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Girl form the Other Side è una fiaba. Quando osservi la copertina, quando inizi a leggerlo, la prima cosa che pensi è che hai davanti una fiaba con le atmosfere dei fratelli Grimm e le illustrazioni di un libro per bambini.
Per quanto la trama ad una prima lettura sembra essere simile ai più famosi L’attacco dei Giganti e The Promised Neverland, ma con questi non condivide che la premessa. Il fulcro della storia non è la fuga di Shiva, né gli scontri tra uomini ed estranei, ma il rapporto tra i due protagonisti, l’affetto sincero che li lega e la purezza con cui è visto un mondo così crudele dagli occhi di una bambina. Punto centrale è anche il passato che il Maestro non ricorda e che sembra nascondere qualcosa di fondamentale per la bambina stessa.

La trama, così come le tavole, è pervasa da un costante dualismo tra bene e male, tra bianco e nero. Il maestro, gli Estranei, il Regno Esterno sono rappresentati con colori scuri e sono immersi in atmosfere cupe; Shiva, gli esseri umani e il Regno Interno sono caratterizzati da un uso prevalente del bianco e sembrano costantemente immersi nella luce. Eppure ciò che fa paura a Shiva non è il bosco, ma i soldati, chi uccide indiscriminatamente non sono i Figli del Buio, ma gli esseri umani. Girl from di Other Side è un invito a non vedere il mondo in bianco e nero, è il racconto di due persone che, almeno all'apparenza, non si sarebbero mai dovute incontrare in un mondo degenerato in cui il diverso fa paura.

Il ritmo con cui Nagabe racconta questa storia è lento e delicato, la scoperta del mondo e dei due protagonisti avviene poco per volta principalmente tramite le immagini, lasciando che i testi siano solo un contorno.
Ogni vignetta di è un piccolo quadro in cui si alternano momenti di dolcezza e atmosfere cupe.