svilupperà in seguito un carattere più sicuro e determinato, affrontando e superando varie difficoltà. Il comparto grafico e l'animazione sono sicuramente uno dei punti più potenti del film, facendoci assistere a degli scenari realizzati in modo realistico e mozzafiato, per non parlare dei vari personaggi realizzati in vari modi, dai più grotteschi ai più buffi. Il modo in cui Chihiro si relazionerà con essi è piuttosto graduale: inizialmente si mostreranno molto freddi con la protagonista (eccetto il giovane Haku, ragazzo misterioso di cui verso la fine si saprà di più e si conoscerà la sua vera identità, che si dimostra subito gentile con Chihiro), ma col tempo alcuni di essi diverranno più disponibili e amichevoli con la protagonista, sebbene avrei preferito che si aprissero un po' di più con lei raccontando le proprie storie, come Kamaji e Lin, le cui origini son fin troppo sfumate. Tutto questo viaggio tuttavia porterà a una conclusione un po' troppo all' "acqua di rose", ma ciò non rovina più di tanto l'esperienza.
Nonostante questi piccoli difetti "La città incantata" resta comunque un grande spettacolo fantasioso e stravagante che mostra come l'animazione giapponese non è affatto una cosa che attira solo i bambini, ma anche gli adulti, dato che vivere in un sogno ad occhi aperti o in una fiaba non ha età. Un'opera da vedere almeno una volta nella vita.
La storia racconta come la piccola Chihiro e i suoi genitori, in viaggio per un trasloco, finiscono per imbattersi in una strana galleria che, una volta attraversata per curiosità del padre, nonostante l'insicurezza iniziale della piccola protagonista, li porta in un piccolo villaggio che si rivela essere in realtà una città popolata dagli yōkai. I genitori di Chihiro vengono tramutati in maiali dalla potente e severa maga Yubaba e la piccola protagonista dovrà trovare il modo di farli ritornare normali e andarsene da quel posto, facendosi aiutare nel frattempo da altri personaggi.
La trama non tenta assolutamente di coinvolgere lo spettatore nelle solite avventure piene d'azione e pericoli, ma semplicemente in una sorta di "giro turistico" in una sorta di "Paese delle meraviglie", facendo allo stesso tempo conoscenza con personaggi bizzarri e unici, dove una giovane ragazzina inizialmente diffidente e timida svilupperà in seguito un carattere più sicuro e determinato, affrontando e superando varie difficoltà. Il comparto grafico e l'animazione sono sicuramente uno dei punti più potenti del film, facendoci assistere a degli scenari realizzati in modo realistico e mozzafiato, per non parlare dei vari personaggi realizzati in vari modi, dai più grotteschi ai più buffi. Il modo in cui Chihiro si relazionerà con essi è piuttosto graduale: inizialmente si mostreranno molto freddi con la protagonista (eccetto il giovane Haku, ragazzo misterioso di cui verso la fine si saprà di più e si conoscerà la sua vera identità, che si dimostra subito gentile con Chihiro), ma col tempo alcuni di essi diverranno più disponibili e amichevoli con la protagonista, sebbene avrei preferito che si aprissero un po' di più con lei raccontando le proprie storie, come Kamaji e Lin, le cui origini son fin troppo sfumate. Tutto questo viaggio tuttavia porterà a una conclusione un po' troppo all' "acqua di rose", ma ciò non rovina più di tanto l'esperienza.
Nonostante questi piccoli difetti "La città incantata" resta comunque un grande spettacolo fantasioso e stravagante che mostra come l'animazione giapponese non è affatto una cosa che attira solo i bambini, ma anche gli adulti, dato che vivere in un sogno ad occhi aperti o in una fiaba non ha età. Un'opera da vedere almeno una volta nella vita.