Recensione
Beast Tamer
6.0/10
Recensione di Kumogakure
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Tra i tanti titoli sui generis che si possono trovare in giro è difficile distinguersi dalla massa, per farlo servono due cose: 1 Una peculiarità unica che intrighi lo spettatore 2 La qualità dell’opera.
La prima, almeno sulla carta, c’è. La classe di "Beast Tamer" ha un suo fascino innegabile… in questo caso sfruttato malissimo, salvo qualche sporadica eccezione qui e là. Anziché lavorare su una certosina gestione dei pet, l’aspetto che più mi incuriosiva, la si è buttata – un po’ in caciara – sul classico harem (versione per educande).
Pur metabolizzando questa cosa il “cappotto” di razze alpha infilato dal protagonista ha dell’incredibile. Questi rarissimi, in teoria, esemplari spuntano come funghi e vengono asserviti con un coefficiente di difficoltà che, per usare un eufemismo, rasenta lo zero.
Il tutto da un protagonista candido come il proverbiale giglio… e pure un po’ tonto, aggiungerei. Sforna un’impresa eccezionale dietro l’altra relativa alla propria classe e manco se ne rende conto, essendo lui un beast tamer, anche qui in teoria, dovrebbe saperlo no?! Il suo primo party se ne è praticamente sbarazzato come scartino. A conti fatti quindi del suo essere OP tutti lo sanno, tranne il protagonista stesso e il team dell’eroe, una situazione davvero paradossale e ripetutamente fastidiosa. Perché vabbè l’utilizzo di escamotages nello spiegare, in modo discutibile, certe situazioni altrimenti difficili da gestire, ma qui si è davvero esagerato; un po’ come nell'episodio conclusivo, che poi definire conclusivo è un parolone.
Aggiungiamoci il fatto che grazie alle abilità acquisite dai companion “fa anche il caffè”, insomma di tutto, tranne il beast tamer. A vedersi sembrerebbe più un monk dato che per la maggior parte della serie picchia a mani nude come un fabbro. Un’evoluzione raggiunta dopo un lungo e periglioso cammino… scherzavo, sono bastati i primi due episodi che l’hanno subito portato da zero a mito.
Passando alla qualità dell’opera è tutto molto basilare, dalla grafica tutt’altro che particolareggiata o trascinante, alla storia piatta e pure priva di una chiusura di questo arco narrativo venutosi a creare.
Grezzo, semplicistico, probabilmente il suo punto di forza sta nella pucciosità delle fanciulle ed i loro piccoli screzi, tipo quello di Kanade rivolta ad i coniglietti carini e coccolosi: “Non tiratevela il vostro contratto è solo temporaneo” – una costante, di cui ci si stanca presto, che si ripeterà con altri animaletti e le nuove compagne.
La loro supremazia combattiva è poi disarmante, già all’inizio nella cattura della banda Zanna d’Ebano si capisce l’antifona, questo gruppo non sembrerà mai realmente in pericolo e starà due spanne sopra gli altri.
Sul finire c’è fortunatamente un colpo di coda, dove il tono estremamente edulcorato a cui si è assistito viene smorzato finalmente da un personaggio stron… volevo dire cattivo degno di tale nome: Edgar, il figlio del sindaco, e la sua cricca, che incarnano perfettamente lo stereotipo dei villains falliti e aiutano ad inasprire (alla buon’ora) l’ambiente. La serie ci guadagna parecchio, quando purtroppo però è ormai tardi.
L’eroe se ne sta invece troppo sullo sfondo a cincischiare e poi viene abbandonato, nella speranza di una seconda stagione presumo - che personalmente, anche ci fosse, non è mia intenzione seguire.
Nel complesso sì, c’è qualche episodio carino e non c’è nulla di così esecrabile da condannare, tuttavia mi aspettavo – lecitamente – qualcosa di ben diverso. Per chiudere direi che con il termine ‘banale’ si incarna alla perfezione l’anime "Beast Tamer".
Occasione buttata alle ortiche perché si è preferito andare sul sicuro ricorrendo alle solite sgallettate (e lo si è fatto malamente) piuttosto che fare qualcosa di meno conforme e vedere un beast tamer all’opera con degli animali, reali o frutto della fantasia che fossero; avvenimento successo solo in occasioni che si possono contare sulle dita di una mano – quelle sì che le avevo apprezzate.
La prima, almeno sulla carta, c’è. La classe di "Beast Tamer" ha un suo fascino innegabile… in questo caso sfruttato malissimo, salvo qualche sporadica eccezione qui e là. Anziché lavorare su una certosina gestione dei pet, l’aspetto che più mi incuriosiva, la si è buttata – un po’ in caciara – sul classico harem (versione per educande).
Pur metabolizzando questa cosa il “cappotto” di razze alpha infilato dal protagonista ha dell’incredibile. Questi rarissimi, in teoria, esemplari spuntano come funghi e vengono asserviti con un coefficiente di difficoltà che, per usare un eufemismo, rasenta lo zero.
Il tutto da un protagonista candido come il proverbiale giglio… e pure un po’ tonto, aggiungerei. Sforna un’impresa eccezionale dietro l’altra relativa alla propria classe e manco se ne rende conto, essendo lui un beast tamer, anche qui in teoria, dovrebbe saperlo no?! Il suo primo party se ne è praticamente sbarazzato come scartino. A conti fatti quindi del suo essere OP tutti lo sanno, tranne il protagonista stesso e il team dell’eroe, una situazione davvero paradossale e ripetutamente fastidiosa. Perché vabbè l’utilizzo di escamotages nello spiegare, in modo discutibile, certe situazioni altrimenti difficili da gestire, ma qui si è davvero esagerato; un po’ come nell'episodio conclusivo, che poi definire conclusivo è un parolone.
Aggiungiamoci il fatto che grazie alle abilità acquisite dai companion “fa anche il caffè”, insomma di tutto, tranne il beast tamer. A vedersi sembrerebbe più un monk dato che per la maggior parte della serie picchia a mani nude come un fabbro. Un’evoluzione raggiunta dopo un lungo e periglioso cammino… scherzavo, sono bastati i primi due episodi che l’hanno subito portato da zero a mito.
Passando alla qualità dell’opera è tutto molto basilare, dalla grafica tutt’altro che particolareggiata o trascinante, alla storia piatta e pure priva di una chiusura di questo arco narrativo venutosi a creare.
Grezzo, semplicistico, probabilmente il suo punto di forza sta nella pucciosità delle fanciulle ed i loro piccoli screzi, tipo quello di Kanade rivolta ad i coniglietti carini e coccolosi: “Non tiratevela il vostro contratto è solo temporaneo” – una costante, di cui ci si stanca presto, che si ripeterà con altri animaletti e le nuove compagne.
La loro supremazia combattiva è poi disarmante, già all’inizio nella cattura della banda Zanna d’Ebano si capisce l’antifona, questo gruppo non sembrerà mai realmente in pericolo e starà due spanne sopra gli altri.
Sul finire c’è fortunatamente un colpo di coda, dove il tono estremamente edulcorato a cui si è assistito viene smorzato finalmente da un personaggio stron… volevo dire cattivo degno di tale nome: Edgar, il figlio del sindaco, e la sua cricca, che incarnano perfettamente lo stereotipo dei villains falliti e aiutano ad inasprire (alla buon’ora) l’ambiente. La serie ci guadagna parecchio, quando purtroppo però è ormai tardi.
L’eroe se ne sta invece troppo sullo sfondo a cincischiare e poi viene abbandonato, nella speranza di una seconda stagione presumo - che personalmente, anche ci fosse, non è mia intenzione seguire.
Nel complesso sì, c’è qualche episodio carino e non c’è nulla di così esecrabile da condannare, tuttavia mi aspettavo – lecitamente – qualcosa di ben diverso. Per chiudere direi che con il termine ‘banale’ si incarna alla perfezione l’anime "Beast Tamer".
Occasione buttata alle ortiche perché si è preferito andare sul sicuro ricorrendo alle solite sgallettate (e lo si è fatto malamente) piuttosto che fare qualcosa di meno conforme e vedere un beast tamer all’opera con degli animali, reali o frutto della fantasia che fossero; avvenimento successo solo in occasioni che si possono contare sulle dita di una mano – quelle sì che le avevo apprezzate.