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“Jeeg” (noto come “Koutetsu Jeeg” in Giappone, “Steel Jeeg” in America, “El Vengador” in Spagna e “Jeeg Robot D’Acciaio” qua in Italia”) è un manga shounen pubblicato sulla rivista TV Magazine della casa editrice Kodansha, con Go Nagai ai testi e Tatsuya Yasuda (suo “discepolo” ed assistente) ai disegni, edito in Italia per la casa editrice JPop in 2 volumetti.

Il duo di autori, sempre negli stessi ruoli già citati, collaborerà anche per l’adattamento manga della serie “V-Visitors”, edita per Hikari.

Il progetto di creazione di Jeeg nasce nel ‘74, quando la Toei richiede a Nagai la creazione di una serie in cui tre piloti guidano un robot componibile da tre navicelle che, in base alle diverse combinazioni dei velivoli, può avere tre diverse trasformazioni. La serie in questione diveterà poi “Getter Robot”, ma verrà conservata l’idea scartata in cui i tre piloti erano dei cyborg, che come vedremo sarà base per Jeeg.
In seguito all’enorme successo di Getter Robot e alla grande vendita di giocattoli e modellini da parte dell’azienda Popy, la rivale ditta Takara richiederà a Go Nagai la creazione di un robot il quale si trasformi grazie all’elettromagnetismo.

Così Nagai, ispirandosi anche alla bestia meccanica, nemica di Mazinger Z, Deimos F3 (che poteva comporre e scomporre il suo corpo a piacimento) crea Jeeg D’Acciaio, in cui il protagonista Hiroshi Shiba è un cyborg che può trasformarsi nella testa del mecha, concetto innovativo nel suo genere, perché il pilota del robot costituisce parte del robot stesso, unendo quindi il meccanico ed il biologico.
Inoltre, a differenza dei manga e degli anime Nagaiani precedenti, qua la fazione nemica sarà composta dall’ “Impero Jamatai”, realmente esistito in Giappone nel “Periodo Yayoi”, (guidato dalla Regina Himika e dai suoi Tre Ministri) andando quindi a trattare temi cari ai giapponesi stessi poiché direttamente facenti parte della loro storia.

Jeeg nascerà inizialmente, quindi, come manga, che precede la serie animata prodotta da Toei di ben 6 mesi; da noi arrivata 4 anni più tardi, nel 1979, riscuoterà un incredibile successo e guadagnerà un’enorme fama, segnando una generazione.

Il manga, rispetto alla serie animata, è caratterizzato da una grossa mole di violenza e da un tema cupo e pessimistico, oltre ad avere diverse differenze nella storia; ciononostante, possiamo ritrovarci tutti quei temi e quelle caratteristiche che verranno sviluppate in maniera molto ampia successivamente, proprio nell’anime.

Il canovaccio utilizzato per la narrazione, in entrambi i media, è praticamente episodico, abbastanza comune per l’epoca nella serializzazione di serie mecha settimanali.

Nonostante la narrazione, figlia di quegli anni, e la povera (sennòn praticamente assente) caratterizzazione dei personaggi, sono riuscito ad apprezzare questo manga: venendo dalla serie animata (il quale caratterizza e fa interagire tra loro i personaggi in maniera ottima) per me è stata una sorpresa vedere Jeeg in una veste differente, buia e violenta.

Hiroshi (oltre a differire a livello di character design) qua non è in conflitto col padre per averlo reso un cyborg, anzi, ne è praticamente debitore e compie ogni suo ordine con fervente obbedienza; diverso è anche il suo carattere rispetto al cartone: qui, eccezion fatta per 2 pagine del capitolo 3 (“Yamata No Orochi”) in cui viene presentata ma subito superata la sua tristezza nel sentirsi solo e nel non avere più un corpo umano, (tema che comunque verrà molto ben approfondito nell’anime) Hiroshi non presenta grande profondità psicologica, quando invece nell’anime quest’ultimo era in continua lotta con se stesso, non solo per la già citata condizione di non umano ma anche dell’enorme peso di cui doveva farsi carico nella responsabilità che richiedeva il diventare improvvisamente difensore del Giappone, senza considerare poi la difesa della madre e della sorella.

Anche personaggi come Kikue (la madre di Hiroshi) o Miwa (completamente differente a livello fisico) non hanno lo spessore psicologico che invece presentano nel cartone, per non contare personaggi come Flora, Don e Pancho, Shorty, Takeru, che qui non sono proprio presenti.

Come nel caso di Hiroshi, differente è anche la condizione della Regina Himika, molto più demoniaca e violenta rispetto alla sua controparte animata; purtroppo, nemmeno tra i nemici vi è presente uno di essi, che siano la Regina o i Tre Ministri, che abbia una grossa caratterizzazione, ad eccezione (forse) solo di Amaso, che comunque non ha spessore, ma semplicemente crea piani (nell’inutile tentativo di sconfiggere Jeeg) più articolati.

Qui, però, è interessante vedere il tema celato (ma presente, e che verrà approfondito nell’adattamento animato) dell’impotenza umana, il quale per questo ricorda “Devilman”. Il professor Shiba, nel “riportare in vita” Hiroshi, sostituisce il suo corpo di carne ed ossa con un corpo resistente ed immutabile di acciaio, facendogli superare lo stato di essere umano. Gli stessi Ministri, nei vari attacchi a Jeeg, fanno leva sui suoi deboli sentimenti umani, ed il presunto Messagero di Dio (del capitolo 9, “L’invasore dal cosmo”) desidera l’annientamento degli esseri umani, creature stolte e deboli che si sono ribellate a Dio, il quale gli aveva fatto dono della sapienza.

Il tratto di Yasuda è molto simile a quello del maestro Nagai, definito e spesso, con un persistente uso del nero, ma da cui si discosta leggermente perché più delineato.

Nonostante la brusca interruzione sul finale, avvenuta poco prima dell’inizio della trasmissione dell’anime, e nonostante le pecche già citate, sono riuscito ad apprezzare tutti i capitoli, soprattutto quelli del secondo volume.


PENSIERO FINALE

“Jeeg Robot D’Acciaio” mi ha saputo intrattenere, nonostante la poco presente caratterizzazione dei personaggi e la narrazione utilizzata.
Consiglio quindi la lettura di questo manga a tutti coloro che sono appasionati del genere mecha e a coloro che hanno visto la serie animata, abbandonando il presupposto di addentrarsi in un cult come quest’ultima, bensì con l’obbiettivo di voler scoprire il primissimo progetto su Jeeg ed una versione diversa dal cartone e dai toni più violenti e cupi.

Voto: 6,5