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8.5/10
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Disegni meravigliosi e incredibilmente espressivi, come sempre nelle opere di Ranmaru Zariya. Avendo al momento letto tutta la bibliografia edita dell'autrice, inizio a notare una certa somiglianza fisica tra alcuni del suoi protagonisti - un difetto comunque tipico di quasi la totalità degli autori e che la Zariya compensa con una certa bravura nel variare la complessità caratteriale di ciascuno dei suoi personaggi.
"Coyote" è un'opera ambiziosa, che si inserisce nel genere Boys love/Yaoi trattando, tuttavia, una vasta gamma di temi e collocandosi a cavallo tra più generi. Si tratta principalmente della faida tra il clan dei lupi mannari di cui fa parte Coyote e il clan mafioso dei Garland, di cui Josh Garland è erede. L'incontro tra i due avviene al di fuori di questo contesto, quando ancora nessuno conosce l'identità dell'altro: Josh lavora come pianista in un bar e Coyote si reca ogni sera ad ascoltarlo, finché Josh tenta alcuni approcci nei suoi confronti... che culmineranno nella scoperta della sua natura di licantropo. Questo tuttavia sarà solo l'inizio, poiché Coyote e i suoi compagni si ritroveranno presto costretti, nonostante l'iniziale posizione conciliante del loro capo, a pianificare l'omicidio degli elementi di rilievo del clan dei Garland al fine di garantire la sicurezza e la sopravvivenza del loro clan e, più in generale, della loro specie. D'altro canto l'attuale leader del clan dei Garland, il nonno di Josh, ha anch'egli i suoi piani...
La trama è intricata, ma ben sviscerata, con diversi elementi di mistero che vengono rivelati a poco a poco e alcuni personaggi a cavallo tra razionalità e follia il cui comportamento risulta al momento imprevedibile, e che per questo fornisce diversi elementi di tensione. Molto interessante proprio questo tema, più volte riportato da parte dell'autrice attraverso le parole di alcuni personaggi, del contrasto tra la razionalità, la logica e la compassione mostrate da personaggi etichettati dalla società come pericolosi, e la follia, pericolosa quanto mascherata da una facciata di rispettabilità, di elementi invece perfettamente integrati all'interno di essa.
Josh nutre un affetto profondo e sincero per Coyote, che non viene minimamente scalfito dalla scoperta della sua natura di licantropo; in generale, il personaggio di Josh è parecchio sentimentale e ciò rischierebbe di risultare sciropposo, se non fosse che Coyote stesso glielo fa notare diverse volte, dimostrandosi insofferente verso questo suo atteggiamento estremamente romantico. In definitiva Coyote stesso finirà per apprezzare Josh anche grazie a (o nonostante?) questa sua caratteristica, ma il fatto che ne critichi il sentimentalismo riporta il lettore con i piedi per terra, ricordandogli che la sciroppostà non è percepita dall'autrice come la normalità, quanto piuttosto come una peculiarità caratteriale di Josh.

Il mio giudizio su quest'opera sarebbe in definitiva completamente positivo, se non fosse per un particolare: nonostante la trama sia perfettamente sviluppata e intrigante, nonostante caratterialmente i due siano ben strutturati, complementari ed entrambi personalità forti, nonostante la storia d'amore si sviluppi con coerenza e gradualità, le scene di sesso sono tuttavia ancora troppo stereotipate, in particolar modo per quanto riguarda i dialoghi. Ciò stride con la serietà e la profondità della storia, dando al lettore la sensazione solo per quelle scene di trovarsi in un tipo di prodotto completamente diverso. In particolar modo non ho apprezzato la distinzione così netta tra i ruoli dei due a letto, che trovo strida molto con la bella caratterizzazione a tuttotondo data a "Lili" e "Marlene" all'interno della saga. E' un difetto che va attenuandosi con l'avanzare dei volumi, di pari passo con la maturità dell'autrice (il tempo trascorso tra il primo e l'ultimo volume è in effetti molto ampio), ma non sparisce mai del tutto. Non ho apprezzato particolarmente lo stratagemma del periodo del calore, leggermente abusato, e ho inoltre trovato inutile e ridondante all'interno del primo volume l'utilizzo del personaggio di Herma, che mi è parso più un feticismo dell'autrice che un effettivo elemento di utilità nella trama, in una situazione che poteva essere meglio gestita in altro modo.

In ogni caso un lavoro splendido, come sempre. La speranza è che i prossimi volumi possano essere in crescendo, essendo al momento la Zariya un'autrice più matura di quanto non fosse nel 2016 (evidente -in questo senso- il paragone tra "Void", 2015, con "Birds of Shangri-La", 2017).