Recensione
Rent-a-Girlfriend
8.0/10
A "Kanojo, Okarishimasu" assegno un 8 di incoraggiamento!
Non mi dilungo sui dettagli oggettivi della trama, si trovano ovunque l'incipit e la tessitura delle vicende di Kazuya, Chizuru & Co.
Cerco sempre di calarmi nel contesto, magari buttarmi dall'altra parte della barricata, capire perché sono state fatte delle scelte piuttosto che altre nella creazione o sviluppo di un'opera. Vorrei quindi soffermarmi sugli aspetti positivi che possono essere estrapolati e dare un umile consiglio, sul timing e sul target di destinazione dei ventiquattro episodi.
"Kanojo, Okarishimasu" non è una pietra miliare dell'animazione giapponese, non è un capolavoro né mai lo sarà, e probabilmente non ci credeva nemmeno il maestro Miyajima, il quale non cerca nessun tipo di raffinatezza letteraria, psicologica, riflessiva; l'intento è, secondo me, creare una rom-com leggera, intenta a colpire un fascia precisa di pubblico.
Chi è attratto dal soprattutto dal chara design, chi cerca una pausa per alleggerire una watch list "pesante e devastante", chi ama indistintamente le commedie romantiche, chi divora harem, chi vuole "ripartire" molto leggero, dopo una lunga pausa, ecco... la freccia scoccata da "Rent-a-Girlfriend" fa centro con una precisione e un sibilo disarmante.
Al restante gruppo di spettatori, che in questo momento non fanno parte delle categorie di cui sopra, 'skippate' senza pietà. Sarebbero ventiquattro episodi da cestinare, per via di tutti i "difetti" dei quali soffre l'opera.
Di spunti di riflessione, in verità, credetemi, se ne possono trovare diversi, di vere sfumature nei personaggi altrettanto... e provare empatia per alcune situazioni narrate si può, eccome se si può! Al netto delle esagerazioni tipicamente ricorrenti nelle opere nipponiche, siamo stati tutti un po' Kazuya, un po' Chizuru, un po' Mami, ecc. Probabilmente, la familiarità nella quale prova a calarci Miyajima è velata, ma violenta... e commercialmente diabolica. I supereroi, intesi come quelli che hanno i superpoteri, esistono solo fra le pagine dei nostri amati volumetti che si leggono da destra verso sinistra...
Due appunti veloci sul comparto tecnico e sonoro: il primo è sicuramente è ben realizzato, attento, pulito e bello da vedere, il secondo rimane piuttosto anonimo, in testa rimane ben poco e spesso non va a braccetto con gli eventi... poco male. Opening orecchiabile, ending... passo!
Alla luce di quanto scritto sopra, non è tutto da buttare e la visione è consigliata!
Non mi dilungo sui dettagli oggettivi della trama, si trovano ovunque l'incipit e la tessitura delle vicende di Kazuya, Chizuru & Co.
Cerco sempre di calarmi nel contesto, magari buttarmi dall'altra parte della barricata, capire perché sono state fatte delle scelte piuttosto che altre nella creazione o sviluppo di un'opera. Vorrei quindi soffermarmi sugli aspetti positivi che possono essere estrapolati e dare un umile consiglio, sul timing e sul target di destinazione dei ventiquattro episodi.
"Kanojo, Okarishimasu" non è una pietra miliare dell'animazione giapponese, non è un capolavoro né mai lo sarà, e probabilmente non ci credeva nemmeno il maestro Miyajima, il quale non cerca nessun tipo di raffinatezza letteraria, psicologica, riflessiva; l'intento è, secondo me, creare una rom-com leggera, intenta a colpire un fascia precisa di pubblico.
Chi è attratto dal soprattutto dal chara design, chi cerca una pausa per alleggerire una watch list "pesante e devastante", chi ama indistintamente le commedie romantiche, chi divora harem, chi vuole "ripartire" molto leggero, dopo una lunga pausa, ecco... la freccia scoccata da "Rent-a-Girlfriend" fa centro con una precisione e un sibilo disarmante.
Al restante gruppo di spettatori, che in questo momento non fanno parte delle categorie di cui sopra, 'skippate' senza pietà. Sarebbero ventiquattro episodi da cestinare, per via di tutti i "difetti" dei quali soffre l'opera.
Di spunti di riflessione, in verità, credetemi, se ne possono trovare diversi, di vere sfumature nei personaggi altrettanto... e provare empatia per alcune situazioni narrate si può, eccome se si può! Al netto delle esagerazioni tipicamente ricorrenti nelle opere nipponiche, siamo stati tutti un po' Kazuya, un po' Chizuru, un po' Mami, ecc. Probabilmente, la familiarità nella quale prova a calarci Miyajima è velata, ma violenta... e commercialmente diabolica. I supereroi, intesi come quelli che hanno i superpoteri, esistono solo fra le pagine dei nostri amati volumetti che si leggono da destra verso sinistra...
Due appunti veloci sul comparto tecnico e sonoro: il primo è sicuramente è ben realizzato, attento, pulito e bello da vedere, il secondo rimane piuttosto anonimo, in testa rimane ben poco e spesso non va a braccetto con gli eventi... poco male. Opening orecchiabile, ending... passo!
Alla luce di quanto scritto sopra, non è tutto da buttare e la visione è consigliata!