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8.0/10
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"Sal Le Top" edito da Flashbook è un manhwa composto da 11 volumi, dell'autrice coreana Noh Mi-Young.
Si tratta di un' opera a carattere storico, che seppur in maniera singolare, narra di eventi realmente accaduti (l'invasione e occupazione da parte dell'impero mongolo della Corea medioevale, all'epoca denominata Koryo) e vede fra i protagonisti, personaggi che sono esistiti; l'autrice pone la lente su uno in particolare, il feroce, spietato generale mongolo Sartaq.

La singolarità è che all'inizio del racconto siamo nella Corea moderna e contemporanea, dove un liceale, in seguito ad un incidente, si ritrova in coma; da questo momento, un filo sottilissimo, ma costante, collega presente e passato, e il ragazzo si "risveglierà" nell'antico regno di Koryo, col nome di Kim Sakyong, figlio di un generale che combatte contro gli invasori mongoli.

Questo salto temporale, molto più di un pretesto, potrebbe essere soltanto un terribile sogno, lo stesso incubo che tormenta il ragazzo da tempo, e il dubbio che sia così, resta fino alla fine; la storia 'gioca' tra presente e passato in maniera sottile, e anche se i flashback sul presente sono rari, contribuiscono a creare questa ambiguità temporale che si adatta benissimo al realismo a volte crudo e brutale delle situazioni che la storia ci mostra, attraverso un disegno bello e graficamente curato, che migliora andando avanti.

Dopo un primo volume con una partenza forse lievemente confusa, l'autrice aggiusta subito il tiro, portandoci dentro la storia di una guerra spietata, senza risparmiarci scene di violenza, abusi, efferatezze di ogni genere sui più deboli e innocenti, morti atroci, mai però fini a se stesse; ci viene presentata la realtà nuda e cruda, senza edulcorarla, ma senza insistere in maniera eccessiva su dettagli fastidiosi o respingenti.
Non ho notato compiacimento nelle descrizioni, volontà di disgustare il lettore, semmai l'autrice lo porta a riflettere su ciò che è davvero una guerra, non uno scontro tra eroi, (seppur ci sia l'orgoglio eroico dei soldati di difendere la loro patria) ma la peggior forma di abbruttimento bestiale che l'essere umano possa conoscere.

Penso che un autore uomo avrebbe narrato questa storia in maniera molto diversa; qui, il registro narrativo è davvero impostato su una visione femminile, rappresentata attraverso gli occhi della protagonista, la principessa mongola Al Tan Ha Das, bellissima guerriera coraggiosa, leale, indipendente ed emancipata, capace di uccidere, ma anche di essere pietosa e generosa, desiderosa di essere libera dalle costrizioni imposte dagli uomini che la vorrebbero sposa, moglie e madre.

All'inizio non capivo il suo desiderio di combattere come un uomo, poi ho capito il ruolo che le ha assegnato l'autrice, che si esprime attraverso di lei, una figura di donna moderna, forse pure troppo per l'epoca in cui si trova a vivere.

Su di lei è impostata una sotto trama romantica che la vede quasi contesa da due uomini, il generale mongolo Sartaq, uomo freddo e crudele, votato alla guerra e alla conquista, apparentemente incapace di provare sentimenti, ancor meno dimostrarli, segnato da un terribile passato che in parte spiega la sua personalità malata e contorta. Personaggio complesso, tratteggiato con gran fascino, per gran parte della storia, non riesco a farmelo piacere, troppo 'oscuro', dall'animo macchiato da orrendi delitti.

Kim, suo rivale e avversario, cerca vendetta per lo sterminio della sua famiglia, oltre al modo di tornare nella sua epoca, e risvegliarsi dall'incubo che sta vivendo, in un' epoca che sembra un inferno in terra. Unico momento di dolcezza, è l'incontro quasi fatale con la bellissima principessa mongola, da cui resterà affascinato.
Se all'inizio è solo un ragazzo catapultato in un mondo ostile e nemico, lotterà, crescerà e diventerà più forte, mentre la verità su se stesso, sui motivi che l' hanno portato a scontrarsi col terribile generale mongolo verranno a galla in maniera clamorosa.

Proprio il risvolto clamoroso finale, che non mi aspettavo, nonostante ci fosse qualche piccolo indizio, mi ha indotto ad altre riflessioni profonde sui concetti prettamente spirituali di bene/male, e come queste due forze possano condizionare la nostra esistenza ed avere conseguenze pesanti sulle nostre vite; senza fare spoiler, sto parlando di legge karmika, un elemento che mi ha affascinato, che ho trovato estremamente singolare e originale.

Il finale della serie per quanto amaro, riesce a commuovere ed è coerente con i fatti narrati, ma l'autrice riesce ad andare oltre, mostrandoci un futuro che sa di speranza e riscatto.

L'edizione della Flashbook è buona, ma con qualche riserva, data soprattutto dal fatto che dal settimo volume in poi, si è deciso di cambiare la translitterazione dei nomi di luoghi e personaggi, scelta fatta per migliorare la traduzione, ma che può creare qualche lieve confusione nel lettore, seppur nulla di drammatico o che renda la lettura difficoltosa.

In definitiva, un manhwa che per storia e disegni, mi è piaciuto molto, andando oltre le mie aspettative, per un genere che solitamente non mastico affatto, ma che consiglio a chi di solito lo legge e lo apprezza.
Voto: 8