Recensione
Dance Dance Danseur
8.0/10
Recensione di BeccaRebecca
-
Onestamente? Non dico che non avrei dato un centesimo a questa serie (già il fatto che è stato lo studio MAPPA ad occuparsene è motivo di certezze in più), ma mi ha sorpresa, soprattutto perché è riuscita a farmi riconsiderare la danza classica che prima reputavo bella, ma incapace di emozionarmi. La verità è che avevo visto davvero ben poco della danza, quindi più che il fatto che è stato l'anime a farmela rivalutare, direi piuttosto che la serie mi ha dato spinta per andare ad informarmi meglio sull'argomento, riscoprendolo e constatando che, in realtà, è molto più di quanto avessi mai immaginato!
Ho deciso di dare a "Dance Dance Danseur" una votazione così alta non tanto per la storia (che comunque è stata molto piacevole), ma soprattutto per le emozioni che mi ha regalato e per avermi fatto scoprire il magico mondo della danza classica! Un mondo maggiormente legato alla sfera femminile (se dovessimo pensare ad una persona che fa balletto, l'immagine che piomba in testa quasi a tutti per prima è quella di una ballerina in tutù e non di un ballerino, no?), ma che qui vede come protagonista un ragazzino, Junpei, il quale percepisce (e sa che la stragrande maggioranza delle persone percepisce) la danza come poco virile e la cosa lo porta, alla morte del padre, a cercare di essere più mascolino, proprio per coprire il vuoto lasciato dal genitore, e quindi ad abbandonare l’idea di diventare un ballerino.
In un certo senso, dunque, il pregiudizio vede un uomo che danza automaticamente più femminile, ma non per questo, secondo Junpei, meno bravo e bello da vedere rispetto ad una ballerina. È qui che entra in gioco Luou, un ballerino dal passato a dir poco difficile, che con la sua eccezionale bravura riesce a diventare il rivale (in danza e in amore) perfetto per Junpei, nonostante egli all'inizio sia attratto dalla danza nella sua sfera emozionale, più che in quella teorica. Quest'ultima sta davvero stretta al nostro protagonista, il quale vede tutte le regole come un freno alla sua voglia di danzare liberamente. Solo più tardi capirà che anche la teoria è una parte essenziale della danza e conoscerla rende la stessa esperienza di ballo ancor più emozionante.
Ma la danza non esisterebbe se ad accompagnarla non ci fosse anche la musica. Sono pochi secondi, ma quando Junpei danza col sottofondo di “Rosie” dei The Roosters nel secondo episodio mi sono venuti i brividi, poiché è stato un ballo improvvisato, dettato dalle emozioni e per questo incredibilmente bello, anche perché quello che ci viene fatto ascoltare non è un pezzo classico che riconduciamo alla danza.
È una scena che non rimanda così tanto dalla danza classica, quanto più ad una danza delle emozioni, quella che chiunque di noi è in grado di fare. Chi, quando è felice, non ha voglia di ballare? Mentre è in camera da solo, ad esempio.
Ma la musica che più di tutte ci accompagna in questi episodi è quella de “Il lago dei cigni”, il capolavoro di Tchaikovsky, le cui note permeano nel racconto e si legano alle vicende dei personaggi, primi fra tutti il triangolo Junpei-Miyako-Luou. Le scene in cui possiamo udire i pezzi del magistrale compositore russo sono le migliori, sia dal punto di vista visivo(-uditivo, ovviamente) che di trama.
Sì, come si è potuto notare, questa recensione è stata estremamente soggettiva e si è concentrata di più sugli aspetti emotivi che non tecnici dell’opera, ma è proprio questo il bello, poiché riuscire a seguire degli episodi e far caso più alle emozioni che ti danno e non al fatto che “Oh, in questa scena le animazioni non scorrono proprio fluide” o “Il character design non è dei migliori” o ancora “Ci sono fin troppi buchi di trama qui” significa che la serie è quella giusta ed è da vedere. Ovviamente non intendo sminuire tutti questi altri aspetti, che comunque in "Dance Dance Danseur" sono ad un livello medio-alto, quindi anche chi è sicuro di detestare la danza classica e cerca solo un’opera fatta bene sarà soddisfatto.
Se dovessi cercare dei problemi nell'opera, direi al massimo che la trama stessa presenta delle forzature e a volte fatica a dare spiegazioni laddove ce ne sarebbe bisogno (soprattutto verso la fine), ma forse è qualcosa che potrebbe risolversi conoscendo il continuo della storia (al momento non ancora animato e che io ancora non ho letto).
In conclusione: è da vedere? Sì, e lo consiglio davvero a tutti, anche a chi non ama la danza, poiché forse potreste scoprire che, in realtà, non è così male!
Ho deciso di dare a "Dance Dance Danseur" una votazione così alta non tanto per la storia (che comunque è stata molto piacevole), ma soprattutto per le emozioni che mi ha regalato e per avermi fatto scoprire il magico mondo della danza classica! Un mondo maggiormente legato alla sfera femminile (se dovessimo pensare ad una persona che fa balletto, l'immagine che piomba in testa quasi a tutti per prima è quella di una ballerina in tutù e non di un ballerino, no?), ma che qui vede come protagonista un ragazzino, Junpei, il quale percepisce (e sa che la stragrande maggioranza delle persone percepisce) la danza come poco virile e la cosa lo porta, alla morte del padre, a cercare di essere più mascolino, proprio per coprire il vuoto lasciato dal genitore, e quindi ad abbandonare l’idea di diventare un ballerino.
In un certo senso, dunque, il pregiudizio vede un uomo che danza automaticamente più femminile, ma non per questo, secondo Junpei, meno bravo e bello da vedere rispetto ad una ballerina. È qui che entra in gioco Luou, un ballerino dal passato a dir poco difficile, che con la sua eccezionale bravura riesce a diventare il rivale (in danza e in amore) perfetto per Junpei, nonostante egli all'inizio sia attratto dalla danza nella sua sfera emozionale, più che in quella teorica. Quest'ultima sta davvero stretta al nostro protagonista, il quale vede tutte le regole come un freno alla sua voglia di danzare liberamente. Solo più tardi capirà che anche la teoria è una parte essenziale della danza e conoscerla rende la stessa esperienza di ballo ancor più emozionante.
Ma la danza non esisterebbe se ad accompagnarla non ci fosse anche la musica. Sono pochi secondi, ma quando Junpei danza col sottofondo di “Rosie” dei The Roosters nel secondo episodio mi sono venuti i brividi, poiché è stato un ballo improvvisato, dettato dalle emozioni e per questo incredibilmente bello, anche perché quello che ci viene fatto ascoltare non è un pezzo classico che riconduciamo alla danza.
È una scena che non rimanda così tanto dalla danza classica, quanto più ad una danza delle emozioni, quella che chiunque di noi è in grado di fare. Chi, quando è felice, non ha voglia di ballare? Mentre è in camera da solo, ad esempio.
Ma la musica che più di tutte ci accompagna in questi episodi è quella de “Il lago dei cigni”, il capolavoro di Tchaikovsky, le cui note permeano nel racconto e si legano alle vicende dei personaggi, primi fra tutti il triangolo Junpei-Miyako-Luou. Le scene in cui possiamo udire i pezzi del magistrale compositore russo sono le migliori, sia dal punto di vista visivo(-uditivo, ovviamente) che di trama.
Sì, come si è potuto notare, questa recensione è stata estremamente soggettiva e si è concentrata di più sugli aspetti emotivi che non tecnici dell’opera, ma è proprio questo il bello, poiché riuscire a seguire degli episodi e far caso più alle emozioni che ti danno e non al fatto che “Oh, in questa scena le animazioni non scorrono proprio fluide” o “Il character design non è dei migliori” o ancora “Ci sono fin troppi buchi di trama qui” significa che la serie è quella giusta ed è da vedere. Ovviamente non intendo sminuire tutti questi altri aspetti, che comunque in "Dance Dance Danseur" sono ad un livello medio-alto, quindi anche chi è sicuro di detestare la danza classica e cerca solo un’opera fatta bene sarà soddisfatto.
Se dovessi cercare dei problemi nell'opera, direi al massimo che la trama stessa presenta delle forzature e a volte fatica a dare spiegazioni laddove ce ne sarebbe bisogno (soprattutto verso la fine), ma forse è qualcosa che potrebbe risolversi conoscendo il continuo della storia (al momento non ancora animato e che io ancora non ho letto).
In conclusione: è da vedere? Sì, e lo consiglio davvero a tutti, anche a chi non ama la danza, poiché forse potreste scoprire che, in realtà, non è così male!