Recensione
Void
7.0/10
Parto dal presupposto che Void, nonostante le premesse, è un Boys Love decisamente meno atipico di quello che la trama e le numerose recensioni online vogliono far credere. Ci troviamo in un'epoca in cui esistono gli Umanoidi, commercializzati principalmente come schiavi sessuali per allietare le fantasie del padrone di turno. A Maki, il protagonista di questo fumetto, tuttavia, ne viene regalato un modello di ultima generazione davvero speciale. Da quello che si evince nella lettura, infatti, gli Umanoidi sono in grado di legarsi sentimentalmente al loro padrone grazie ad un processo chiamato "imprinting" e, per rendere più reale questo complesso turbinio di emozioni, nel momento della loro creazione gli vengono impiantati dei ricordi di persone realmente esistite e che, in un modo o nell'altro, sono venute a mancare. Arata Mizumori, in effetti, è davvero un Umanoide speciale, considerando che ricorda esteticamente e conserva al suo interno i ricordi di Ren Amamiya, un ragazzo molto importante per Maki, deceduto sette anni prima delle vicende raccontate in questo manga.
Sebbene l'inizio sia davvero angosciante, incentrato principalmente sui ricordi di Maki e sul rapporto morboso che si viene a creare col povero Arata, il manga cambia velocemente (e per fortuna) e si muove in una direzione decisamente più umana ed empatica. Il risultato finale è comunque convincente, anche grazie ai meravigliosi disegni di Ranmaru Zariya, ma è piuttosto evidente che avrebbe avuto bisogno di più tempo (almeno un altro volume) per esplorare con maggiore cura e attenzione l'evolversi del rapporto tra i due personaggi, oltre al setting particolare che fa da sfondo alla vicenda. L'ho trovato comunque piacevole da leggere, ma non stiamo certamente parlando di un capolavoro.
Sebbene l'inizio sia davvero angosciante, incentrato principalmente sui ricordi di Maki e sul rapporto morboso che si viene a creare col povero Arata, il manga cambia velocemente (e per fortuna) e si muove in una direzione decisamente più umana ed empatica. Il risultato finale è comunque convincente, anche grazie ai meravigliosi disegni di Ranmaru Zariya, ma è piuttosto evidente che avrebbe avuto bisogno di più tempo (almeno un altro volume) per esplorare con maggiore cura e attenzione l'evolversi del rapporto tra i due personaggi, oltre al setting particolare che fa da sfondo alla vicenda. L'ho trovato comunque piacevole da leggere, ma non stiamo certamente parlando di un capolavoro.